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La chiusura del Museo Guttuso e la condanna all'indeterminatezza

A Bagheria "forse qualcuno ha difficoltà a comprendere l'italiano". Polemiche e incomprensioni attorno alla chiusura di Villa Cattolica

27 novembre 2014

Le parole sono importanti. Quelle dette e quelle non dette; come queste siano intese, come queste possano essere poi strumentalizzate, ignorate, ribadite.
La vicenda della chiusura del Museo Guttuso di Bagheria è diventata anche una sorta di processo alle parole. Anzi, mi correggo, un processo alla parola, e per l’esattezza alla parola INDETERMINATA.
Per questo motivo vogliamo sottoporvi alla lettura - probabilmente per alcuni tediosa - di tutti i passaggi della vicenda di seguito elencanti con attenzione.

Domenica scorsa, 23 novembre, si apprende tramite un comunicato dell’Ufficio Stampa del Comune che il Museo Guttuso verrà chiuso temporaneamente. Le prime righe del comunicato (che potete leggere per intero qui) recitano: "Il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, si accinge a firmare un’ordinanza per la chiusura del Museo Guttuso. Si tratta di una chiusura temporanea ma importante perché non è solo legata ai diversi lavori di ristrutturazione e riqualificazione che dovrà subire il museo ma discende anche dalla situazione economica e gestionale del museo dedicato al maestro del Novecento e ospitato a villa Cattolica. In merito alla questione economica, dalle verifiche fatte dall’amministrazione Cinque, si è appurato che il museo produce un’entrata annua di circa 20mila euro con una contropartita di spese ed uscite pari a 480mila euro per gestione, personale, ecc."
Insomma, il Comune è in dissesto, Roma chiede di tagliare il tagliabile e l’Amministrazione Cinque, visto il divario spropositato tra spese e guadagni del Museo decide che quello è il luogo nel quale si deve stringere, economicamente parlando.

Da quel primo comunicato, inoltre, si può anche evincere che, in certo qual modo l’amministrazione è quasi costretta a questa azione perché (e riprendiamo quanto scritto nel comunicato - perché le parole sono importanti): "Come è noto l’articolo 243 del testo unico 267/2000 dispone controlli per gli enti strutturalmente deficitari e dissestati che riguardano le dotazioni organiche, la compatibilità finanziaria e soprattutto la copertura del costo dei servizi. Nello specifico la norma prevede che il costo complessivo della gestione dei servizi sia coperta con i relativi proventi tariffari e contributi, in misura non inferiore al 36 per cento.
La normativa dunque non consente purtroppo di gestire servizi indispensabili per l’Ente che non rispettino la norma stessa: pertanto per il servizio museo Guttuso stante l’impossibilità di rispettare la copertura minima del 36% delle spese mediante i proventi tariffari derivanti dall’utenza, se ne deve rivedere la gestione"
.
Nel comunicato si parla anche della ricollocazione del personale in servizio al museo (che "in nessun modo perderà il lavoro"), e della possibilità di esternalizzare la struttura. Concetto, quest’ultimo, ribadito e rafforzato da un messaggio, sempre di domenica 23 novembre, nel profilo facebook del sindaco Cinque: Il museo Guttuso non chiuderà definitivamente. Verrà riqualificato grazie a finanziamenti per una cifra complessiva di 4 milioni e mezzo, prevedendo la chiusura temporanea per i lavori per poi venire probabilmente gestito da privata...

Dunque, sembra tutto chiaro, ma è proprio qui che inizia la disputa semantica. Infatti, al di là dei motivi dietro la decisione del sindaco di chiudere il museo, la notizia allarma e tra i primi a scriverne è Angelo Gargano, direttore della testata online Bagherianews che in un articolo - datato sempre 23 novembre - esprime la preoccupazione che desta la chiusura della più importante istituzione culturale della cittadina e mette in guardia tutti, titolando l’articolo in questa maniera: "Museo Guttuso: la chiusura a tempo indeterminato sarebbe un errore imperdonabile".
L’articolo di Gargano (che potete leggere qui) si chiude con queste parole: "La programmata chiusura a tempo indeterminato del Museo è un errore gravissimo che potrebbe avere coseguenze disastrose, a partire dal fatto che nessun risparmio vero si realizzerà con la chiusura del Museo ma si andranno a pregiudicare eventuali benefici futuri: occorreva ed occorre procedere per gradi, riducendo all'essenziale il personale colà impiegato rendendone più efficienti le prestazioni, e ricollocando gli altri dipendenti in settori che ne hanno reale necessità; aspettare l'inizio dei lavori di ristrutturazione per procedere a chiusure mirate di parti o dell'intero Museo per i periodi strettamente necessari alla esecuzione dei lavori; dare sin da subito, anche con personale interno,  una vera, forte  e rinnovata direzione al Museo (si era tentato ma gli interessi precostituiti e consolidati sono riusciti sinora ad impedirlo); verificare assieme a Fabio Carapezza i passaggi e la fattibilità della creazione della Fondazione, di modo che all'inizio del 2016 Bagheria potrà tornare ad avere il nuovo Museo 'Renato Guttuso'".

Intanto, arriva il giorno dopo - siamo a lunedì 24 Novembre - e il sindaco firma l’ordinanza di Chiusura del Museo Civico "Renato Guttuso" che recita così:
IL SINDACO
Vista l'impossibiltà di rispettare la compertura minima del 36% delle spese sostenute dall'Ente per la gestione del Museo Guttuso allocato all'interno del complesso monumentale di Villa Cattolica con i proventi tariffari derivanti dall'utenza.
Considerato che tale impossibilità comporta la necessità di adottare atti consequenziali in ossequio a quanto previsto dall'art. 243 del D.Lvo 267/2000 per gli Enti Locali che si trovano in stato di dissesto finanziario.

Atteso che, peraltro, a breve tempo verranno effettuati all'interno del complesso monumentale di Villa Cattolica, i lavori di ristrutturazione di tutte le infrastrutture con esecuzione dei progetti P.O.F.E.R.S. 2007/2014 che richiedono l'inibizione al pubblico dell'intera struttura museale.
Vista la nota 67358 del 21/11/2014 a firma del Segretario Generale del Comune con la quale viene comunicata la situazione gestionale del Museo Guttuso.
Visto l'art. 243 del Vigente T.U.E.L. 267/2000.
Visto il D.L.n. 267/2000

DETERMINA
- L'immediata chiusura del Civico Museo "Renato Guttuso" alla pubblica fruizione.
- Il mantenimento della necessaria sorveglianza fino a quando non verrà attuata la gestione esternalizzata dell'intera struttura museale.

Come potete leggere tutti, nella determina non vi è traccia alcuna delle parole CHIUSURA TEMPORANEA. Si parla di chiusura alla pubblica fruizione fino a quando "non verrà attuata la gestione esternalizzata dell'intera struttura museale". Come dire: una chiusura a tempo indeterminato. Parola, quest’ultima, che significa: "Di cosa che non sia stata precisata, definita con esattezza".

Il Lunedì 24 Novembre è un giorno importante per tutta la storia e non solo perché è stata firmata l’ordinanza, ma anche perché della notizia se ne occupano un po’ tutti e la chiusura del Museo Guttuso assume una rilevanza nazionale. Il "rumore" del fatto viene accresciuto dalle dichiarazioni di Fabio Carapezza Guttuso, erede del pittore bagherese, che minaccia di riprendersi le opere del padre, visto che "venendo meno la fruizione non ha più senso la permanenza della Collezione" e quindi "gli archivi si riservano di valutare l’opportunità di chiedere la restituzione delle opere."
Dichiarazioni forti che ai giornalisti (che iniziano ad essere accusati di strumentalizzare utilizzando un’errata terminologia) suggeriscono non esista alcun "percorso condiviso" tra l’amministrazione, l’erede di Guttuso  e la direzione degli archivi Guttuso.
Insomma, la faccenda inizia a complicarsi e l’utilizzo del termine INDETERMINATO sembra essere ancora più motivato.

Martedì 25 Novembre però, dall’ufficio stampa del M5S cittadino arriva la "notizia bomba": "il sindaco Patrizio Cinque, la sua Giunta ed alcuni consiglieri del Movimento Cinque Stelle, per analizzare le possibili cause che hanno portato ad un cattivo funzionamento della pinacoteca comunale, hanno deciso di approfondire dei documenti riguardanti il Museo Guttuso. Durante la consultazione di questi atti, però è emersa una situazione incresciosa: sul registro dove vengono inventariate le opere qualcosa non quadra. Dal 2002 ad oggi, infatti, tutte le informazioni riguardo le opere catalogate su questo registro sono state trascritte a matita e non a penna, e con un tratto molto flebile, che permetterebbe facilmente la cancellazione delle informazioni".
L’anomalo registro viene consegnato ai Carabinieri e partono le indagini (LEGGI).
Istantaneamente qualcuno - e tra questi i non pochi vicini al sindaco - inizia a giustificare la chiusura immediata del Museo con la scoperta del "misfatto". "Ecco perché è stato chiuso!" qualcuno comincia a dire, mentre qualcun’altro da addosso a chi ha utilizzato indebitamente, strumentalmente, faziosamente la parola INDETERMINATA.
Non tutti però, associano la chiusura del museo al ritrovamento dell’inventario scritto a matita. Tra questi, si dice dubbioso Fabio Carapezza Guttuso. "I registri non li ho mai visti, ma conoscevo le catalogazioni delle opere e delle donazioni, trascritte da ufficiali roganti e non ho mai visto notai che scrivono a matita. Che vogliono sottendere? che ci sono opere che mancano? e perché tutto ciò avviene dopo il putiferio sollevato dalla chiusura del museo? Se un'indagine del genere era necessaria, andava fatto subito. Qui la situazione è diversa, non spostiamo l'attenzione: in un momento in cui sono in arrivo a Bagheria quattro milioni di euro dall'Unione Europea per un progetto e una mostra, si chiude il museo e si rischia di perdere i soldi? La denuncia vuole far capire che i dipendenti non sono adatti? e allora perché non lo dicono. Fino a quando ho incontrato il sindaco, meno di una settimana fa, lui nel museo non era mai entrato".

Intanto, visto che la vicenda ha creato i due litiganti, qualcuno ha subito tentato di vestire i panni del terzo che gode... Problemi con le opere di Guttuso ospitate al Museo di Bagheria? Il sindaco del comune di Salemi, Domenico Venuti, si offre di ospitare le opere all’interno del suo restaurato polo museale e tende la mano all’erede del pittore, e agli Archivi Guttuso: "Qualora Bagheria dovesse decidere di chiudere il suo museo, sarei orgoglioso - dice Venuti - di potere accogliere la collezione Guttuso a Salemi, dal momento che sono disponibili e pronti all’utilizzo due padiglioni recentemente restaurati del nostro polo museale [...] Non possiamo consentire che un patrimonio culturale di inestimabile valore finisca rinchiuso e inaccessibile al pubblico per colpa di incomprensibili pastoie burocratiche".

Proprio a questo punto il processo alle parole chiusura INDETERMINATA arriva al culmine.
Il sindaco Patrizio Cinque ieri sera, con un comunicato stampa di fuoco, se la prende con chi ha parlato della vicenda non sottolineando mai abbastanza il fatto che chiusura del Museo Guttuso sarà TEMPORANEA: "Non ci lasciamo strumentalizzare da nessuno e non diffondiamo comunicati per spostare l’attenzione dalle decisioni che prendiamo con coscienza, scrupolo e solo dopo aver valutato e visto con i nostri occhi quanto dichiariamo". "Forse qualcuno ha difficoltà a comprendere l’italiano - dice il primo cittadino - Non abbiamo mai detto che il museo chiude a tempo indeterminato, abbiamo più volte ribadito che si tratta di una chiusura, momentanea, temporanea, non so più quali sinonimi usare per farlo comprendere".
Cinque continua dicendo che: "Nessun’opera lascerà Bagheria, rispettiamo la volontà del maestro Renato Guttuso che le donò con una formalizzazione scritta nero su bianco e sottoscritta. Sono opere che sono custodite nel museo e continueranno ad essere custodite con cura, anzi con maggior cura. Stiamo infatti prevedendo di utilizzare dei lavoratori Asu che non solo saranno a supporto della custodia del museo ma ne garantiranno la fruizione, pertanto il museo riaprirà dal punto di vista della fruibilità nell’immediato".
"Nelle more di questa gestione mediante i lavoratori ASU (che non pesano sulla spesa comunale) che garantiranno custodia e fruizione l’amministrazione valuterà nuove forme di gestione coinvolgendo prima la città mediante un’assemblea pubblica per sentire cosa ne pensa sul tema".

Dunque, tutto apposto! Il problema? I soliti giornalisti da quattro soldi che vogliono solo alzare polveroni e creare il caso nella speranza di acchiappare qualche lettore in più. La situazione è stata chiara fin dal principio e povero chi non ha capito che la chiave di tutto stava nella parola TEMPORANEA.
Nella determina non si parla di tempi? Domenica scorsa il sindaco ha detto e scritto quello che doveva dire, bastava leggere nel modo giusto e sarebbe stato stato tutto lapalissiano.
Bene. Allora noi bagheresi aspettiamo. Aspettiamo che ci venga riconsegnato "un museo nuovo, all’avanguardia, degno di potersi chiamare tale e in grado di attrarre centinaia di turisti" e che riesca anche a guadagnare un botto di soldi. Noi aspettiamo...
Dicono che i lavori cominceranno tra il 12 e il 15 dicembre... Nessuno però ha parlato di quando questi si concluderanno... Be', ci vorrà il tempo che ci vuole… Intanto, aspettiamo in un’attesa TEMPORANEA, e guai a chi parla ancora di INDETERMINATEZZA.

Federico Modica

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27 novembre 2014
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