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La Cina assicura che la Corea del Nord non ha in programma altri test nucleari ma Condoleezza Rice non ci crede

21 ottobre 2006

Il dittatore nordcoreano Kim Jong-il in persona ha assicurato all'inviato cinese Tang Jiaxuan che il governo di  Pyongyang non ha in programma altri test nucleari. La notizia è stata data ieri dall'agenzia sudcoreana Yonhap mentre il capo della diplomazia americana, Condoleezza Rice, era a colloquio con il ministro degli Esteri cinese, che le ha esposto anche i risultati dell'intervento diplomatico di Pechino.
L'incontro tra Tang e Kim sulla crisi nucleare nella regione ha prodotto qualche risultato positivo, ha assicurato l'inviato. ''Per fortuna questa volta la mia visita non è stata vana'' ha aggiunto. ''Ognuno'' ha aggiunto il ministro degli Esteri, Li Zhaioxing, a proposito della missione di Tang nella captale nordcoreana, ''ha parlato di come riprendere prima possibile i colloqui a sei, e almeno è servito a incrementare la reciproca comprensione''.

La Rice ha però minimizzato l'esito dell'incontro dichiarando di non aspettarsi una soluzione rapida della crisi e ribadendo che le sanzioni nei confronti della Corea del Nord rimarranno in vigore.
Il segretario di stato americano ha chiesto a Pechino di applicare tutte le sanzioni decise dalle Nazioni Unite. ''Abbiamo parlato dell'importanza di applicare in forma completa la risoluzione 1718, in modo da poter assicurare lo stop al traffico di materiali illegali legati al programma nucleare della Corea del Nord'' ha detto la Rice al termine di un incontro con il collega Li Zhaoxing a Pechino, seconda tappa del suo tour asiatico che si conclude oggi a Mosca, dove incontrerà il presidente russo Vladimir Putin.
Il test atomico compiuto da Pyongyang, ha ribadito, ''è stato una grave provocazione'' che ha messo a repentaglio la stabilità e la sicurezza della regione. Il regime di Kim Jong-il, ha aggiunto, deve tornare al tavolo dei negoziati a sei e fermare il programma nucleare. Il ministro degli Esteri cinese ha sottolineato la necessità di ragionare ''a mente fredda'' sulla crisi e ha rinnovato l'invito alla moderazione lanciato all'indomani del test del 9 ottobre. ''La Cina - ha aggiunto il ministro - vuole lavorare più a stretto contato con le parti per rompere l'impasse e riprendere il negoziato a sei''.

E intanto l'altro ieri, l'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna ha fatto sapere che a Pyongyang centomila persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata per celebrare la riuscita dell'esperimento nucleare, mentre le forze armate statunitensi e quelle sudcoreana hanno deciso di dare il via a un'esercitazione di due giorni proprio al confine con il Nord. Circa tremila marines sudcoreani e mezzi anfibi Usa saranno impegnati nell'isola occidentale di Kanghwa.

Stamane invece, proprio durante il viaggio da Pechino a Mosca, dove Condoleezza Rice continuerà gli incontri sulla crisi nordcoreana, il segretario di Sato Usa ha smentito i buoni risultati della missione diplomatica cinese in Corea del Nord.
Oggi, infatti, la Rice ha dato un'altra versione: l'inviato cinese Tang Jiaxuang non le ha riferito niente di tutto quello che abbiamo riportato precedentemente. Secondo Condoleezza Rice, lungi dal fare marcia indietro Pyong Yang cerca l'inasprimento della crisi: ''Tang non mi ha detto che né che Kim Jong-il si è scusato per il test, né che non lo ripeterà'', ha detto il capo della diplomazia americana ai giornalisti.

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21 ottobre 2006
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