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La Cina è... troppo vicina. Scatta l'allarme Cina per i mercati agricoli europei

Dopo la soia e il pomodoro, al mercato europeo la Cina vuole soffiare anche gli agrumi

28 aprile 2004

La Cina continua inarrestabile la sua espansione economica e ''sta mettendo a dura prova i mercati agricoli europei. Dopo la soia e il pomodoro, ora è la volta degli agrumi".

La Confagricoltura lancia l'allarme Cina, ricordando come l'enorme domanda di semi di soia da parte del gigante asiatico sul mercato mondiale abbia fatto aumentare i prezzi dell'82% nel corso del 2003. ''Quest'effetto potrebbe verificarsi anche per altre materie prime - spiega Confagricoltura - qualora la veloce evoluzione del mercato interno cinese si orientasse verso altri consumi''.

I produttori di pomodoro da industria comunitari, sottolinea l'organizzazione, sollecitano una maggiore attenzione da parte dell'Unione europea sulle importazioni di concentrati in regime Tpa (importazioni temporanee) al fine di verificare la congruità con i quantitativi riesportati ed evitare improprie 'naturalizzazioni' di parte del prodotto. E da qualche mese anche i produttori di agrumi europei hanno cominciato a temere la concorrenza cinese.

Così, lo scorso luglio, la Commissione ha avviato un'inchiesta sul ''grave pregiudizio o alla minaccia di grave pregiudizio'' per i produttori comunitari, derivante dalle importazioni di alcuni tipi di agrumi preparati o conservati, quali mandarini, clementine, satsuma ed altri. Sulla scorta delle conclusioni dell'inchiesta, la Commissione ha deciso di aprire un sistema di contingenti tariffari relativo alle importazioni nella Comunità di questi prodotti e ha emanato il regolamento 658/2004, che istituisce misure di salvaguardia nei confronti delle importazioni di alcuni tipi di agrumi preparati o conservati.

''In pratica, nei limiti del contingente stabilito - spiega la Confagricoltura - si continuerà ad applicare l'aliquota convenzionale del dazio o una qualsiasi aliquota preferenziale''. Al di là di tali limiti, si applicherà un dazio supplementare di 301 euro a tonnellata.

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28 aprile 2004
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