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La Cisl contro l'aliquota selvaggia dei comuni siciliani. L'infelice hit parade delle addizionali comunali

20 marzo 2007

C'è Palermo, in Sicilia, in cima alla hit parade delle addizionali comunali. Sola in vetta alla singolare classifica, con lo 0,8% d'imposizione, sul reddito dei palermitani. A puntare l'indice contro l'''aliquota selvaggia'' è la Cisl, che nei giorni scorsi ha riunito, sul tema, gli stati generali a Caltanissetta. Presenti tra l'altro il numero due nazionale, l'aggiunto Pierpaolo Baretta, e i vertici delle federazioni regionali dei pensionati (Fnp) e dei pubblici impiegati (Fp).
La classifica dell'imposizione locale nell'Isola è stata illustrata da Franco Bonanno, della segreteria della Cisl Sicilia. ''È il frutto - ha informato, aprendo l'assise, il leader siciliano Paolo Mezzio - di una ricognizione svolta dalle sedi comunali del sindacato, che fotografa la situazione al 15 marzo''. Ma, ha rimarcato, ''entro il 31 marzo la situazione può cambiare perché è entro quella data che i comuni potranno aumentare la loro aliquota''. Tutti, tranne Palermo che è già al massimo, così come, per altro, è al massimo in Sicilia l'addizionale imposta dalla Regione, che preleva l'1,4% del reddito personale.

Quanto ai comuni, il monitoraggio Cisl trova dietro Palermo, per così dire a distanza di sicurezza (quindici centesimi di punto), solo Termini Imerese, che applica un'aliquota dello 0,65%.
Il quadro generale, riguardo ai capoluoghi di provincia, è il seguente: Messina, Siracusa e Trapani prelevano lo 0,50%; Agrigento lo 0,40; Catania lo 0,20%; Caltanissetta, Enna e Ragusa, fanalini di coda, si limitano allo 0,10. Ma, ha annunciato Bonanno, ''girano voci che Catania e Messina siano pronte a innalzare pesantemente le loro aliquote''. E' anche vero, rileva il sindacato, che in molte province alcuni centri applicano un'aliquota più alta del loro capoluogo. Così nell'Agrigentino, Cammarata e Lampedusa si collocano sullo 0,50%, come pure, nel Nisseno, Resuttana e Villalba, nel Catanese, Acireale e Mazzarrone e, nel Ragusano, Giarratana e Vittoria.

La situazione preoccupa la Cisl, in Sicilia e a Roma. Perché, sottolinea Mezzio, ''l'eccessiva imposizione genera impoverimento, schiaccia il ceto medio, strozza le fasce deboli, vanifica ogni politica per la famiglia''. ''Chiediamo - ha fatto sapere Baretta - che la fiscalità sia uno dei temi centrali il 22 marzo, al tavolo che si aprirà a Palazzo Chigi sulle politiche per lo sviluppo''. La Cisl ''dice no alle logiche meramente ragionieristiche che puntano a far quadrare i conti ignorando le ricadute sulla qualità della vita delle persone''. Il sindacato chiede pertanto che il fisco torni a essere ''una risorsa a fondamento del welfare, non una causa della sua distruzione''. Sul tema la Cisl siciliana in questi giorni ha lanciato un'iniziativa nei capoluoghi di provincia e in alcuni ''centri-pilota'' della regione.

Umberto Ginestra

- www.cislsicilia.net

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20 marzo 2007
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