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La città proibita

Zhang Yimou ritorna a raccontare la Cina imperiale, tra sfarzi d'oro e miserie interiori

25 maggio 2007

 








Noi vi segnaliamo...
LA CITTA' PROIBITA
di Zhang Yimou

Cina, tarda dinastia Tang, decimo secolo. Alla vigilia delle festività del Chong Yang, dei fiori dorati riempiono il palazzo imperiale. L'imperatore ritorna inaspettatamente a casa assieme al suo secondogenito, il principe Jai. La ragione ufficiale è quella di celebrare le festività con la sua famiglia, ma considerando i rapporti freddi che intercorrono tra lui e la sofferente imperatrice questa sembra soltanto una scusa. Per molti anni, l'imperatrice e il principe ereditario Wan, il suo figliastro, hanno avuto una relazione sentimentale. Sentendosi in trappola, il principe Wan sogna di scappare dal palazzo con il suo amore segreto Chan, la figlia del dottore imperiale.

Tit. Orig. Man cheng jin dai huang jin jia
Anno 2006
Nazione Cina
Distribuzione 01 Distribution
Durata 111'
Regia Zhang Yimou
Sceneggiatura Wu Nan Bian Zhihong, Zhang Yimou
Tratto dal dramma teatrale di Cao Yu 
Con Gong Li, Liu Ye, Jay Chou, Chow Yun-Fat
Genere Storico


Più opulento di ''Hero'' e ''La foresta dei pugnali volanti'', il colossal imperiale di Zhang Yimou spazia su set enormi, colori forti, e attori che non sono soggetti alle leggi di gravità. Le coreografie wuxia sono ad effetto moltiplicatore, con un numero impressionante di personaggi in azione, ed al centro una saga familiare che si sviluppa in mille intrighi.

La città proibita si svolge più di mille anni fa, durante la dinastia Tang, una delle più illustri della storia della Cina, destinata ad autodistruggersi a causa di lotte interne: tradimenti, incesti, infedeltà, omicidi. Ha affermato il regista: ''C'è un antico detto cinese che sostiene che 'oro e giada all'esterno, marciume e decadenza all'interno'. Significa che dietro un'immagine meravigliosa, spesso si nasconde una realtà oscura e spaventosa''.
Come in tutti i film di Yimou la composizione visiva è fondamentale e ''La città proibita'' sfodera una meraviglia di colori, luci e costumi che ben enfatizzano lo sfarzo. La storia rimane elemento fondamentale del film e l'azione, voluttuosamente declinata secondo il genere wuxia, è il mezzo per raccontarla. Ci sono sequenze di battaglie abbaglianti,  e non solo per la bellezza visiva, ma anche perché è durante quei momenti che vengono svelati i terribili segreti della famiglia imperiale, mentre all'esterno del palazzo scoppia un colpo di stato.

''Zhang Yimou, 56 anni, bravissimo, il regista che nel 1991 fece conoscere in Occidente con 'Lanterne rosse' l'incanto del cinema cinese, dirige due tipi di film. Quelli per i cinesi raccontano la realtà attuale del paese; quelli per il resto del mondo sono storici, ricchi dello splendore del passato o della velocità dell'azione. 'La città proibita' appartiene al secondo tipo, ed è affascinante''.
Lietta Tornabuoni, 'L'espresso'

Note - Yee Chung Man è stato candidato all'Oscar 2007 per i Miglior costumi. Consulenza storica Wang Bin.

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25 maggio 2007
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