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La colonna sonora della latitanza di Provenzano. Da Mario Merola a Julio Iglesias

28 aprile 2006

Tra i tanti, tantissimi indizi trovati dentro l'ultimo covo di Bernardo Provenzano, sono state trovate anche diverse audiocassette e un registratore corredato con una cuffietta per ascoltare le cassette senza far trapelare nulla all'esterno. Magari dentro i nastri saranno registrati i messaggi di qualche 'fedelissimo', hanno pensato gli investigatori, invece, dopo un attenta analisi, ad emergere non sono state frasi cifrate o nomi eccellenti, ma i gusti musicali del vecchio boss.
L'indizio che nel catalogo recentemente redatto dagli investigatori avrà il suo numerino, descrive il solo modo che Provenzano aveva per ingannare il tempo nelle ore interminabili trascorse durante la latitanza. Nella “hit parade” di Ziu Binnu, oltre alla colonna musicale del suo film preferito, "Il padrino" (sembra una boutade ma è così) figurano anche il "re" della canzone partenopea, Mario Merola, il "reuccio" di quella italiana, Claudio Villa, e una "regina" come Mina.
La compilation di Provenzano, infine, comprende anche un cantante "impegnato" come Bruno Lauzi, e un esponente internazionale della canzone melodica come Julio Iglesias.

Dalla decodifica dei "pizzini" invece giungono altre conferme. L'ultima lettera che il boss latitante Matteo Messina Denaro ha scritto a Bernardo Provenzano risale a gennaio scorso. È il "pizzino" più recente trovato nel covo corleonese di Montagna dei Cavalli, anch'esso agli atti dell'inchiesta della Dda di Palermo.
Tra la corrispondenza trovata nel casolare, attribuita al capomafia trapanese che si firma “Alessio”, vi sono una cinquantina di biglietti, alcuni dei quali risalgono anche al 2003. Significativo è un messaggio che Messina Denaro invia al boss nel febbraio 2005 dopo il blitz di gennaio di un anno fa che portò in cella i favoreggiatori del boss nell'operazione "Grande mandamento".
Secondo quanto scrive Messina Denaro, Provenzano dopo gli arresti avrebbe trovato un nuovo rifugio. Il boss trapanese gli chiede che si trova bene e se è tutto a posto e poi chiude la lettera ossequiandolo e scrivendo: "tuo nipote Alessio".

I Pm della procura che si occupano dell'inchiesta su Bernardo Provenzano conferiranno il 5 maggio prossimo gli incarichi ai consulenti e alla polizia scientifica per rilevare le impronte digitali sugli oggetti trovati nel covo dove è stato arrestato l'11 aprile scorso il boss latitante.
Oltre alle impronte devono essere effettuati esami anche sulle due pistole trovate nascoste sotto le pietre, sulle due macchine da scrivere e sulle banconote sistemate dentro un sacco di plastica, il cui ammontare non è stato ancora accertato perché molte mazzette sono arrotolate. Si tratterebbe di migliaia di euro. Accertamenti anche sul rilevatore di frequenze trovato l'altro ieri nel covo che permetterebbe di rilevare la presenza di microspie. Si tratta di uno scanner artigianale, funzionante, sul quale verranno avviati esami tecnici.

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28 aprile 2006
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