La confessione di Reza Khan, uno degli assassini della giornalista catanese Maria Grazia Cutuli
''Sì, ho sparato ai giornalisti. Se non l'avessi fatto mi avrebbe ammazzato''
"Così ho ucciso la Cutuli"
"Sì, ho sparato ai giornalisti. Il comandante mi ha dato l'ordine e ho aperto il fuoco. Se non l'avessi fatto mi avrebbe ammazzato".
Inizia così l'intervista esclusiva rilasciata al "Giornale" da Reza Khan, uno degli assassini della giornalista catanese del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, morta in un agguato in Afghanistan insieme ai colleghi Julio Fuentes, Harry Burton e Azizullah Haidari, sulla strada tra Jalalabad e Kabul il 19 novembre 2001.
L'uomo è detenuto in un carcere di Kabul e rischia la pena capitale, chiede perdono ai familiari degli uccisi e spiega che non era un talebano. "Mi costringevano ad andare in guerra con loro", racconta e "c'era un comandante che non mi vedeva di buon occhio perchè ero fuggito in Pakistan. Quando è caduto il regime talebano sono tornato a casa".
Nell'intervista, Reza Khan sostiene che il loro capo era Mohammed Agha che "ci ha ordinato di aprire il fuoco e lui stesso ha sparato per primo uccidendo la donna. Poi abbiamo sparato tutti". Quanto alla reazione dei quattro giornalisti caduti nell'agguato, Khan risponde che "degli altri non capivo la lingua, ma il giornalista afgano prima di morire ha detto 'sono innocente' ".
Reza Khan afferma poi che come ricompensa ha ottenuto 200 dollari e pochi giorni dopo è scappato: "prima nel Punjab e poi mi sono trasferito nel campo profughi di Jelozay, vicino a Peshawar". La colpa di tutto non è sua, assicura, "eravamo sotto il comando dei talebani che ci obbligavano a compiere questi atti", aggiunge, dicendosi pronto a farsi processare in Italia.
Fonte: La Sicilia, 7 Ottobre 2004
- dal Corriere della Sera