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La contestazione dell'Ance al ministro Matteoli

Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti: "Capisco il loro stato d'animo ma non ci sono soldi"

29 settembre 2011

Contestazione all'assemblea dell'Ance nei confronti del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli. Mentre il titolare del dicastero di Porta Pia elencava, nel suo intervento dal palco gli interventi e le misure messe in atto dal governo, sul fronte delle infrastrutture, la platea ha cominciato a rumoreggiare e fischiare e molti dei partecipanti hanno lasciato la sala. "Usciamo, vergogna, basta", hanno urlato alcuni costruttori all'indirizzo del ministro Matteoli. A protestare sarebbero stati soprattutto i giovani imprenditori dell'edilizia. "Non le hai scritte tu - hanno gridato riferendosi alle parole pronunciate dal ministro - potevi almeno leggerle prima di venire qui".
Dal canto suo, Matteoli ha interrotto per qualche istante il discorso, per poi riprenderlo. "Mi rendo conto dello stato d'animo degli imprenditori in un momento di scarsità di risorse e di crisi economica e finanziaria - ha commentato il ministro, aggiungendo - Soldi non ce ne sono. Il finanziamento per le infrastrutture avverrà attraverso la defiscalizzazione". Per Matteoli "le risorse sono indirette ma sono sempre risorse", dal momento che "non pagare gli aspetti fiscali è una risorsa anche questa".

In apertura di lavori, il presidente di Ance, Paolo Buzzetti ha comunicato che, secondo le stime dell'ente, dall'inizio della crisi i posti di lavoro persi nelle costruzioni sono stati circa 230mila. I numeri raggiungono le 350mila unità se si considerano anche i settori collegati alle costruzioni. Nel rapporto congiunturale diffuso durante l'assemblea, l'Ance stima che il momento di difficoltà che investe il settore delle costruzioni "proseguirà anche nel 2012". "In assenza di misure che possano produrre effetti immediati sulla produzione" si prevede "un'ulteriore riduzione degli investimenti in costruzioni del 3,2% in termini reali".
"Il tempo è scaduto e il decreto Sviluppo è l'ultima chance di credibilità - ha avvertito Buzzetti -. Sui pagamenti alla imprese da parte della Pa e sul dl Sviluppo non ci faremo prendere in giro. Protesteremo in maniera civile perché non sopportiamo di non essere ascoltati". "Il tempo è scaduto, facciamo sul serio - ha concluso Buzzetti - non vogliamo entrare nei meccanismi della discussione politica ma il decreto Sviluppo è l'ultimo elemento di credibilità che diamo".

"Mi rendo conto - ha quindi detto Matteoli - del momento difficile. Sono abituato a ben altro". "Questo è uno stato d'animo degli imprenditori in un periodo di scarsità di risorse. Le imprese sono in difficoltà e hanno tutta la mia comprensione" ha detto poi il ministro.
Al termine dei lavori dell'assemblea, è stato proprio uno dei contestatori a spiegare le motivazione della protesta così plateale. "Il ministro - ha detto Sandro Catalano, presidente dei Giovani dell'Ance di Trapani - è venuto senza sapere di cosa doveva parlare. E' venuto qui senza portare risposte e proposte. Qui non c'è niente per il futuro, per la crescita. Le imprese rischiano di fermarsi".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

 

 

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29 settembre 2011
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