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La contraccezione: questa sconosciuta? In Sicilia record negativo nell'utilizzo dei metodi anticoncezionali

Le siciliane ''divorziano'' dai metodi anticoncezionali

11 luglio 2005

Le siciliane ''divorziano'' dai metodi anticoncezionali. Li utilizza solo il 46%, contro la già bassa media nazionale (53%). Solo il 13% delle donne in età fertile ricorre al contraccettivo più sicuro, la pillola e il numero degli aborti risente di questo disamore: 130mila l'anno in Italia, 9000 in Sicilia; una vera e propria epidemia che negli ultimi 3-4 anni non ha accennato a diminuire. Cifre rese ancora più pesanti dal numero di giovani donne siciliane che scelgono i canali clandestini, 20mila ogni anno in Italia, 1.500 in Sicilia soprattutto adolescenti. Si tratta di risultati sorprendenti, che si contrappongono, paradossalmente, all'elevata conoscenza degli anticoncezionali tra le siciliane.
È quanto emerge dall'indagine della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) - nell'ambito della campagna nazionale ''Scegli Tu'' - realizzata nel novembre 2004 tramite 1.200 interviste 'on line' e 800 interviste telefoniche a campioni rappresentativi delle nostre connazionali tra i 15 e i 45 anni, di cui 150 svolte in Sicilia. Il dato è stato diffuso la scorsa settimana a Palermo in occasione del convegno ''La pillola oggi: attualità in tema di controllo della fertilità''.

''Analizzando i dati sulla contraccezione - commenta il prof. Paolo Quartararo, della Clinica Ostetrica e Ginecologica all'Università degli Studi di Palermo - è possibile rintracciare una corrispondenza inversa tra uso di anticoncezionali e aborti volontari. Il consumo della pillola ad esempio è aumentato dal 2 al 19% in 30 anni, a fronte di una diminuzione delle interruzioni di gravidanza da 270 a 130mila l'anno''.
Un trend positivo, a cui è corrisposto però negli ultimi 4 anni una preoccupante stasi. La pillola si è attestata a quota 21%, il numero di aborti a 130mila. ''In Sicilia - prosegue il professore - a interrompere la gravidanza sono soprattutto le donne sposate con figli. La percentuale di aborti tra le adolescenti rimane invece relativamente bassa. Almeno nelle strutture pubbliche: le ragazzine si sentono infatti costrette a rivolgersi ai canali non ufficiali. A spingerle in quella direzione sembra perlopiù la paura di affrontare direttamente con i genitori le conseguenze di una gravidanza indesiderata. Impossibilitate a rivolgersi autonomamente ai centri pubblici perché minorenni, spaventate, queste ragazzine scelgono la via più pericolosa e traumatica, in centri poco affidabili. Il risultato è un dato sugli aborti clandestini che non accenna a diminuire''. Senza dimenticare il numero di gravidanze indesiderate, portate avanti con estrema difficoltà soprattutto sotto il profilo emotivo, e che a volte sfociano in abbandoni.

Il problema però, non sembra a prima vista riconducibile, secondo l'indagine, alla scarsa conoscenza dei metodi contraccettivi. Le siciliane risultano infatti ben informate, soprattutto sulla pillola. L'88% conosce la sua capacità di ridurre l'abbondanza e la dolorosità del flusso mestruale, il 91% la sua azione sul sistema ormonale. Al di sotto della media nazionale risulta invece il profilo di sicurezza/affidabilità del farmaco (63% vs 72%), e il suo apporto alla serenità (e soddisfazione) della vita sessuale (66% vs 70%). Eppure un problema di comunicazione esiste. Molte donne (il 33% di chi fa o ha fatto uso di anticoncezionali) hanno scelto il metodo da utilizzare da sole. Tra le giovanissime la percentuale di chi privilegia il ''fai da te'' sale a un vertiginoso 53%. Vince inoltre l'informazione di gruppo, quella fornita dagli amici, dai conoscenti. Imperano i media: il 62% delle donne si informa sui temi della contraccezione sui giornali e i periodici (62%) e in televisione (29%) ed è cresciuto il numero di navigatrici sul web (20%).
Sembra quindi che le siciliane vogliano saperne di più. Lo conferma il dato secondo cui 7 siciliane su 10 chiedono maggiori campagne di sensibilizzazione sull'argomento. Bisogna rispondere a questo bisogno non tanto in termini di maggiore informazione, ma di migliore qualità. ''Solo così - sottolinea Quartararo - le siciliane e i loro partner potranno scegliere con serenità il metodo contraccettivo più adatto alle proprie esigenze''.

Ma non sono solo il gentil sesso o le coppie a dover essere ''formati''. Anche i medici di medicina generale contribuiscono spesso a mantenere il clima di incertezza. Alle donne che si rivolgono a loro per chiarire dubbi, porre domande, non sempre sono desiderosi o capaci di fornire la giusta risposta. Anche perché in tema di contraccezione, sono emersi dati nuovi che sfatano vecchi tabù. Ma il medico di famiglia, tuttologo per professione, non sempre riesce a mantenersi aggiornato.
''Per sanare questa situazione - spiega il Dr. Giuseppe Ettore, segretario regionale dell'Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) e direttore dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Azienda Ospedaliera ''Garibaldi Nesima'' di Catania - la nostra associazione in Sicilia ha predisposto un piano di interventi che vede coinvolti tutti i ginecologi ed in particolare gli operatori di consultori, degli ambulatori e dei servizi informativi sull'interruzione volontaria di gravidanza. Piano che prevede una campagna educazionale nelle scuole con programma integrato e mirato a sviluppare un progetto lavorativo che coinvolga Assessorati alla pubblica istruzione, le scuole e le ASL territoriali; la formazione degli operatori sanitari allo scopo di migliorare l'approccio comunicativo operatore/utente fortemente carente nel motivare la donna al concetto di prevenzione, salute, benessere, assiduità nei controlli; il coinvolgimento del personale non medico - ed in particolare delle ostetriche - allo scopo di far fronte al difficile momento del primo approccio ed ottimizzare la capacità di ascolto; una campagna di sensibilizzazione e prevenzione dell'aborto attraverso il coinvolgimento delle unità operative di educazione alla salute delle ASL territoriali e dei mass-media''. ''Inoltre - aggiunge il dottor. Ettore - vi sarà l'attivazione all'interno del portale web A.O.G.O.I. Sicilia di un accesso per utenti allo scopo di veicolare con facilità delle informazioni corrette; facilitare la comprensione di tematiche di patologie ginecologiche funzionali, poter chiedere pareri ad esperti, conoscere indirizzi e numeri di telefono dei responsabili dei centri ambulatoriali, dei consultori e dei centri Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) pubblici con punti di ascolto riservato allo scopo di ridurre la piaga dell'aborto clandestino''.

Fonte: ViviEnna.it

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11 luglio 2005
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