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La Corte Costituzionale boccia la legge 40

La Consulta ha bocciato alcuni commi della legge sulla fecondazione assistita

02 aprile 2009

Parziale illegittimità per la legge 40 sulla procreazione assistita, sancita oggi dalla Corte Costituzionale. La Consulta, ha infatti bocciato il limite di tre embrioni previsto dalla normativa.
La Corte ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 2, della legge 40 limitatamente alle parole "ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre", si legge in una nota della Consulta. La Corte ha altresì dichiarato l'illegittimità costituzionale del comma 3 dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, come previsto in tale norma, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna.
La Consulta ha infine dichiarato inammissibili difetto di rilevanza nei giudizi principali le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 6, comma 3, e 14, commi 1 e 4 : il primo comma vieta la crioconservazione di embrioni al di fuori di ipotesi limitate, mentre il comma 4 vieta la riduzione embrionaria di gravidanze plurime salvo nei casi previsti dalla legge sull'interruzione volontaria della gravidanza.

A fare ricorso alla Corte, con tre distinte ordinanze, sono stati il Tribunale di Firenze e il Tar del Lazio, ai quali si erano rivolti, rispettivamente, una coppia non fertile di Milano affetta da esostosi, una grave malattia genetica (con tasso di trasmissibilità superiore al 50%) che genera la crescita smisurata delle cartilagini delle ossa, e la World association reproductive medicine (Warm. Oltre alla Warm, numerose associazioni favorevoli a una pronuncia di illegittimità (Hera onlus, associazione Luca Coscioni, Cecos Italia, Sos infertilità, Amica Cicogna, Madre provetta e, tra le altre, Cittadinanzattiva), mentre a chiedere che la legge non venisse toccata, e che dunque la Corte si pronunciasse per l'infondatezza o l'inammissibilità, erano stati il Comitato per la tutela della salute della donna, la Federazione nazionale dei centri e dei movimenti per la vita.
Ora si attendono gli effetti nei centri italiani che da cinque anni si sono attenuti alle norme, con gli occhi sempre rivolti ai tribunali dove a colpi di ricorsi si è consumata una guerra legale voluta da associazioni e coppie.

IL GOVERNO - "Sono molto dubbi gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri", afferma il sottosegretario al Welfare con delega alla Bioetica, Eugenia Roccella, annunciando l'emanazione di "nuove linee guida". Queste saranno emanate sulla base dei pareri scientifici che saranno elaborati dal Consiglio Superiore di Sanità, l'organo tecnico scientifico di consultazione del ministero, che sarà ascoltato, ha detto Roccella, così come prevede la legge. "Resta il divieto di congelamento degli embrioni - ha aggiunto Roccella - e di soppressione di questi", una pratica che avviene, ha aggiunto, quando per la diagnosi preimpianto se ne producono in sovrannumero. "Mi sembra - ha quindi detto - che ora ci sia un evidente problema di interpretazione delle norme e di contraddizioni. Per questo bisognerà fare chiarezza sul piano delle pratiche che potranno essere adottate dai centri".

L'OPPOSIZIONE - "Le sentenze della Corte vanno sempre rispettate", replica il segretario del Pd. Per Dario Franceschini "i temi nuovi, come anche quello sull'idratazione e alimentazione, gradualmente richiederanno regole e che si adeguino gli strumenti legislativi. Per il nostro ordinamento, il pronunciamento della Corte non potrà che essere recepito".

LE REAZIONI - "Una bella notizia, non c'è che dire e la magistratura non è la prima volta che ci salva". Questo il commento sulla decisione di illegittimità della Corte Costituzionale del ginecologo Carlo Flamigni, uno dei pionieri della fecondazione artificiale in Italia, che aggiunge, parafrasando Alessandro Manzoni per il quale "la c'è la provvidenza" e "noi diciamo la c'è la giustizia".
"Se, come pare, la decisione della Corte ha come obiettivo quello di eliminare il divieto di creare più di tre embrioni e dell'obbligo di impianto degli embrioni creati, si produrrà come inevitabile conseguenza la possibilità di selezionare gli embrioni migliori e scartare gli altri", avverte il professor Alberto Gambino, ordinario di diritto privato e direttore del Centro di ricerca in scienze umane dell'Università europea di Roma.
"I sostenitori del Far West della provetta hanno poco da cantare vittoria - dice il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano - rispetto alle previsioni della vigilia, che lasciavano immaginare la demolizione della legge 40, la Consulta ha bocciato le ipotetiche censure sul divieto di crioconservazione e sul divieto di riduzione embrionale, accogliendo soltanto quella relativa al limite dei tre embrioni per l'impianto". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

- COSA PREVEDE LA LEGGE 40

- I COMMI BOCCIATI DALLA CONSULTA

Sale l'età delle italiane che accedono alla fecondazione assistita - A dispetto del turismo procreativo, aumentano le coppie italiane che scelgono le provette 'tricolori'. Cresce, infatti, il numero di aspiranti mamme e papà che si sono rivolti ai 342 centri di procreazione medicalmente assistita distribuiti lungo lo Stivale, passando dalle 43.024 coppie del 2005 alle 55.437 del 2007. Aumentano anche i bebè. Sulle 9.884 gravidanze monitorate nel 2007, si contano 9.137 nati vivi, tenendo conto, però, che non tutte le informazioni sulle nascite giungono poi a destinazione. Nel 2005, invece, i fiocchi affissi alle porte erano state 4.940, a fronte di 5.392 gravidanze seguite.
Ma qualche cattiva notizia, dai dati della Relazione annuale sullo stato di attuazione della legge 40, non manca. Le gravidanze trigemine toccano picchi superiori alla media europea: 3,5% a fronte di una media dello 0,8% nel Vecchio Continente, con un'ampia forbice tra i diversi centri. L'Italia se la cava meglio, invece, con le gravidanze gemellari 'semplici': la media italiana è del 18,7%, mentre quella europea si attesta al 21%.

La percentuale di gravidanze relative al trasferimento embrionale, vale a dire dalla provetta all'utero, in Italia nel 2007 si attesta al 25,5%. Più bassa rispetto al resto d'Europa, riguardo alla quale, però, gli ultimi dati disponibili risalgono al 2005, con una percentuale del 30,3%.
Ma a 'rallentare' il Belpaese "contribuisce anche l'età delle donne che decidono di rivolgersi a un centro di Pma", tiene a precisare Giulia Scaravelli, direttore del Centro operativo legge 40 e del Registro nazionale Pma dell'Istituto superiore di sanità (Iss). L'età media, tra l'altro in aumento, delle italiane che accedono alla tecniche di fecondazione assistita è di 36 anni, contro i 33,8 anni delle europee. Ma il nostro Paese se la cava decisamente meglio, come sottolineato dallo stesso sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, sulla percentuale di complicanze dovute a iperstimolazione ovarica necessaria per produrre ovuli da fecondare. [Adnkronos Salute]

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02 aprile 2009
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