Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

La Corte europea ha condannato l'Italia per la gestione dei rifiuti. Ma il ''caso Campania'' non c'entra

11 aprile 2008

La Corte europea di giustizia del Lussemburgo ha condannato l'Italia per la tardiva, e quindi non corretta, applicazione della direttiva 1999/31 volta a prevenire le ripercussioni negative sull'ambiente derivanti dalle discariche di rifiuti. L'Italia era stata deferita ai giudici Ue dalla Commissione.
Secondo l'esecutivo europeo, il decreto legislativo di applicazione della norma comunitaria violava alcuni articoli della stessa direttiva che definisce la nozione di rifiuti e di discariche. La direttiva prevede che gli Stati "elaborino una strategia nazionale per la riduzione dei rifiuti", "stabilisce regole sui costi dello smaltimento", "stabilisce la procedura di autorizzazione di nuove discariche" e "sottopone quelle preesistenti a misure particolari". Insomma, la direttiva, ricorda la Corte, "ha lo scopo di prevedere misure, procedure e orientamenti volti a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull'ambiente risultanti dalle discariche di rifiuti".
La Commissione ha accusato l'Italia di aver applicato la direttiva tardivamente e così facendo di non averla applicata bene. La Corte ha riconosciuto valide le obiezioni sollevate dall'esecutivo europeo ed ha condannato l'Italia alle spese.

"La Commissione - ha riepilogato la Corte - aveva chiesto di dichiarare che il decreto legislativo del 13 gennaio 2003, n. 36, come modificato dal decreto legge del 30 settembre 2005, n. 203, che traspone nell'ordinamento nazionale le disposizioni della direttiva del Consiglio 26 aprile 1999, 1999/31, viola gli articoli 2 e 14 di tale direttiva". "Quest'ultima definisce - ha ricordato ancora la Corte - le nozioni di 'rifiuti' e di 'discariche' - prevedendo tre tipologie: discariche per rifiuti pericolosi, per rifiuti non pericolosi nonché per rifiuti inerti, e prevede che gli Stati membri elaborano una strategia nazionale per la riduzione dei rifiuti biodegradabili, stabilisce regole riguardanti i costi dello smaltimento dei rifiuti, prevede la procedura di autorizzazione di nuove discariche e sottopone quelle preesistenti a misure particolari. Entrata in vigore il 16 luglio 1999, il termine di trasposizione è scaduto il 16 luglio 2001". "A seguito di un reclamo in cui veniva segnalata una non corretta trasposizione della direttiva 1999/31 - ha detto la Corte - la Commissione inviava all'Italia una lettera di diffida e la invitava a fornire informazioni sull'esatto numero di discariche cui non erano applicabili le disposizioni relative alle nuove discariche". Non soddisfatta dai chiarimenti la Commissione ha in seguito proposto ricorso in esame.

Per la Commissione, con la trasposizione tardiva della direttiva europea (il 27 marzo 2003 invece che entro il 16 luglio 2001), il trattamento applicato dall'Italia alle discariche autorizzate fra il 16 luglio 2001 e il 27 marzo 2003 è stato quello riservato alla discariche preesistenti e non quello previsto per le discariche nuove, più rigoroso. Inoltre per l'esecutivo Ue la direttiva europea, che fissa regole transitorie relative alle discariche di rifiuti pericolosi, dispone che a partire dal 16 luglio 2002 esse si applicano alle discariche preesistenti, mentre il decreto legislativo n. 36/2003 non prevede l'applicazione di tali disposizioni alle stesse discariche, limitandosi, invece, a prevedere regole transitorie unicamente per le discariche nuove.
Il caso non ha comunque legami con il problema dei rifiuti in Campania.

[Informazioni tratte da La Stampa.it, Corriere.it, HelpConsumatori.it]

La condanna Ue non è contro la Campania, ma riguarda il governo Berlusconi
di Conchita Sannino (Napoli/la Repubblica, 10 aprile 2008)

Un atto d'accusa contro tutte le discariche italiane sorte dal 2001 in poi. E' la condanna emessa dalla Corte di Giustizia europea sul caso rifiuti contro Roma. Un dispositivo che non riguarda assolutamente il contenzioso in corso sul disastro Campania, né la gestione della crisi del supercommissario Gianni De Gennaro o dei suoi predecessori.
Lo chiarisce a Repubblica, da Bruxelles, Pia Bucella, l'alto funzionario che guida la Direzione generale Ambiente ed è dirigente della comunicazione e degli affari giuridici della Commissione europea. "La vicenda Campania non interferisce con questa sentenza. Il pronunciamento della Commissione europea deriva invece da un contenzioso avviato dalla commissione europea nel 2003 - spiega la dottoressa Bucella - E punta il dito sul modo di intendere e di gestire le discariche in Italia".
In sintesi, il verdetto della Corte di giustizia riguarda il procedimento aperto da Bruxelles nel 2003 contro l'allora governo Berlusconi, messo sotto accusa per non avere ottemperato al dispositivo che già nel 1999 dettava condizioni e regole rigidissime in materia di autorizzazione, allestimento e gestione delle discariche che insistono in tutto il territorio italiano.
Il verdetto, per ora, non impone multe. Ma autorizza la commissione europea, che rappresentava la pubblica accusa in tale procedimento, ad esigere che l'Italia applichi rigorosamente il diritto comunitario. Se da Palazzo Chigi si continuasse a non assolvere a tale obbligo, fanno notare fonti della commissione, allora si potrebbe arrivare ad un secondo pronunciamento di condanna da parte dei giudici. In tal caso, il dispositivo comporterebbe anche una serie di penali salatissime.

Spiega la dottoressa Bucella: "La direttiva comunitaria che risale al 1999 obbligava i Paese membri e quindi anche l'Italia a recepire le nuove norme in materia di allestimenti di siti per i rifiuti entro il luglio del 2001. Tuttavia il governo italiano non solo rispose con quasi due anni di ritardo, cioè nel 2003. Ma inoltre non recepì quelle regole. Anzi le contestò, obiettando che avrebbe conferito la nuove veste alle discariche solo a partire dal 2009". Ovvero: con otto anni di distanza rispetto a quanto imponeva la norma della commissione europea. Si trattò, sostenne allora la commissione, "di un atto palese di violazione del diritto comunitario".
In concreto, quante sarebbero in Italia le discariche sorte in contrasto con le norme dettate da Bruxelles? "Ah. E' una bella domanda. Vorremmo saperlo anche noi. Ma purtroppo lo chiediamo dal 2003 - scuote la testa l'alto funzionario - E non abbiamo mai avuto risposte".

 

 

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

11 aprile 2008
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia