Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

La crisi adesso minaccia la "casta"

Le casse della Regione siciliana a secco: saltano gli stipendi dei deputati

26 luglio 2012

La Regione Siciliana, a causa della poca liquidità, non ha trasferito in tempo i fondi per i pagamenti ai 90 deputati e ai dipendenti dell'Assemblea regionale siciliana, e per la prima volta nella storia dell'Ars gli onorevoli deputati non prenderanno la paga con puntualità ma forse tra un mese. La Regione, attraverso il fondo pensioni ha anche inviato una lettera ai dipendenti andati in pensione comunicando ritardi nell'erogazione del Tfr. Come dire: "alla fine tanto tuonò che piovve".
Gli ottimisti prevedono che il ritardo sarà di una decina di giorni e che tutto tornerà regolare molto presto, ma intanto trova conferma la crisi di liquidità di cui in questi giorni ha parlato il governatore Raffaele Lombardo, il quale ha sempre respinto l'allarme su un possibile default e che soltanto ieri ha rassicurato il premier Mario Monti sulla solidità del bilancio. I conti saranno a posto, ma il posto più invidiato dai siciliani sembra comincia a produrre i primi scricchiolii.

La cosa che sorprende veramente è che in 66 anni di autonomia statutaria non si era mai verificato che le casse della Regione fossero così al verde. Con un bilancio di 27 miliardi, sembrava una bazzecola per palazzo d'Orleans tirare fuori i circa 160 milioni annui da destinare all'Ars per pagare i deputati (13 mila euro netti al mese) e i 293 dipendenti (oltre ai 78 che lavorano nei gruppi), alcuni dei quali, come i consiglieri parlamentari, sfiorano la cifra di 10 mila euro.

Il ritardo non è stato senza conseguenze: il presidente dell'Ars, Francesco Cascio (Pdl), si è scagliato contro l'assessore all'Economia Gaetano Armao, reo di trattare i deputati "come un qualunque fornitore" e spiega che i suoi rapporti con il governo regionale di Raffaele Lombardo sono "più di odio che d'amore". "L'assessore all'Economia Gaetano Armao tratta l'Ars alla stregua di un qualunque fornitore, o di un ente. Ma l'Ars è un organo istituzionale di valenza costituzionale e di conseguenza l'erogazione dei trasferimenti sono sempre stati effettuati d'ufficio. Da quando c'è l'assessore Armao si tende a stravolgere questo concetto, e quindi l'Ars passa in coda rispetto ai fornitori, e questo non è possibile. Lo faremo presente al ragioniere generale, affinché non si verifichi più questo problema che crea un po’ di imbarazzo anche nei rapporti tra Regione e Ars". "Il ritardo nel pagamento degli stipendi dei deputati e del personale dell'Ars - ha aggiunto - è collegato a un tardivo accreditamento di parte della somma, in tutto circa 81 milioni, che la Regione doveva trasferire nel primo semestre all'Ars, a questa cifra mancano ancora 5 milioni di euro, ritardo dovuto alle complessive difficoltà finanziarie".

Ieri, prima di entrare in aula (le sedute andranno avanti ad oltranza fino al 31 luglio, quando Lombardo di dimetterà, nel tentativo di approvare norme per ridurre la spesa, ndr) qualche deputato ha voluto sottolineare che le indennità ai parlamentari dovranno essere pagate dopo il mensile dei dipendenti "che vivono di stipendio", ha detto il capogruppo del Pid Rudy Maira. Per Toto Cordaro (Pid) "non si capisce come mai gli assessori non eletti ricevono puntualmente gli stipendi e i parlamentari no".
Intanto, il responsabile Economia del Pd siciliano, l'ex assessore al Bilancio Franco Piro, spinge perché la spesa dell'Ars sia parametrata, a partire dalla prossima legislatura, su 70 deputati, con un risparmio che secondo i suoi calcoli si aggirerebbe intorno al 40%. 70 non è un numero a caso: il Senato, infatti, ha già approvato la riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei deputati, voluta dall'Ars; ma il rischio è che non ci sia tempo, da qui alle elezioni anticipate del prossimo 28 e 29 ottobre, perché il provvedimento passi anche alla Camera. "Ma anche in questo caso - ha spiegato Piro - si potrebbe intervenire con la riduzione delle indennità e delle spese per il personale. Sarebbe un bel segnale".

A regolare gli stipendi dei parlamentari ci pensa una legge del 1965, la numero 44, approvata dopo 19 anni dall'istituzione dell'Assemblea regionale siciliana (nata prima della Repubblica). Con una scelta tanto autonoma quanto arbitraria, l'Ars decise di far riferimento al trattamento del Senato. Nessuno ebbe da ridire, e ancora oggi lo Statuto autonomista, come ha spiegato ieri pomeriggio alla Camera il ministro Piero Giarda, non consente ingerenze dello Stato in materia di bilancio della Regione. Ma adesso nel fortino blindato di palazzo dei Normanni cominciano a scarseggiare i "viveri".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica.it, Corriere.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

26 luglio 2012
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia