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LA CRISI IMMORALE

Dal XIV congresso regionale della Cgil: ''La difficile situazione economica scarica i costi sulla fascia più debole e sui giovani''

18 marzo 2010

Davanti alla platea di 388 delegati presenti al XIV congresso regionale della Cgil che si è aperto ieri a Campofelice di Roccella (Pa), il segretario Mariella Maggio, nella sua relazione d'apertura ha fatto un quadro impietoso della crisi, nel paese e in Sicilia, una crisi che ha definito "immorale", perchè "sta scaricando i suoi costi sulla fascia più debole della popolazione, su coloro che non sono responsabili della situazione in atto".
In Sicilia il tasso di disoccupazione raggiunge il 27,1%, oltre il doppio di quello che viene normalmente riferito dall'Istat, pari al 13,3%, che secondo il segretario generale della Cigl siciliana "non è realistico".
"Se negli anni passati la povertà aggrediva principalmente gli anziani - ha detto Mariella Maggio - oggi investe prepotentemente le giovani generazioni. Se per gli anziani la percentuale di rischio povertà è del 9,6%, per i giovani è del 19,3%". Il potere d'acquisto di salari e pensioni in Sicilia, secondo le stime della Cgil, registra un 30% in meno rispetto alla media nazionale.

Nel fissare al 27,1% il tasso di disoccupazione, la Cgil si mette in linea con i dati dello Svimez. "Non si può, e in questo siamo in compagnia con la Svimez, lasciare fuori dal computo le non forze lavoro - ha specificato Maggio - coloro che non sono più presenti sul mercato del lavoro perchè scoraggiati".
Per la Cgil il 48% delle famiglie siciliane vive in una condizione di "povertà relativa". "Se la soglia infatti è 999,67 euro per un nucleo di due persone - ha sostenuto il segretario Maggio - considerando che le famiglie siciliane sono prevalentemente monoreddito e composte da 3 o 4 persone si arriva a questa percentuale. La conferma delle difficoltà delle famiglie viene dal dato sull'indebitamento, cresciuto del 160%".
Per Maggio, inoltre, se si tiene conto che in sette anni è stato cancellato il valore aggiunto dell'industria siciliana (dal 2002 al 2009 -24% nel manifatturiero e -22% nelle costruzioni) "si vede come la crisi siciliana sia una crisi della domanda aggregata (calo dei consumi e degli investimenti), mentre quella del centro nord è essenzialmente una crisi di offerta. Occorre dunque - ha sottolineato - che i governi nazionale e regionale sostengano la domanda aggregata con politiche monetarie che contrastino la spirale depressiva e la crisi di liquidità".

In sala, ad ascoltare la relazione di Mariella Maggio, i segretari regionali di Cisl e Uil, Maurizio Bernava e Claudio Barone, l’assessore regionale alla sanità, Massimo Russo, il segretario del Pd Giuseppe Lupo, il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici.

Una sintesi della relazione:
LA CRISI - E’ una crisi che sta determinando nuove povertà, ha rilevato Maggio. Se negli anni passati la povertà aggrediva principalmente gli anziani oggi investe prepotentemente le giovani generazioni. Se per gli anziani la percentuale di rischio povertà è dell’9,6%, per i giovani è oggi del 19,3%. Il potere d’acquisto di salari e pensioni accusa in Sicilia, secondo le stime della Cgil, un 30% in meno rispetto alla media nazionale. In un quadro di economia in "caduta libera" - col Pil sceso dal 2002 al 2009 del 2,2%, (in più il disastro del -5% tra il 2008 e il 2009), i consumi calati del 2,4% e gli investimenti fissi lordi del 13,6%, le esportazioni in ribasso del - 40% - il tasso di disoccupazione, secondo la segretaria della Cgil, raggiunge il 27,1%, oltre il doppio di quello che viene normalmente riferito (13,3%), che a parere della Maggio "non è realistico". "Non si può, e in questo siamo in compagnia con la Svimez, lasciare fuori dal computo - ha sottolineato - le 'non forze lavoro', coloro che non sono più presenti sul mercato del lavoro perché scoraggiati”. Anche la lettura della 'povertà relativa' offerta dalla Cgil offre dati più drammatici di quelli usuali: riguarda secondo Mariella Maggio il 48% delle famiglie siciliane. Se la soglia infatti è 999,67 euro per un nucleo di due persone, considerando che le famiglie siciliane sono prevalentemente monoreddito e composte da 3 o 4 persone, ha rilevato Maggio, si arriva a questa percentuale. La conferma delle difficoltà delle famiglie viene dal dato sull’indebitamento, cresciuto del 160%.
Per Maggio, inoltre, se si tiene conto che in 7 anni è stato cancellato il valore aggiunto dell’industria siciliana (dal 2002 al 2009 -24% nel manifatturiero e -22% nelle costruzioni) si vede come la crisi siciliana sia una crisi della domanda aggregata (calo dei consumi e degli investimenti), mentre quella del centro nord è essenzialmente una crisi di offerta. "Occorre dunque - ha sottolineato - che i governi nazionale e regionale sostengano la domanda aggregata con politiche monetarie che contrastino la spirale depressiva e la crisi di liquidità".
Maggio ha definito la vertenza Fiat "una metafora di tutti i mali dell’industria siciliana". "Termini - ha sottolineato - paga lo scotto di classi politiche inadeguate, di managment attratti dall’economia di carta piuttosto che dall’economia reale, di mancanza di strategie basate sull’innovazione di prodotto, del saccheggio di risorse pubbliche". Su Termini Imerese la Maggio ha ribadito che la Cgil si batterà fino in fondo perché vi rimanga la Fiat e si continui in ogni caso a produrre auto.

L’AZIONE DI GOVERNI - Insufficiente e sbagliata, per la Maggio, quella del governo nazionale che, per ultimo, muove le prime pedine di una Banca del Sud che "serve ben poco alla Sicilia". "Le nostre imprese - ha sottolineato Maggio - e le nostre famiglie hanno bisogno di strutture bancarie legate alle esigenze del territorio, in grado di sostenere investimenti e che sappiano collegarsi alle politiche di sviluppo sostenute dal partneriato economico e sociale". Per il resto la Maggio ha criticato "lo scippo dei fondi Fas e di quelli degli Enti locali e una politica fiscale che non aiuta i meno abbienti". Sulla classe politica regionale, Maggio ha sollevato un problema di qualità di una rappresentanza e di governi che non hanno saputo fare gli interessi della Sicilia né produrre un programma di sviluppo adeguato.

LA FIDUCIA NEL FUTURO E LA FORZA DELLA PROPOSTA - La segretaria della Cgil propone "un’azione comune unitaria delle rappresentanze sociali per far sì che la politica regionale esca dal ring di una battaglia continua e cominci ad agire in concreto". Per la Maggio il primo banco di prova se si vuole cambiare pagina è il bilancio della Regione. Sul bilancio, la Cgil sollecita un confronto tra l’intero partneriato economico e sociale e il governo. "Urgono - ha specificato Maggio - politiche selettive e coerenti con un’idea di sviluppo. E' necessario liberare risorse per destinarle allo sviluppo produttivo". "Occorre concentrare tutte le risorse disponibili per uscire dalla crisi". E in questa direzione vanno pure utilizzati di 4 miliardi di fondi Fas restituiti alla Sicilia e i fondi strutturali. La Maggio annuncia anche che, finita la stagione congressuale, la Cgil proporrà alle istituzioni politiche, al partneriato economico e sociale, alle associazioni alle Università di lavorare insieme a una proposta per un federalismo in chiave euromediterranea.

LE PRIORITÀ PROGRAMMATICHE - Per Mariella Maggio sono la riforma della pubblica amministrazione, quella che definisce la 'rivoluzione' energetica, la forestazione produttiva, la messa in sicurezza del territorio, la bonifica dei siti inquinati, l’infrastrutturazione, la questione dei rifiuti, la lotta contro il lavoro nero e l’illegalità. E un piano contro le povertà, vecchie e nuove, e per l’inclusione sociale che sappia portare a buon fine le risorse economiche della regione, dei comuni e delle province. Per la segretaria della Cgil "tutte le priorità programmatiche hanno come presupposto il funzionamento della pubblica amministrazione, la cui riforma non è più rinviabile, per rendere la P.A. efficiente eliminando nicche di privilegi ed eccessi burocratici che mal si conciliano con l’obiettivo di rilanciare la capacità della nostra regione di attrarre investimenti". Secondo la Maggio sono poi fondamentali le politiche energetiche che devono essere calibrate sulle fonti rinnovabili e a scarso impatto ambientale. Inoltre le politiche per la messa in sicurezza del territorio e delle abitazioni, alla luce anche dei più recenti disastri ambientali. A fare da cornice a qualunque azione deve essere la lotta contro la mafia, argomento sul quale la Cgil "continuera a vigilare affinché non ci siano passi indietro, col convincimento che per sconfiggere davvero le mafie occorre una rivoluzione culturale. Che il popolo siciliano, cioè, riconosca nella mafia un pericoloso nemico da abbattere". In assenza di risposte coerenti da parte di chi governa per la Maggio "non restano alternative a un movimento popolare con in testa le tre confederazioni sindacali".

LA LOTTA CONTRO IL LAVORO NERO E PER I DIRITTI DEI MIGRANTI - Dall’esperienza del Laboratorio Zeta a Palermo alle vicende dei cosiddetti centri di accoglienza ai tanti episodi di sfruttamento che emergono dalle cronache: la questione dei diritti degli immigrati e delle azioni per evitare lo sfruttamento, il mercato delle braccia, le infiltrazioni criminali i nuovi razzismi sono una delle priorità dell’azione della Cgil. E per segnalarlo il sindacato annuncia una maggiore presenza di immigrati nei propri organismi dirigenti.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Cgil Sicilia.it]

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18 marzo 2010
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