La crisi nucleare con Teheran è all'inizio: l'Iran ha oggi 3.000 centrifughe per l'arricchimento dell'uranio
Quello che doveva essere il cammino verso la soluzione della crisi nucleare con l'Iran è passato da Roma. Proprio l'Italia infatti, attraverso Romano Prodi, ha espresso nel corso di alcuni colloqui nella Capitale che si sono tenuti qualche settimana fa, la necessità del ''dialogo'' come ''unico strumento per pervenire ad una soluzione'' della crisi. Prodi ha invitato Teheran a ''rispettare il calendario dell'Agenzia per l'energia atomica (Aiea)'' e sottolineato il ruolo di ''facilitatore del dialogo'' nell'incontro con i negoziatori iraniani Ali Larijani e Said Jalili, che il 30 ottobre scorso hanno incontrato l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'UE, Javier Solana.
La mediazione italiana è piaciuta all'ex negoziatore Larijani: nei colloqui a Roma, ha detto, sono state avanzate ''idee costruttive in grado di portare a ulteriori progressi''.
Ma sull'Iran però continua a pesare la posizione e gli avvertimenti di Washington, espressi da Condoleezza Rice. Il segretario di Stato ha ribadito che Teheran costituisce ''la più importante sfida per la sicurezza degli Stati Uniti''. Non solo per il programma nucleare ma anche nei comportamenti assunti in Iraq, con il sostegno alle milizie sciite. Gli Stati Uniti, ha avvertito la Rice, ''stroncheranno le attività malefiche'' della Repubblica Islamica.
Gli Stati Uniti hanno quindi annunciato nuove sanzioni contro Teheran designando le forze della Guardia Rivoluzionaria Iraniana, Al Quds, come responsabili della proliferazione di armi di distruzione di massa per il loro sostegno al terrorismo. Le misure restrittive annunciate dal Dipartimento di Stato e dal Tesoro, nel tentativo indurre Teheran a rinunciare al programma nucleare, riguardano oltre venti compagnie iraniane, banche ed individui, comprese le forze militari.
L'amministrazione Bush ha deciso di muoversi autonomamente per le sanzioni contro Teheran, visto lo stallo che si è creato all'Onu per la resistenza a una nuova risoluzione mostrata da Russia e Cina. ''Questo implica che nessun cittadino e organizzazione privata statunitensi possono avere transazioni finanziarie con queste persone o entità'', ha precisato in una nota la responsabile della diplomazia americana. ''Tale iniziativa contribuirà a tutelare il sistema finanziario internazionale da attività illecite del governo iraniano. Sono un efficace deterrente per qualsiasi banca e società internazionali che pensassero di fare affari con il governo iraniano'', ha aggiunto Rice.
E se per il premier iraniano Mahmoud Ahmadinejad le risoluzioni e le sanzioni dell'Onu contro l'Iran sono ''carta straccia'' (''Il cosiddetto dossier del Consiglio di Sicurezza è una pila di fogli senza alcun valore. Possono aggiungere altra carta straccia ogni giorno, visto che non avrà alcun effetto sulla volontà della nazione iraniana''), quelle annunciate dagli Usa sono inaccettabili perché ''contrarie alla legalità internazionale''.
Il presidente iraniano ha dunque rilanciato la sfida sul nucleare annunciando, giusto oggi, che ''l'Iran si è già dotato di 3.000 centrifughe per l'arricchimento dell'uranio''. L'Iran, insomma, ha conseguito uno degli obiettivi-chiave del proprio programma nucleare, fase preliminare rispetto alla produzione vera e propria di energia atomica. ''Abbiamo ormai raggiunto le tremila centrifughe'', ha proclamato in tono trionfante davanti alla folla riunita a Birjand, nel nord del Paese, l'oltranzista presidente iraniano, sottolineando come un risultato di tale portata sia stato realizzato a dispetto delle pressioni internazionali su Teheran affinché ponesse fine alle attività in campo nucleare, e nonostante le sanzioni imposte in due successive occasioni alla Repubblica Islamica dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
La soglia di 3.000 centrifughe rappresenta un modulo che permette teoricamente, e a condizione di funzionare in modo ottimale, di ottenere in meno di un anno uranio altamente arricchito sufficiente per una bomba atomica.