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La cultura in Sicilia non chiuderà

Sull'orlo del baratro, la promessa dell'assessore Michela Stancheris

30 gennaio 2014

"La cultura in Sicilia non chiude, i teatri non chiudono, le attività concertistiche e quelle dello spettacolo non moriranno, perché questo Governo non lo consentirà. L'impugnativa ha segnato un colpo pesante per quanto riguarda i finanziamenti alla cultura".
Lo ha detto l'assessore al turismo della Sicilia, Michela Stancheris dopo l'impugnativa della Legge Finanziaria. "A fronte di più di 47 milioni di euro previsti dalla Finanziaria, che segnavano un incremento di oltre il 5% rispetto a quanto destinato dalla Finanziaria dello scorso anno, saranno disponibili a seguito dell'impugnativa poco più di 5 milioni di euro - dice - Oltre al danno, la beffa: nell'impugnativa finisce anche il RIS, il Fondo di Rotazione per la Salvaguardia, quotato 15 milioni di euro in seno all'IRFIS, che ero riuscita a fare approvare all'ARS proprio per avviare il consolidamento economico-finanziario degli enti e delle fondazioni a partecipazione regionale. Il Presidente Crocetta ed io ci siamo fatti carico del problema; il Presidente ne sta discutendo con il Governo nazionale, mentre io ho già avviato interlocuzioni con il MiBACT e ho chiesto formalmente l'avvio di un tavolo tecnico permanente per affrontare la questione".

L'Assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo vuole rassicurare gli operatori dell'impegno serrato che sta coinvolgendo il Governo regionale per uscire da questa incredibile situazione: "il Governo nazionale deve prendersi la responsabilità assieme a noi delle conseguenze che comporta un irragionevole taglio dell'88% degli stanziamenti: 950 posti di lavoro a tempo indeterminato a rischio, solo tra le fondazioni e gli enti pubblici, senza considerare l'indotto; un'incidenza negativa occupazionale per l'associazionismo privato di oltre 600 unità; e soprattutto il rischio che si disperda un immenso patrimonio umano e culturale siciliano. Il nostro è un Governo regionale che pur in un momento di drammatica crisi aveva deciso di investire maggiormente nel settore culturale, poiché strategico anche per l'economia e il turismo della regione. Noi ci siamo presi le nostre responsabilità avendo predisposto gli strumenti normativi e finanziari che avrebbero consentito il risanamento e il rilancio; lo Stato ha fermato tutto, ma la cultura non può più attendere. Siamo solidali con i lavoratori, vittime come noi in questa situazione".

"Sono pronta a fare tutto quanto necessario: al Ministro Bray ho chiesto l'apertura di un tavolo tecnico, poiché a prescindere da questioni di bilancio la politica è chiamata a fare delle scelte. Far morire la cultura siciliana non è un buon affare per nessuno, né per noi, né per il Paese. Siamo depositari di un valore storico culturale ineguagliabile e lo Stato deve sentire come noi la responsabilità di salvaguardare questo patrimonio. Non chiediamo aiuto, perché ce l'avremmo fatta tranquillamente da soli, chiediamo una soluzione a questo crisi causata da un impugnativa che critichiamo nel merito e che ci sta causando gravissimi danni. Ho faticato dieci mesi per cercare di stabilizzare la situazione economica e finanziaria, specie per quanto riguarda i teatri pubblici; oggi qualcuno vuole che si interrompa un percorso faticoso di risanamento e di rilancio. Non io né il Presidente Crocetta lo permetteremo". [Adnkronos]

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30 gennaio 2014
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