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La Dia ha sequestrato beni per un valore di 300 milioni di Euro al ''cassiere'' di Matteo Messina Denaro

01 febbraio 2008

Trecento milioni di euro: a tanto ammonta il valore dei beni sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia siciliana all'imprenditore della grande distribuzione, Giuseppe Grigoli, 59 anni, ritenuto il prestanome del boss mafioso di Castelvetrano (Trapani), Matteo Messina Denaro, ultimo capo storico di Cosa nostra ancora latitante.
Già il 20 dicembre scorso a Grigoli erano stati sequestrati una società, la 'Gruppo 6 Gdo', e decine di supermercati a marchio 'Despar' in tutta la Sicilia (leggi). Ulteriori indagini hanno consentito di individuare adesso un'altra società, la 'Grigoli Distribuzione srl' costituita da quote sociali (per 14 mln di euro), beni aziendali e strumentali, oltre a un patrimonio immobiliare immenso, costituito da centinaia di terreni e di fabbricati in tutta la Sicilia (133 terreni per una estensione complessiva di circa 60 ettari, 220 fabbricati ubicati in varie parti della Sicilia).

Il provvedimento di sequestro è stato chiesto dai pm della Dda di Palermo Michele Prestipino, Marzia Sabella, Roberto Piscitello e Costanino De Robbio, e dai Procuratori aggiunti Roberto Scarpinato e Giuseppe Pignatone, e accolto dal gip Donatella Puleo.
L'attività di ricostruzione economico patrimoniale svolta dalla Dia di Palermo ha consentito di far luce su una serie di movimenti finanziari che legano strettamente la Srl 'Gruppo 6 Gdo' e la 'Grigoli Distribuzione', "per cui - spiegano gli investigatori - si può affermare che le due società sono espressione di un'unica realtà imprenditoriale".
Dagli accertamenti della Dia è emerso, inoltre, che il Gruppo 6 Gdo "risulta essere locataria di ben venti immobili dalla Srl Grigoli Distribuzione, immobili nei quali sono allocati altrettanti punti vendita Despar, gestiti dalla Gruppo 6 Gdo - spiegano ancora i magistrati -. L'avvenuta separazione nelle due società, entrambe riconducibili a Giuseppe Grigoli, tra la proprietà degli immobili e la gestione dei supermercati, comporta che allo stato la Srl Gruppo 6 Gdo, per svolgere la sua attività, debba pagare un canone di locazione alla Srl Grigoli Distribuzione". Se si considera l'importo dei canoni, emerge che la Gruppo 6 Gdo versava alla Grigoli Distribuzione oltre quattro milioni di euro, "per cui - dicono gli investigatori - ne discende che attraverso questo modus operandi la quasi totalità di quanto la società di gestione riceve dalla sua attività imprenditoriale, viene riversata nell'altra società del gruppo". Queste circostanze "rendono evidente che il rapporto tra le due società è tale per cui oltre ad una immedesimazione delle due realtà economiche, ne consegue anche che Giuseppe Grigoli continua ad esercitare una incisiva influenza sulla Gruppo 6 a mezzo della Grigoli Distribuzione".

Giuseppe Grigoli, ritenuto il ''cassiere'' di Matteo Messina Denaro, è stato arrestato nel dicembre scorso con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Gli investigatori sono giunti a lui anche grazie all'analisi dei pizzini ritrovati nel covo dove è stato arrestato Bernardo Provenzano. In particolare, in alcuni dei messaggi scambiati dal boss corleonese con Messina Denaro e l'agrigentino Giuseppe Falsone, si discuteva della presenza nell'agrigentino di supermercati riconducibili a Grigoli.

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01 febbraio 2008
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