La Diesel dovrà continuare a far realizzare i suoi jeans anche a Bronte
La Diesel dovrà continuare a realizzare i suoi jeans anche nella fabbrica del Consorzio siciliano manufatturiero (Csm) di Bronte per almeno altri cinque anni, con una produzione annua di 890 capi l'anno per garantire 300 posti di lavoro e i 10 milioni di euro investimenti sostenuti negli ultimi anni dal Csm per fare fronte alla richieste della società di moda.
E' quanto prevede un'ordinanza emessa dal Tribunale di Bronte che ha accolto le richiesta dell'azienda manufatturiera etnea, rappresentata dal prof. Giorgio Floria del foro di Milano. Contro la decisione del giudice, che è esecutiva, la Diesel potrà presentare reclamo alla Corte d'appello civile di Catania.
La vertenza avviata dalla Csm aveva preso spunto, secondo la tesi dei ricorrenti, dalla decisione della Diesel di ridurre la produzione in Sicilia, che era calata da 890 mila a 140 mila capi l'anno, trasferendola all'estero in Paesi dove il costo per capo di jeans è meno caro. "Non capisco la posizione di Diesel - ha commentato Franco Catania, imprenditore del Csm - a noi ogni capo lavorato lo paga sette euro, anche se avesse risparmiato il 50% all'estero, scendendo a 3-4 euro, quanto sarebbe cresciuto l'utile, visto che ogni jeans viene venduto non meno di 150 euro? Cifre irrisorie rispetto al loro fatturato. Speriamo che se ne rendano conto alla luce di questa ordinanza".
"E' un'ordinanza che afferma il diritto dei dipendenti del Csm di Bronte a mantenere il proprio posto di lavoro e che premia l'intero territorio riconoscendo la qualità della produzione e l'eccellenza tecnologica che contraddistingue il polo tessile etneo", ha affermato il presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione. "In un periodo di crisi come l'attuale, questa vittoria assume un valore doppio - ha osservato Castiglione - da un lato si evitano i licenziamenti che sarebbero irrimediabilmente scaturiti dalla riduzione della commessa di circa l'80%, dall'altro si aprono nuove prospettive occupazionali e di sviluppo". [ANSA]