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La difesa di Giocchino Genchi ha chiesto il dissequestro degli archivi

Il Tribunale del Riesame di Roma deciderà sul dissequestro del discusso ''Archivio Genchi''

09 aprile 2009

La difesa di Gioacchino Genchi, l'ex consulente dell'ex pm Luigi De Magistris, ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Roma, chiedendo il dissequestro degli atti, relativi all'archivio, fatto il 13 marzo scorso dalla dalla Procura della Repubblica di Roma (LEGGI). Il Riesame, presieduto da Francesco Taurisano, si è riservato la decisione sul dissequestro che sarà depositata entro domani. L'indagine dell'ufficio del pubblico ministero della capitale si occupa di una serie di risvolti di inchieste alle quali si è interessato Genchi, sospeso cautelativamente dalla polizia (LEGGI), come consulente di varie Procure. 
 
Nell'inchiesta, coordinata dagli aggiunti Nello Rossi e Achille Toro e affidata al pm Andrea De Gasperis, Gioacchino Genchi è indagato per tre ipotesi di reato e cioè: violazione della privacy, abuso d'ufficio e accesso abusivo ad un sistema informatico per quanto riguarda gli accessi all'Anagrafe della Agenzia delle Entrate, in merito alla consulenza avuto per le inchieste 'Why Not' e 'Poseidone' di De Magistris.
L'ex consulente è sotto inchiesta anche per la possibile violazione delle procedure per una eventuale opposizione del segreto di Stato da parte della presidenza del consiglio in merito all'acquisizione di tabulati di appartenenti ai servizi di sicurezza tra cui tra cui quello dell'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari.

Ieri nel corso dell'udienza davanti al Tribunale dove la pubblica accusa è stata rappresentata dal pubblico ministero De Gasperis, Genchi, assistito dall'avvocato Fabio Repici, ha sostenuto che tutto il materiale ora a disposizione della Procura di Roma è stato legittimamente raccolto avendo egli svolto i suoi accertamenti in base agli incarichi di consulente ricevuto dalle varie Procure italiane. "Abbiamo dimostrato al Riesame che l'attività di Genchi - ha detto l'avvocato Repici - era assolutamente lecita. Alcune delle consulenze erano state delegate anche dalla procura di Roma che ora ha messo sotto indagine il mio assistito. Si tratta di un sequestro illegittimo".

Il pm De Gasperis si è opposto al dissequestro. Secondo la Procura non si contesta a Genchi l'acquisizione di tabulati (sono milioni i dati acquisiti e circa 13 milioni di utenze telefoniche) per conto delle Procure, bensì la confluenza degli stessi dati, acquisiti in circa dieci anni di attività per le procure di mezza Italia, in un unico data-base dal quale, secondo quanto accertato, si poteva entrare anche dall'esterno via web grazie a una password.
I server gestiti da Genchi sono stati ribattezzati "Ciampi" e "Gifuni". Il nome dell'ex presidente della Repubblica e dell'ex segretario generale del Quirinale, sono stati trovati sui due server a Palermo, dai carabinieri del Ros durante le perquisizioni e i sequestri disposti dalla procura della Repubblica di Roma dove Genchi è indagato.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, SiciliaInformazioni.com]

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09 aprile 2009
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