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La differenza tra migrazione e terrorismo

Il ministro Alfano in Sicilia: "L'allerta terrorismo rimane altissima, ma bisogna pensare alle migliaia di minori migranti spariti nel nulla"

14 gennaio 2015

"Per noi l'allerta rimane altissima, lo è da tempo ormai. Del resto l'Italia fa parte di una coalizione che combatte il terrorismo dal 2011". Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, ieri è stato a Palermo in riunione con la Commissione regionale antimafia. A margine della riunione, il ministro ha risposto ai cronisti ed ovviamente gli argomenti maggiormente trattati sono stati quelli sul pericolo terrorismo e l’immigrazione.
"Vedremo gli esiti dell'inchiesta della Procura di Palermo, fin qui non è emerso nulla. Noi abbiamo rafforzato ogni forma di controllo ed è importante ribadire che i due francesi parlavano francese ed erano francesi", ha detto Alfano parlando dell'inchiesta della Procura di Palermo che indaga su eventuali infiltrazioni di terroristi tra i migranti soccorsi nel Canale di Sicilia (LEGGI).

"Il tema dei 'lupi solitari' - ha aggiunto Alfano - è molto grave perché risponde a una modalità di reclutamento del califfo che si fonda non molto su cellule organizzate, ma da quando la nuova struttura dell'Islamic state sembra avere preso il sopravvento su Al Queda il reclutamento avviene anche con modalità individuali. Questo produce il rischio della cosiddetta strategia dei mille tagli che tende con mille piccoli attacchi a dissanguare il nemico. È una strategia che si è evidenziata negli organi di informazione connessi agli Islamic state".
"Noi - ha sottolineato il ministro dell'Interno - siamo attenti e stiamo mettendo in campo le nostre migliori energie dal punto di vista dell'intelligence ma ad oggi nessun Paese può essere a rischio zero".

"La nostra posizione è molto chiara, dobbiamo distinguere tra chi prega e tra chi spara: chi spara è una bestia, un terrorista, qualcuno che tiene in ostaggio una religione e un dio per una volontà assassina. Chi prega deve pregare, può pregare nel rispetto della Costituzione, delle leggi e delle regole italiane", ha poi commentato Alfano sulla decisione della cancelliera tedesca Angela Merkel di sfilare in Germania assieme ai musulmani.
"Noi monitoriamo le moschee e i luoghi di culto, io stesso ho espulso l'Imam di San Donà del Piave quando ha fatto incitamento all'odio razziale e alla violenza antisemita - ha detto ancora Alfano - Oltre dieci sono state le espulsioni nel nostro Paese nel 2014, oltre dieci gli arresti per motivi connessi al terrorismo. Andremo avanti su questa strada, se serve anche avvitando ancora di più i bulloni sul meccanismo delle espulsioni".

Alfano ha parlato poi degli sbarchi che interessano i porti siciliani sottolineando che sarebbe veramente errato parlare di "allarme invasione". E’ vero, rispetto al biennio 2012-2013 gli arrivi di migranti in Italia sono triplicati, arrivando a contare 170.081 persone (sono stati 56.192 nei due anni precedenti). Un dato, che si è innalzato a causa delle migrazioni forzate, diffuso dalla Fondazione Migrantes che, facendo il punto sulla situazione, ha però precisato che "non c'è nessuna invasione" di migranti in Italia come invece "alcuni in maniera sciocca hanno più volte ripetuto". Al primo gennaio 2015, infatti, ha spiegato il direttore di Migrantes, mons. Giancarlo Perego, "le persone accolte e rimaste nelle diverse strutture di prima e seconda accoglienza sono poco meno di 66.000, cioè poco più di un terzo". "Giustamente - ha aggiunto - l'Italia per molte persone, in particolare siriani e palestinesi, è stata terra di passaggio per raggiungere famiglie e comunità in altri paesi europei".

L’allarme caso mai, ha riferito il ministro Alfano, dovrebbe essere giustamente lanciato per i 3.707 minori non accompagnati e scomparsi dai centri di accoglienza del nostro Paese su 14.243 registrati a seguito degli sbarchi nelle nostre coste. Dati che il ministro ha raccolto grazie al ministero del Lavoro e aggiornati al 31 dicembre del 2014. Solo in Sicilia i minori stranieri non accompagnati scomparsi dai centri sono 1.882 su 4.628 registrati.
"Abbiamo siglato lo scorso luglio un accordo con Regioni e comuni per dare maggiore efficienza al sistema", ha spiegato Alfano, mentre "al ministero dell'Interno è stata istituita una specifica unità di missione, perché il tema dei minori ha un profilo di sicurezza: vogliamo che non entrino nel circuito dell'illegalità, a partire dalla prostituzione".

Intanto, dopo i fatti di Parigi, sia il presidente di Migrantes e vescovo di Agrigento - la diocesi cui fa capo Lampedusa - il cardinale designato mons. Francesco Montenegro sia il direttore mons. Perego si sono detti assolutamente contrari ad ogni ipotesi di modifica del Trattato di Schengen, che sarebbe "una follia, economia e sociale".
Cresce, invece, il timore, ha aggiunto Montenegro, di ripercussioni sull'immigrazione "anche perché si sta portando avanti una politica della paura che fa comodo a chi gioca con l'immigrazione per i propri interessi". Critica poi rimane Migrantes sul passaggio da Mare Nostrum alla nuova operazione europea Frontex, definito "un indebolimento". L'urgenza delle migrazioni forzate, si sottolinea infatti, chiede all'Europa "uno sforzo maggiore non per presidiare le frontiere, ma per superarle a tutela della dignità della persona umana".

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14 gennaio 2015
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