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La disanima sui Dico del monsignor Angelo Bagnasco arriva come una benedizione per il ''Family Day''

27 marzo 2007

A quanto pare se morto un Papa se ne fa un altro, se se ne va un capo della Cei duro e puro il suo posto verrà preso da un altro cardinale altrettanto inflessibile. E' il caso del congedatosi card. Camillo Ruini e del suo sostituto mons. Angelo Bagnasco. I due infatti, oltre a somigliarsi vagamente (forse non è vero che si somigliano, però fa più effetto dire il contrario), sono uno fotocopia per quanto riguarda quello che pensano sui Dico.
Il disegno legislativo sulle unioni di fatto è ''inaccettabile sul piano dei principi, ma anche pericoloso sul piano sociale ed educativo''. Queste le parole utilizzate dal nuovo presidente della Cei, per rilevare ''la convergente, accorata preoccupazione espressa dai vescovi'' proprio in materia di Dico. ''Personalmente - ha detto Bagnasco al primo Consiglio permanente della Cei da lui presieduto - posso solo dire che apprezzo quanto da parte cattolica è stato fatto, impegnandomi ad assumerlo e a svilupparlo''. Per questo, ha aggiunto l'alto prelato: ''I vescovi non possono che apprezzare e incoraggiare la manifestazione del 12 maggio'', ossia il ''Family Day'', manifestazione indetta dalle associazioni cattoliche ed ecclesiali, di cui parleremo dopo.

Per quanto riguarda invece l'attesa 'Nota sui Dico', annunciata dal cardinale Ruini prima di lasciare la guida della Cei, Bagnasco promette che sarà di ''serena, autorevole illuminazione sulle circostanze odierne''. Il nuovo presidente della Cei ha poi ribadito con forza l'impegno della Chiesa per sostenere la famiglia fondata sul ''matrimonio sacramentale'' che ''si iscrive nel disegno primigenio del Creatore: maschio e femmina li creò, disegno che noi siamo parimenti impegnati ad annunciare e servire''. Dunque, gli interventi della Chiesa cattolica per difendere la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio non sono ''un'invadenza di campo'', ''un gesto indelicato'' o ''spropositato'' né, tantomeno, ''una ricerca di potere temporale'', ha detto Bagnasco.

Beh, vogliamo credere alle parole del cardinale? Facciamo che la parola ''ingerenza'' non la nominiamo? Fatto sta che una buona fetta degli italiani, anche di cattolici praticanti, gradirebbero che la Chiesa intervenga in maniera diretta nelle laiche questioni politiche. Sono questi i risultati di un sondaggio Demos-Eurisko per la Repubblica. Più di sei persone su dieci, fra gli intervistati, ritiene sbagliato che la Chiesa indichi ai parlamentari come votare in materia di coppie di fatto. Anche fra i praticanti assidui, del resto, l'ipotesi di un imperativo alla politica solleva delle critiche, e i contrari (44%) tendono a prevalere, seppur di misura, sui favorevoli (40%).

E adesso un accenno al Family Day...

Sembra il nome di una settimana promozionale all'interno di un parco giochi, ed invece è qualcosa che per alcuni ha un grandissimo significato. Parliamo del Family Day, la manifestazione che si terrà in piazza San Giovanni a Roma il prossimo 12 maggio, organizzata da larga parte del mondo associativo cattolico. Slogan della manifestazione: ''Il bene della famiglie è il bene del Paese''.
Giovanni Giacobbe, presidente del Forum famiglie, motore della manifestazione, nei giorni scorsi parlando della manifestazione ha voluto sottolineare che: ''I vescovi non sono minimamente coinvolti''. Quanto ai politici, Giacobbe ha affermato che ''la manifestazione è organizzata al di fuori da tutti i partiti politici, poi ognuno è libero di partecipare''.
E' comunque scontata la partecipazione di una parte del mondo politico. Già annunciata quella di Enzo Carra, Dl e portavoce dei teodem, che invita i parlamentari dell'Unione a essere in piazza.

A far traballare gli animi la promessa della presenza in piazza di un cartello di associazioni omosessuali e delle famiglie di fatto: ''Anche noi parteciperemo alla manifestazione del 12 maggio per le famiglie, perché anche le nostre sono famiglie italiane'', hanno annunciato, in una nota congiunta, le associazioni nazionali Agedo (associazione genitori di omosessuali), Arcigay, Arcilesbica, Famiglie arcobaleno (associazione papà e mamme omosessuali), e Liff (Lega italiana famiglie di fatto).
Le associazioni di omosessuali ''saranno le benvenute al Family Day'', ha risposto diplomaticamente Giovanni Giacobbe. ''Mi auguro che il loro intervento non sia un un intervento di disturbo ma di partecipazione''.

Il vicepremier Francesco Rutelli ha invece invitati i ministri e i politici della maggioranza a non partecipare alla manifestazione: ''Al Family Day io non andrò, ma sarebbe bene che non andassero nemmeno i ministri''. ''Credo che i ministri non debbano andare a fare manifestazioni di piazza'', ha aggiunto.
Secondo Rutelli ''Chi ha una responsabilità governativa deve ascoltare le voci della piazza e non contribuire a formarle. Altrimenti si determina un corto circuito che, a mio avviso, è tipico della immaturità della politica. Ciascuno di noi può partecipare a un'iniziativa di volontariato, alla manifestazione di un'associazione, a un incontro popolare, ma quando c'è un'iniziativa che si rivolge al governo, il governo deve ascoltarla, valutarla ma, a mio avviso, non parteciparvi''.
Invito non raccolto dal Guardasigilli Clemente Mastella, che ha già annunciato: ''Io ci sarò''. Come ci sarà il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni per il quale la sua partecipazione è una conferma al sua pensiero: ''Questo è un manifesto per la famiglia, non è contro nessuno''.

 

 

 

 

 

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27 marzo 2007
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