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La drammatica speranza dei migranti...

... la fredda litigiosità della diplomazia. Continuano gli scontri tra Italia e Malta sul soccorso in mare dei migranti

01 giugno 2011

Gli agenti della squadra mobile di Ragusa, i militari della sezione operativa navale della Guardia di finanza di Pozzallo e i carabinieri della compagnia di Modica, hanno fermato nove extracomunitari accusati di essere i responsabili del maxisbarco di 932 migranti avvenuto ieri nel Ragusano (LEGGI).
Accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, gli arrestati sono: gli egiziani Mostafà Hassen, di 34 anni, Sadek Abdarsi Sadek, di 26, Mohammed Amensei, di 43, e Fouad Zerrouki, di 37; gli algerini, Chabane Belmehal, di 31, Abdelachi Karbash, di 30, e Fethi Dob, di 29; il marocchino Yosri Ben Fateh, di 30; e il tunisino, Ahmed Cherni, di 25.
Nello specifico ai nove viene contestato di essere le persone che hanno gestito il viaggio a bordo del peschereccio di 25 metri in metallo che è stato bloccato a circa 22 miglia da Capo Passero, nel Siracusano, che veniva abbordato da motovedette della guardia di finanza e scortato nel porto di Pozzallo.
I provvedimenti di fermo sono stati emessi dal sostituto procuratore di Modica, Alessia La Placa, con il coordinamento del procuratore capo Francesco Puleio.

Il maxi-sbarco di ieri è diventato un nuovo motivo di malumori nei confronti di Malta. Fonti della Guardia di finanza ieri hanno raccontato: "Nella mattina di ieri i migranti erano stati agganciati dalle motovedette maltesi nella acque di loro competenza, ma si sono limitati a dare loro un po' d’acqua e qualche salvagente, senza preoccuparsi di verificare se avessero bisogno di aiuto né tanto meno hanno voluto prenderseli in carico, considerato, peraltro, che il barcone era pieno all’inverosimile. Forse era il caso di condurli subito sulla terra ferma. Invece, sono stati semplicemente monitorati e li hanno fatti proseguire verso l’Italia. E quando è toccato a noi li abbiamno soccorsi senza farci domande sulla competenza".
Per il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ancora una volta le autorità maltesi "hanno omesso di intervenire in soccorso di migranti in un contesto ad alto rischio". È, ha sottolineato il ministro, "inaccettabile che La Valletta non rispetti le norme internazionali".
Le unità navali maltesi, ha ricostruito Maroni, "pur essendo in mare, si sono limitate ad affiancare l'imbarcazione di migranti sino al suo ingresso nelle acque sar (ricerca e soccorso) italiane, a circa 22 miglia a sud di Capo Passero, avvisando solo allora il comando generale delle Capitanerie di Porto". "Questo comportamento - ha proseguito - è stato altamente stigmatizzato con i dati di fatto e di diritto da parte del nostro direttore della Polizia di frontiera. Io - ha aggiunto - ho segnalato questo ennesimo episodio alla Commissione europea, perchè credo che l'Italia stia facendo di più di quello che sia tenuta a fare per salvare vite umane, ma credo che l'Europa debba intervenire perchè non è accettabile che alcuni paesi non applichino le norme internazionali che sono tenuti ad applicare".

Il governo maltese ha replicato alle accuse lanciate da Roberto Maroni sostenendo che non c'e stata alcuna omissione di soccorso da parte delle autorità de La Valletta nei confronti degli oltre 900 profughi sbarcati a Pozzallo. Il ministro degli Interni, Carmelo Mifsud Bonnici, ha affermato in una nota che gli immigrati "hanno insistito nel voler proseguire verso l'Italia". Nel comunicato si legge che il barcone "era stato segnalato da un peschereccio egiziano, e la marina maltese ha inviato un aereo sulla zona che ha monitorato l'imbarcazione". Successivamente è stata inviata anche una motovedetta "che ha accertato che nessuno degli immigrati era in pericolo e li ha forniti di salvagenti".
La nota ufficiale si conclude ribadendo che gli immigrati si sono rifiutati di raggiungere Malta "anche perche erano in contatto telefonico con alcuni parenti in Italia che volevano raggiungere".

L'accordo con la Tunisia - Sono oltre 42 mila gli immigrati sbarcati quest'anno in Italia dall'Africa: 18.374 sono giunti dalla Libia. L'accordo con la Tunisia, ha spiegato Maroni, "funziona bene. Dal 5 aprile, giorno in cui è stato sottoscritto, ci sono stati pochissimi sbarchi da quel Paese e sono stati rimpatriati 908 tunisini. È inoltre di ieri - ha aggiunto - la richiesta pervenuta dall'Egitto che ci domanda mezzi e formazione delle forze di polizia per contrastare più efficacemente le partenze di clandestini".
Dalla Libia, invece, ha proseguito il ministro, "continuano ad arrivare migranti. Provengono in prevalenza da Paesi subsahariani, da Eritrea e Somalia e presentano domanda di asilo. Per chi ha diritto a restare in Italia c'è il Piano attivato da Protezione civile e Regioni che prevede di poter dare accoglienza a 50 mila persone". La speranza, ha sottolineato, "è che i flussi cessino, ma ciò avverrà solo se finisce la guerra in Libia". Maroni è infine tornato a criticare l'Europa, che "ha tempi di reazione troppo lenti" sull'emergenza immigrazione.

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]

 

 

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01 giugno 2011
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