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La fame è il nemico...

...ma i potenti ancora non riescono a trovare un'accordo comune

05 giugno 2008

E' la fame il vero nemico. Una tragedia che coinvolge quasi un miliardo di persone, e che può minare alla base anche la stabilità politica dei tanti Paesi colpiti da quel flagello, provocando persino crisi internazionali.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nella seconda giornata del vertice Fao, ieri, lo ha detto a voce alta, perché nessuno possa far finta di niente: "Con l'aumento dei prezzi alimentari ci sono già state e ci saranno altre rivolte del pane. Facciamo qualcosa prima che sia troppo tardi".
Un grido d'allarme raccolto da tutti i delegati dei 183 Stati rappresentati in questi giorni a Roma. Già ci sono alcuni miliardi di dollari a disposizione e oggi, sull'emergenza rappresentata dalla crisi alimentare, si dovrebbe arrivare ad un documento comune, alla fine del maxicongresso.
Già... si dovrebbe. I grandi del mondo vogliono lasciare il summit con un impegno concreto anche in vista del prossimo vertice del G8 in Giappone. Solo che restano ancora alcuni nodi da sciogliere, con Ogm, biocarburanti e liberalizzazione del commercio agricolo in prima fila, e nonostante la notte di veglia per i circa cinquecento delegati presenti a Roma, si continua a discutere.

Su alcuni temi però esisterebbe già un accordo di massima. Tra questi, ci sarebbero gli aiuti immediati per far fronte alla crisi alimentare, che richiederanno comunque un aumento delle risorse finanziarie, e l'invito affinchè i prodotti alimentari non siano uno strumento di pressione politica. Alla fine, sul tema "caldo" dei biocombustibili, dalle dichiarazioni finali potrebbe venire fuori una mera raccomandazione generale alla comunità internazionale sull'uso e gli investimenti futuri.
A proposito di biocombustibili, questa mattina sono stati resi noti i risultati della tavola rotonda sul tema che ha visto confrontarsi tecnici e delegati dei Paesi. Risultati scarsi, per la verità, che consistono nell'avvio di un progetto FAO in Tanzania, Cambogia, Perù, ai quali l'agenzia fornirebbe assistenza per l'elaborazione di un piano energetico. I biocarburanti diventano un'opportunità, invece, per Josette Sheeran, direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale, "quando il petrolio supera gli 80 dollari a barile, anche se occorre valutarne prima l'ecocompatibilità".
Anche l'Africa è ancora al centro dell'attenzione del vertice. La Banca dello sviluppo africano dovrebbe annunciare lo stanziamento di nuovi finanziamenti per il Continente.

La prima bocciatura al vertice è arrivata dalle Ong del forum Terra Preta, che hanno definito la bozza di dichiarazioni finali del vertice non in grado di risolvere il problema della fame. Due le accuse principali nei confronti dei lavori della conferenza: quella di non essere stati coinvolti nel processo decisionale e il fatto di ripetere, nella bozza del documento conclusivo, gli stessi impegni del passato, delegando la questione dell'emergenza cibo alla task force Onu, senza quindi un coinvolgimento diretto dei governi nella gestione della crisi.

Ora gli occhi sono tutti puntati sul direttore generale Jaques Diouf e sulla dichiarazione finale, con la quale la FAO si appresta ad affrontare la sfida della fame per il prossimo futuro.

[Informazioni tratte da Corriere.it e Repubblica.it]

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05 giugno 2008
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