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La famiglia gay non è dannosa per i figli

La Cassazione in difesa delle coppie omosessuali e dei bambini

14 gennaio 2013

La Corte di Cassazione difende i diritti delle coppie omosessuali per quanto riguarda l'affidamento dei minori: per la Suprema corte un minore può crescere in modo equilibrato anche in una famiglia omosessuale perché si tratta di un "mero pregiudizio" sostenere che "sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale".
Ad esprimersi in questi termini, nero su bianco, è stata la Prima sezione civile che ha confermato l'affidamento esclusivo di un bambino alla madre, la quale convive con un'altra donna.

Il caso è stato scatenato da una causa di affidamento tra un uomo di religione islamica che aveva avuto un figlio con una donna italiana, che successivamente era andata a convivere con la sua compagna. L'uomo, in Cassazione, ha contestato l'esclusivo affidamento del figlio accordato alla madre dalla Corte d'appello di Brescia (26 luglio 2011), sulla base del fatto che il bimbo era inserito in una famiglia gay per cui avrebbero potuto esserci "ripercussioni negative sul bambino". A suffragio di questa tesi, la difesa dell'islamico ha citato l'articolo 29 della Costituzione sui "diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio".
La Cassazione, con sentenza numero 601, depositata venerdì scorso, ha respinto il ricorso, evidenziando che alla base delle lamentele "non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale". In questo modo, annota ancora la Prima sezione civile presieduta da Maria Gabriella Luccioli, "si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino, che comunque correttamente la Corte d'appello ha preteso fosse specificamente argomentata".
Il Tribunale per i minorenni di Brescia aveva già disposto l'affidamento esclusivo del figlio minorenne alla madre con incarico ai servizi sociali di regolamentare gli incontri del minore con il padre, da tenersi "con cadenza almeno quindicinale". Dalla sentenza si evince ancora che la donna, ex tossicodipendente, ha imbastito una relazione sentimentale e convive con una ex educatrice della comunità di recupero in cui era stata ospitata.

"La Cassazione giustamente afferma che non ci sono certezze scientifiche a questi preconcetti", ha commentato all'Adnkronos Paola Concia, deputato del Pd molto attiva nel riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali. "In realtà, ci sono tanti studi provenienti anche da Oltreoceano che dimostrano come l'orientamento sessuale all'interno di una coppia non condiziona in alcun modo la crescita di un bambino che ha necessità di amore e affetto".
L'Arcigay parla di sentenza storica. "Quello di oggi è un pronunciamento istituzionale storico che da un assist formidabile alla futura maggioranza per legiferare finalmente per il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la piena uguaglianza delle famiglie", dice il presidente Flavio Romani, ricordando che in Italia "esistono migliaia di figli e figlie di coppie omosessuali che sono discriminati per legge: è un orrore sociale e legislativo che va rapidamente superato", prosegue.
Secondo Maurizio Gasparri, presidente del senatori del Pdl, la sentenza rappresenta "un precedente molto pericoloso" perché di fatto "apre ai figli nelle coppie gay, sostituendosi al legislatore giacché nel nostro paese non è possibile dare in affido un bambino a coppie dello stesso orientamento sessuale". Secondo Gasparri i giudici "hanno anche violato la Costituzione che riconosce nella famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna la società naturale nella quale crescere i figli".

Immediata invece la condanna della Chiesa. "Non si può costruire una civiltà attraverso le sentenze dei Tribunali", ha affermato monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e presidente della Commissione Cei per il Laicato. "Ci sono studi precisi, dal punto di vista psicologico e filosofico, che debbono aiutare le persone - ha aggiunto il prelato - Non può essere la legge a stabilire quale sia il rapporto migliore con i genitori. Né tocca a un Tribunale dire quale sia la situazione ottimale per un bambino".
"L'adozione dei bambini da parte degli omosessuali porta il bambino a essere una sorta di merce", ha affermato invece l'arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del dicastero vaticano per la famiglia. Non si può considerare, spiega alla Radio Vaticana senza citare in alcun modo la sentenza della Cassazione, che "come ho diritto a questo, ho diritto anche a quell'altro".  In realtà, ha sottolineato Paglia, "il bambino deve nascere e crescere all'interno di quella che, da che mondo è mondo, è la via ordinaria, cioè con un padre e una madre". E se può accadere di nascere con un solo genitore, si tratta di "situazioni drammatiche",  che non fanno testo. "Inficiare questo principio - ha concluso - è pericolosissimo, per il bambino anzitutto, ma per l'intera società".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Repubblica.it]

 

 

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14 gennaio 2013
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