La Fase 2
Il governo torna al lavoro e il premie Mario Monti è pronti per dettare l'agenda per la 'fase due'
Il Governo è tornato al lavoro e accelera su crescita e sviluppo. La 'fase due', come il premier Mario Monti ha più volte sottolineato, è già cominciata ma ora, concluso l'iter della manovra 'Salva Italia', entra nel vivo. E per questo si riunisce oggi il Consiglio dei ministri.
Il premier Mario Monti, rientrato ieri a Roma, ha convocato la riunione del Governo per oggi pomeriggio. Al primo punto all'ordine del giorno figurano le "indicazioni del presidente del Consiglio sul programma di lavoro delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri". Una riunione, quella odierna, che si svolge proprio nel pieno della pausa natalizia per dare un segnale forte dell'impegno dell'esecutivo a far decollare quella "fase organica" di riforme, come ha spiegato nei giorni scorsi il premier, da realizzare "con coraggio e sistematicità".
Un'agenda fitta che vede interventi strutturali come la riforma del mercato del lavoro, liberalizzazioni, spending review. Quella di oggi è, dunque, l'occasione per definire una programmazione temporale del lavoro dei prossimi mesi. Un 'timing' che focalizzi, nella loro gradualità, tutti gli interventi in grado di rimettere il Paese sulla strada della crescita. Tuttavia l'annuncio sui prossimi passi che il Governo si accinge a compiere non arriverà questa sera dopo la riunione del consiglio dei ministri ma verranno indicati dallo stesso premier nella conferenza stampa di fine anno convocata per domani alle ore 12.
Tra le priorità dell'azione dell'esecutivo, c'è, dunque, la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Si tratta, come ha detto lo stesso Monti, di un "tema chiave" che richiederà la definizione di "un'agenda strutturata" con le parti sociali. Partita delicata, quella del mercato del lavoro, così come lo è quella delle liberalizzazioni. Più volte, negli ultimi giorni, il premier ha riaffermato la volontà del Governo di prestare "grande attenzione" al tema dell'apertura del mercato. La gamma dei settori di potenziale intervento è quanto mai ampia: dai servizi pubblici alle professioni (notai, avvocati, farmacisti, ordini professionali). A ulteriore riprova di come quello delle liberalizzazioni sia un punto nevralgico è il nuovo monito del capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che ha messo in guardia da "colpi di mano unilaterali". I quali "creerebbero una forte tensione e, soprattutto se rivolti ad alcune categorie, accentuerebbero le tensioni sociali e non faciliterebbero la vita del governo".
Più in generale, il deputato del Pdl Guido Crosetto attacca in maniera dura l'esecutivo Monti. "Il danno che possono fare al Paese intellettuali, burocrati, tecnici vari e professori, che non conoscono minimamente la realtà sociale ed economica del Paese, che non hanno mai visto un'impresa artigiana o una cascina che non fosse trasformata in agriturismo a cinque quelle, che non sanno cos'è una ricevuta bancaria, un insoluto, che non hanno mai discusso con un fornitore, un cliente, un direttore di banca o non hanno mai incrociato un funzionario Asl, Arpa, Inps, dell'ispettorato del lavoro, di Equitalia è incalcolabile e inimmaginabile". E aggiunge: "Chi pensa che l'Italia possa trasformarsi in un mese nella Germania attraverso ricette standard e teoriche consigliate da svedesi, finlandesi o funzionari Bce, rischia lo stesso risultato di un intervento chirurgico giusto e perfetto su un paziente debilitato".
Sulla stessa lunghezza d'onda Fabrizio Cicchitto. Il capogruppo Pdl alla Camera, di fronte al gran parlare di futuri scenari che vedano come protagonisti i ministri dell'esecutivo tecnico (un nome per tutti, Corrado Passera), mette le mani avanti: "Nessun ministro usi il governo per montare o smontare operazioni e schieramenti politici". E pone tre condizioni: "Che dopo una durissima manovra che ha forti elementi restrittivi seguano consistenti operazioni funzionali alla crescita, che i processi di liberalizzazione e di privatizzazioni non si risolvano in piccole operazioni punitive ma riguardino una serie di grandi e impegnative questioni (trasporti ferroviari, energia, autostrade, poste, acqua, aziende e servizi pubblici locali, la vendita di partecipazioni mobiliari non strategiche e di larga parte del patrimonio immobiliare)".
A proposito della tenuta dell'esecutivo, il leader Udc Pier Ferdinando Casini definisce "surreale come la politica si comporti nei confronti del Governo Monti. Leggendo i giornali sembra che molti, scampato il pericolo, siano pronti a riprendere le vecchie abitudini". "Ma il pericolo - spiega - è più che mai davanti a noi e, se non cancelliamo le vecchie abitudini, potrebbe travolgerci".
Poi c'è anche chi, come il parlamentare del Pd, Sandro Gozi, invita "Monti a fare il professore", varando un robusto pacchetto di liberalizzazioni.
"La fase 2 annunciata dal governo deve partire proprio dalla lotta alla corruzione, che brucia decine di miliardi ogni anno", ha detto il presidente dei deputati Idv, Massimo Donadi. Critico Nichi Vendola: "Il governo Monti ha straordinarie personalità. Io stimo il ministro Riccardi, antitesi al razzismo di Stato che è durato per 15 anni. Apprezzo Profumo. È un governo costruito reclutando eccellenze, differente dalla realtà delle olgettine. Io non scorgo però in Monti l'elemento di discontinuità da Tremonti perché penso che si metta sempre il carico fondamentale sui ceti medio bassi", ha detto il leader di Sel.
Oltre alle liberalizzazioni, nell'agenda per la crescita figura anche un'altra voce importante, quella che riguarda gli interventi sul fronte della spesa con l'operazione di 'spending review'. Un vasto e profondo processo di razionalizzazione della spesa, che supera la logica dei tagli lineari e che punta all'eliminazione di sprechi ed inefficienze, per poter recuperare risorse da destinare al taglio delle tasse e alla crescita. L'obiettivo è quello di incidere sui servizi con un costo di produzione eccessivo e su quei servizi caratterizzati da diseconomie gestionali. Il Governo è già al lavoro con lo stretto coordinamento tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Pietro Giarda, e il viceministro dell'Economia Vittorio Grilli. Il complesso delle misure che l'esecutivo intende attuare dovrà essere presentato a Bruxelles entro aprile.
C'è poi il 'pacchetto infrastrutture' al quale sta lavorando il ministro Corrado Passera, per far ripartire le opere considerate strategiche e prioritarie ma ferme al palo, per intoppi procedurali e autorizzativi, per ritardi nell'affidamento delle gare e che rischiano anche la revoca dei finanziamenti.
Sempre sul piede di guerra la Lega. "Monti vada in vacanza e rinunci ad ogni ulteriore Consiglio dei ministri, visto che dopo ogni seduta del Consiglio dei ministri il Paese sprofonda sempre di più verso il disastro", ha attaccato il senatore della Lega Nord Roberto Calderoli, che ha invocato anche "un tribunale del popolo" per giudicare "questo Governo che ha ridotto in miseria i cittadini". Ma - dando per scontati i toni da opposizione utilizzati contro l'esecutivo - l'affondo più duro è per il Cavaliere: "Berlusconi predica bene, considerato il suo giudizio critico sulla manovra, ma razzola male, perché questa manovra killer l'ha votata lui e quindi è un complice di Bersani, Casini e Monti". E conclude: "Caro Silvio collabora con la giustizia del popolo, pentendoti e staccando la spina al governo, solo così ti verranno applicate le attenuanti generiche e potrai essere 'indultato' ma solo se le prossime elezioni politiche si terranno nel 2012".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Corriere.it]