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La febbre dei porci

Dopo il morbo della mucca pazza e l'influenza dei polli non poteva mancare la febbre suina

27 aprile 2009

Dal Messico arrivano notizie allarmanti: secondo quanto ha confermato il ministro della Sanità messicana, Jose Angel Cordova Villalobos, sarebbero infatti 103 le vittime accertate per sospetta influenza suina e 1.614 i malati. "I casi sono 1.614 e i morti 103", ha dichiarato il ministro messicano, parlando ieri sera alla rete televisiva Televisa, aggiungendo che "vengono adottate misure preventive e distribuiti farmaci". Il bilancio precedente parlava di 81 morti per influenza in Messico, per 20 dei quali è stata confermata la febbre suina mentre per gli altri erano in corso test. Il ministro della Sanità ha specificato che al momento rimangono in ospedale 4-500 persone e che il 60% degli ammalati è guarito in maniera "soddisfacente". Per ridurre il contagio scuole e università rimangono intanto chiusi a Città del Messico e nell'omonimo stato federale, dove abita il 20% dei 105 milioni di cittadini messicani.
Gli Stati Uniti hanno intanto dichiarato lo stato d'emergenza sanitario dopo che i casi umani accertati nel Paese sono saliti a venti, tra cui 8 a New York. L'allarme è scattato anche in Europa dove vengono monitorati alcuni casi sospetti in Francia e Spagna.

MA CHE COS'E' L'INFLUENZA SUINA?
Questa nuova variante influenzale, un mix di virus suini, aviari e umani, rappresenta il più grave rischio di una pandemia su larga scala da quando l'influenza aviaria è comparsa nel 1997, provocando la morte di diverse centinaia di persone. Nel 1968, la pandemia legata alla influenza "Hong Kong" fece un milione di morti in tutto il mondo. I nuovi ceppi virali di influenza suina del tipo H1N1 possono diffondersi rapidamente perché nessuno è naturalmente immune e occorrono mesi per sviluppare un vaccino. L'influenza è caratterizzata da febbre, dolori muscolari, gola infiammata e tosse secca. Alcune vittime della nuova febbre suina hanno riportato anche vomito e diarrea.
Resa nota venerdì scorso, l'epidemia si è trasformata in un incubo per il Messico, che già deve fare i conti con una violenta guerra tra i cartelli della droga e con la recessione, ed è divenuta rapidamente uno dei più grandi allarmi sanitari globali negli ultimi anni. Il settore del turismo e quello del commercio messicani potrebbero essere colpiti dalla crisi, e una nuova pandemia rappresenterebbe un colpo grave all'economia mondiale, che sta già vivendo la peggiore recessione da decenni a causa della crisi dei mercati finanziari.
I messicani si sono chiusi in casa, mentre gli ospedali statunitensi stanno monitorando i pazienti che mostrano sintomi influenzali e altri paesi hanno imposto controlli sanitari agli aeroporti.

Mentre tutti i decessi legati all'influenza sono avvenuti in Messico, il virus si sta diffondendo negli Stati Uniti. Undici casi sono stati confermati in California, Kansas e Texas, e otto alunni di New York City hanno contratto una forma leggera di "swine flu", secondo quanto confermato oggi dal sindaco Michael Bloomberg, che ha però aggiunto che non ci sono segnali di una rapida diffusione dell'influenza tra la popolazione.
Gli Stati Uniti hanno proclamato lo stato di emergenza sanitaria. Ad annunciarlo è stato il ministro per la Sicurezza interna Janet Napolitano, che ha anche dato ordine di distribuire il 25% delle scorte Usa degli antivirali Tamiflu e Relenza di cui gli Usa hanno a disposizione 50 milioni di dosi. Janet Napolitano ha detto poi che la Casa Bianca ha attivato una squadra di controllo per monitorare costantemente la situazione, "che è in evoluzione".
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è "molto preoccupato per i recenti casi di influenza" causata da un virus dei suini. Lo ha detto uno dei consiglieri per la Sicurezza Nazionale, John Brennan, aprendo il briefing convocato alla Casa Bianca proprio sull'allarme causato dall'influenza. Brennan ha confermato che sono stati accertati una ventina di nuovi casi negli Stati Uniti e che la messa a punto di un sistema di sorveglianza e di comunicazione corretta è considerato "alta priorità".

Il contrammiraglio medico Anne Schuchat del Cdc (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta), ha detto in un briefing telefonico con i giornalisti che le autorità sanitarie si stanno preparando ad una propagazione della malattia oltre ai 20 casi confermati negli Stati Uniti e ha aggiunto: "Temo proprio che avremo dei morti". La Scuchat ha aggiunto che i vaccini per l'influenza stagionale al momento disponibili sono inefficaci contro la variante suina del virus A/H1N1. Mercoledì scorso il Cdc aveva annunciato che alla fine di marzo e nel mese di aprile c'erano stati casi di influenza poco gravi causati da un nuovo virus dei suini. L'età delle persone infettate variava dai 9 ai 54 anni e tutti vivevano nei dintorni di San Diego, California e San Antonio, Texas e vicino ai confini messicani. Nessun caso era grave, tuttavia i normali sintomi influenzali erano piuttosto accentuati, soprattutto nausea e diarrea. Giovedì le autorità sanitarie canadesi hanno avvertito i cittadini in partenza per il Messico che in quel Paese erano stati segnalati focolai molto gravi di influenza.

LA PAURA E I CASI SOSPETTI NEL RESTO DEL MONDO
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato l'influenza "un evento di salute pubblica di preoccupazione internazionale". La direttrice generale dell'Oms, Margaret Chan, ha chiesto di aumentare la sorveglianza mondiale per ogni insolita epidemia di morbi simili all'influenza.
Le autorità di diversi paesi asiatici, che hanno dovuto far fronte in passato all'aviaria e alla Sars, sono passate già all'azione. Negli aeroporti e presso gli altri confini di Hong Kong, Malesia, Corea del Sud e Giappone sono stati istituiti checkpoint dove i funzionari controllano i passeggeri che mostrino sintomi influenzali. In Cina, le autorità rassicurano le persone che le misure mese in campo sono sufficienti a contenere la nuova minaccia.
L'Argentina ha dichiarato lo stato di allerta sanitaria, chiedendo a chiunque arrivi in aereo dal Messico di segnalare se soffre di sintomi influenzali. In Nuova Zelanda un gruppo di studenti e i loro insegnanti, appena tornati dal paese centramericano, sono stati posti in quarantena perché alcuni mostravano sintomi simili a quelli dell'influenza. Al momento si attendono i risultati dei test.

Anche in Europa è scattato l'allarme a causa di diversi casi sospetti di influenza suina. In Spagna al momento sono dieci, mentre in Francia sono quattro. Altri due possibili casi sono segnalati in Scozia.
La commissaria europea alla Sanità, Androulla Vassiliou chiederà a breve, "una riunione straordinaria dei ministri della sanità dell'Ue" in seguito all'allarme internazionale sull'influenza da suini.
"La situazione di emergenza per la sanità pubblica è attualmente limitata al continente americano" ha successivamente dichiarato il presidente della Commissione Ue Josè Barroso. La Commissione "sta seguendo la situazione sia con gli stati membri sia con l'organizzazione mondiale della sanità". Una riunione straordinaria del consiglio dei ministri della Sanità "sarà organizzata il più presto possibile". Nel frattempo la Commissione "continuerà a valutare l'informazione degli esperti e i potenziali danni e deciderà con gli stati quali misure dovranno essere prese".

Per l'Italia «i rischi sono davvero insignificanti»: ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, al suo arrivo proprio al consiglio del ministro degli Esteri della Ue in Lussemburgo. "Confermo che per l'Italia i rischi sono davvero insignificanti anche se c'è un'unità di crisi del ministero della Salute", ha detto ancora Frattini. Il ministro degli Esteri ritiene che "sia utile attivare tutti i coordinamenti europei" sui rischi di epidemia da influenza da suini così come l'Unione europea ha già fatto sull'influenza aviaria. "Tutto quello che serve a coordinarci a livello europeo è assolutamente ben accetto", ha detto Frattini.
Contro una possibile pandemia di febbre suina, "stiamo studiando una strategia vaccinale da mettere in atto in caso di necessità" ha invece annunciato da Milano il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio. "Ci dobbiamo infatti preparare da un punto di vista strategico a un'eventuale esplosione della pandemia", ha precisato. Il sottosegretario ha confermato che il nostro Paese ha già a disposizione "40 milioni di dosi di farmaci antivirali, di cui 30 milioni di oseltamivir e 10 milioni di zanamivir". Quanto invece a un futuro vaccino, per avere a disposizione un prodotto specifico in questi casi "normalmente servono circa 6 mesi", ha sottolineato. Per quanto riguarda i casi sospetti di infezione segnalati in Europa, "per ora restano soltanto sospetti - ha concluso Fazio - l'Oms non li ha confermati".
Il Ministero della Salute, del Lavoro e delle Politiche Sociali rende noto "che è stata allertata la rete di controllo Influnet del ministero stesso, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, e altre strutture per la sorveglianza del virus sul territorio". "Si segnala che l'Italia - si legge in una nota - dispone di un preciso Piano concordato con gli altri Stati dell'Unione Europea di preparazione e risposta ad un'eventuale pandemia influenzale e di ampie scorte di farmaci antivirali da utilizzarsi in caso di necessità".

Walter Pasini, direttore del Centro di Global Health dell'Oms, raccomanda invece di evitare viaggi in Messico e di valutare, se il biglietto aereo è già in tasca, se partire alla volta degli Stati Uniti. "Se fosse confermato che la trasmissione del virus dell'influenza suina è avvenuta da uomo a uomo - ha spiegato Pasini - questo indicherebbe un salto di specie compiuto dal ceppo influenzale H1N1: il virus potrebbe quindi essere capace di infettare e propagarsi nell'uomo innescando il rischio di pandemia, non solo in Messico e Stati Uniti, ma anche in Europa".
Quanto all'Italia, le scorte di antivirali accumulate negli ultimi anni per mettersi al riparo dal pericolo di una possibile pandemia di influenza aviaria "sono assolutamente scarse - sostiene, diversamente dal ministero, Pasini - rispetto a quelle degli altri Paesi europei. Per di più - aggiunge - le scorte italiane sono composte dal principio attivo, ovvero dal farmaco in polvere. E' necessario dunque trasformarlo in capsule al più presto per prepararci a qualsiasi evenienza".
 
NESSUN PERICOLO PER LA CARNE SUINA ITALIANA
Rassicurazioni arrivano, intanto, dalla associazioni del settore agricolo per quanto riguarda la qualità della carne suina.
Da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi al 2008, emerge che l'Italia non ha importato suini o carne di suino dal Messico. "Occorre evitare inutili allarmismi e adottare subito - sottolinea la Coldiretti - le misure già sperimentate con successo nel caso dell'influenza aviaria a partire dall'obbligo di indicare della provenienza sulle etichette della carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina rispettivamente dopo le emergenze aviaria e mucca pazza".
In Italia, assicura anche la Cia-Confederazione italiana agricoltori, "non c'è alcun pericolo". Né dal Messico e né dagli Usa importiamo maiali. Oltretutto i nostri allevamenti "sono supercontrollati e i produttori operano da anni nell'ottica della sanità e della qualità". Ma l'Associazione chiede che, come è stato fatto con successo per il pollo e la carne bovina, l'obbligo della provenienza del prodotto sia adottato anche per i maiali. "In questo modo si danno opportune garanzie ai consumatori. I nostri produttori hanno investito molto in qualità e sicurezza".
Davanti al panico che si sta diffondendo nel mondo per il virus della febbre suina, anche dal Consorzio del prosciutto di Parma arrivano rassicurazioni per i consumatori italiani. Il Consorzio garantisce che "sono almeno tre i motivi per cui l'influenza suina non ha nulla a che vedere con il più amato prosciutto italiano". In una nota spiega che "innanzitutto, l'influenza suina è un virus la cui trasmissione non è mai stata associata al consumo di carne. Secondo, il Prosciutto di Parma è un prodotto a denominazione di origine protetta. Il rigido disciplinare depositato all'Unione Europea obbliga i produttori a utilizzare esclusivamente la migliore carne di suino italiano, e i controlli severi (la tracciabilità della filiera è completa) garantiscono la provenienza italiana della carne". Inoltre, la lunga stagionatura del prosciutto di Parma, minimo dodici mesi, è in grado di inattivare qualsiasi eventuale agente virale presente nella carne fresca. "L'influenza suina non è associata al consumo di carne, quindi - assicura il presidente del Consorzio, Stefano Tedeschi - i consumatori possono stare tranquilli continuando ad acquistare il nostro prodotto che, rispetto ai prodotti non certificati, offre l'ulteriore garanzia di essere un prosciutto rigorosamente italiano".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Reuters.it]

- COME AFFRONTARE IL VIRUS (Repubblica.it)

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27 aprile 2009
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