La festa di Santa Lucia
Folklore e festeggiamenti in Sicilia in onore della Santa protettrice degli occhi e della vista
Prendono il via oggi a Siracusa i festeggiamenti in onore della Santa Patrona, la Vergine e martire Lucia, protettrice degli occhi e della vista. La festa, che durerà fino al 20 di Dicembre, quest'anno si aprirà sotto i migliori auspici, difatti, a 1700 anni dalla morte della Santa e dopo 965 di assenza dalla città siciliana, i resti di Santa Lucia torneranno a Siracusa da Venezia (dove è stato fino a ora custodito il suo corpo) dal 15 al 20 Dicembre.
Oggi, inizio ufficiale dei festeggiamenti, dal centro della città, partirà la classica processione in cui la statua della Santa, posta su un baldacchino, verrà portata a spalla da sessanta fedeli, che indossano un particolare copricapo verde, colore simbolo della città, seguiti da due file di devoti vestiti con una tunica verde e con in mano dei candelabri.
La processione sarà scandita dalla banda musicale che seguirà il corteo dei fedeli. La statua sarà portata in processione per le vie della città, dal Duomo di Ortigia alla Basilica di Santa Lucia Fuori le Mura dove rimarrà per otto giorni. La settimana successiva, il corteo compirà il percorso inverso e la statua, sempre portata a spalla dai "berretti verdi" della confraternita dei falegnami, ritornerà alla cattedrale.
In tutta la città sarà gran festa, si svolgeranno giochi popolari e ogni angolo sarà decorato dalle luminarie.
La Festa di Santa Lucia è comunque molto sentita in tutta la Sicilia e il 13 Dicembre i siciliani, sono soliti non mangiare pane e pasta ma solo riso o legumi e per questo si preparano le ''panelle'', fatte con farina di ceci e la tradizionale ''cuccia'', in ricordo di un'antica carestia che colpì Siracusa. Pare che questo uso risalga, secondo una leggenda popolare, ad un miracolo avvenuto qualche secolo fa a Siracusa, proprio il giorno dedicato alla Santa. Si attraversava un periodo di terribile carestia, quando all'improvviso al porto arrivarono tre grossi bastimenti carichi di grano. Per la fame i siracusani fecero cuocere direttamente il grano, senza macinarlo, dando origine alla ''cuccia'', che é appunto grano cotto. In questi giorni di festa inoltre, è usanza preparare gli ''uccioli'', pani votivi a forma di occhi.
Anche in in altri paesi siciliani viene onorata la Santa, come a Pozzallo, Modica e Monterosso Almo in provincia di Ragusa, qui vengono preparati pani dalle varie forme chiamati a Modica i "cucciteddi", che vengono benedetti e che hanno lo scopo di proteggere gli occhi dalle malattie. Anche in provincia di Catania, a Belpasso, si ricorda ogni anno Santa Lucia, da dove nel lontano 1669 venne portata in processione una sua reliquia fu fino alle pendici dell'Etna.
Anche nella provincia palermitana la devozione a Santa Lucia prevede l'astinenza dal pane, che viene sostituito dalle ''arancine'' (supplì di riso con ragù o burro e prosciutto) e dalla cuccia riccamente condita da creme di ricotta e cioccolata.
La Storia di Lucia
La leggenda narra di una fanciulla di illustre e ricca famiglia siracusana, che venne accusata da un pretendente di essere cristiana e martirizzata sotto Diocleziano. La tradizione vuole che le siano stati strappati gli occhi, infatti é spesso raffigurata con in mano un piattino nel quale sono deposti i propri occhi. Lucia nacque nel 283 d. C. da una famiglia nobile e rimase orfana di padre all'età di 5 anni. La madre Eutichia, molto affettuosa con la figlia educò la bambina alla rettitudine, alla pietà e alla carità. La storia di Lucia si intreccia ben presto con quella di un'altra Vergine Martire, Sant'Agata, i cui miracoli, a quel tempo, erano noti in tutta la Sicilia. Lucia si recò sul sepolcro della Martire Agata perché preoccupata per la salute della madre che soffriva di emorragie. A Catania, Lucia e la madre giunsero probabilmente il 5 febbraio del 301, giorno della festa della Santa. Durante la messa fu letto il passo del Vangelo di Matteo riguardante la guarigione dell'emorroissa, conseguita al semplice tocco del lembo della veste di Gesù. All'udire quell'episodio Lucia ebbe la sicurezza che la madre sarebbe guarita se solo avesse toccato il sepolcro della Santa. Terminata la funzione religiosa quindi, si avvicinarono al sepolcro e si prostrarono pregando a lungo fino a che la stessa Sant'Agata comparve a Lucia dicendole: "Lucia, sorella mia, perché chiedi a me quel che tu sei in grado di ottenere per altri? Ecco, tua madre sarà sana per la tua fede. E come per mezzo mio viene beatificata la città di Catania, così per mezzo tuo sarà salvata la città di Siracusa".
Ritornate a Siracusa, Eutichia in armonia col desiderio di Lucia di dedicare la sua vita a Dio, cominciò a vendere ogni cosa distribuendo il ricavato ai poveri. Tutto ciò non passò inosservato al giovane promesso sposo di Lucia. Questi capì che la fanciulla doveva professare la fede cristiana e che difficilmente avrebbe sposato un pagano come lui e quindi non esitò a denunciarla all'arconte Pascasio, accusandola di disobbedire alle norme dell'editto di Diocleziano. Lucia fu arrestata e condotta dinanzi alla massima autorità. La fanciulla confermò apertamente davanti a Pascasio il suo credo e con forza si rifiutò di sacrificare agli dei. Pascasio, la minacciò di sevizie e di tormenti, ma senza alcun risultato. A questo punto si passò alle torture ma una serie di eventi prodigiosi la fecero uscire incolume. Santa Lucia fu quindi decapitata il 1 dicembre 304. Nel 1038, il generale bizantino Giorgio Maniace entrato a Siracusa e venuto a conoscenza del luogo di sepoltura del corpo di S. Lucia pensò di trasportarlo a Costantinopoli per farne omaggio all'imperatrice Teodora. Con la caduta di Costantinopoli ad opera dei Crociati, nel 1204, il Doge Enrico Dandolo fece traslare il corpo della Santa a Venezia dove attualmente è custodito nella Chiesa di S. Geremia. A Siracusa si trovano soltanto alcune reliquie e precisamente tre frammenti di costole che ora sono racchiuse in una teca d'oro posta nel petto del simulacro di S. Lucia, due frammenti di un braccio, un pezzo di osso dell'avambraccio. Queste reliquie sono racchiuse in un pregevole reliquiario fatto eseguire dall'Arcivescovo Carabelli e poi il velo, la veste e le scarpette che furono tolti al corpo di S. Lucia in occasione della traslazione a Costantinopoli.
La ''cuccia''
E' un tipico piatto di Siracusa diffuso in tutta la Sicilia. L'origine è sicuramente araba. Secondo una leggenda durante una carestia, successiva al martirio di Santa Lucia, un giorno alcune navi arrivarono inattese nel porto di Siracusa e lasciarono un provvidenziale carico di grano. Era il 13 dicembre. Da allora per la festa di Santa Lucia i siracusani preparano una torta di grano con crema di ricotta, zucca candita, vaniglia e miele di zagara.
La ricetta
Ingredienti: 500 g di grano, 120 g di amido, un litro e mezzo di latte freddo, 200 g di cioccolato amaro, 80 g di zuccata, frutta candita mista.
Procedimento:Mettere 500 gr di grano in una pentola piena d'acqua, per circa tre giorni; scolatelo dopo averlo fatto ammorbidire. Sciogliere 120 gr di amido in un litro e mezzo di latte freddo, evitando che si formino grumi. Mettere in un tegame a bordi alti il latte con l'amido appena sciolto e lasciare cuocere a fuoco lento, mesclando ogni tanto. Appena il composto assumerà la consistenza di una crema, aggiungere il grano a fuoco spento. Lasciare rafreddare ed aggiungere 200 g di cioccolato amaro, 80 g di zuccata, frutta candita mista tagliata in piccoli pezzi. Servire la cuccìa fredda. Una variante di questa ricetta prevede l'aggiunta di: 1,5 Kg di ricotta fresca passata a setaccio e unita a 200 gr di zucchero; appena la ricotta risulterà abbastanza cremosa, aggiungere il cioccolato a pezzi e la zuccata. Decorare il tutto con qualche ciliegia sciroppata.