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La Fiat di Termini ferma perché nessuno la fermi

Sciopero di 8 ore a Termini Imerese contro il nuovo piano di ristrutturazione del Lingotto

08 luglio 2009

Gli impianti dello stabilimanto Fiat di Termini Imerese e quelli delle aziende dell'indotto, questa mattina si sono fermati per lo sciopero di otto ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm. Gli operai hanno cominciato prestissimo i loro sit-in e i picchetti e continueranno per tutto il giorno davanti alla fabbrica che assembla la Lancia Y e alle ditte fornitrici, la Lear, la Bienne Sud e la Magneti Marelli. Contemporaneamente, la Fismic ha organizzato un presidio fisso di due giorni davanti alla presidenza della Regione siciliana.

Contestualmente circa 150 tute blu sono partite in pullman nella notte per Roma per manifestare davanti al Ministero allo Sviluppo economico in concomitanza con la riunione convocata per oggi pomeriggio dal ministro Claudio Scajola con Fiat e sindacati sulla sorte dello stabilimento siciliano.
Con i 150 lavoratori anche il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato. "Si parla della chiusura dello stabilimento nel 2011, quando sarà terminata la produzione della Lancia Ypsilon - ha spiegato il primo cittadino - Sarebbe una catastrofe, che lascerebbe senza lavoro circa 2300 persone tra lavoratori diretti e lavoratori dell'indotto. Di queste, 1200 vivono nel Comune di Termini Imerese. Vogliamo capire quale sarà il futuro che si intende riservare allo stabilimento, che finora non è affatto chiaro. Dopo il 2011 per ora è previsto solo un salto nel buio. Si è parlato di riconvertire la fabbrica per altre produzioni industriali, ma ancora non è stato specificato di cosa si tratterebbe e quali sarebbero le ricadute dal punto di vista occupazionale".

Sarà presente a Roma anche la Regione Siciliana che ha già messo sul tavolo, per far cambiare idea a Torino, un piano da 390 milioni per le infrastrutture e l'innovazione.
E saranno presenti anche i sindaci del comprensorio termitano che con i loro gonfaloni si faranno vedere e sentire.

I sindacati contestano il piano del Lingotto che prevede, a partire dal 2012, lo stop della produzione automobilistica. I sindacati chiederanno che si cominci a ragionare sul cosiddetto Piano "A" che prevede una doppia linea di produzione, 220 mila auto e cinquemila addetti tra diretto e indotto (e quindi 3 mila assunzioni che si aggiungerebbero agli attuali 2 mila lavoratori), il trasferimento dell'intera linea produttiva a Termini che non si occuperebbe più solo di assemblaggio, e il potenziamento del porto.
"Chiederemo che si possa rivedere la scelta della Fiat - ha detto Roberto Mastrosimone, delegato Fiom Cgil - Se non dovesse avvenire, metteremo in campo altre iniziative e metteremo davanti alle loro responsabilità i gioverni regionale e nazionale. In caso di chiusura, la politica avrebbe una grande responsabilità. La Fiat ha scelto di chiudere per delocalizzare altrove. E noi rischiamo di perdere il posto di lavoro".

[Inforrmazioni tratte da La Siciliaweb.it, Repubblica.it, La Stampa.it]

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08 luglio 2009
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