La Fiat di Termini Imerese si ferma ancora...
Cig fino al 30 giugno, che tornerà nell'ultima settimana di luglio. "Gioca l'Italia, noi vorremmo lavorare ed invece c'è la cassa integrazione"
Gli impianti dello stabilimento Fiat di Termini Imerese si sono fermati con una settimana d'anticipo rispetto alla chiusura estiva. Oggi, infatti, è il primo giorno di cassa integrazione per le tute blu siciliane. La produzione riprenderà il 30 giugno. In cig anche i circa 600 operai delle aziende dell'indotto.
L'azienda ha comunicato ai delegati sindacali che farà ricorso alla cassa integrazione nell'ultima settimana di luglio. La Cig scatterà il 26 luglio. Ad agosto i 1.500 operai saranno in ferie come nel resto degli stabilimenti del gruppo di Torino.
"Gioca l'Italia, noi vorremmo lavorare ed invece c'è la cassa integrazione": così c'è scritto nello striscione con il quale oggi alle 16, in concomitanza con l'inizio della partita della Nazionale con la Slovacchia per i mondiali in Sudafrica, i lavoratori della Fiat di Termini Imerese si presenteranno davanti i cancelli dello stabilimento per chiedere di lavorare.
L'iniziativa è stata organizzata da Fim, Fiom e Uilm, in risposta all'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, che nei giorni scorsi aveva criticato gli operai di Termini accusandoli di avere scioperato solo per potere vedere in Tv la partita di calcio Italia-Paraguay (LEGGI).
"Gli operai vogliono lavorare e la Fiat che ferma la produzione utilizzando la cassa integrazione - dice il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone -. Marchionne ha deciso di chiudere la fabbrica a fine 2011 senza preoccuparsi del futuro di oltre 2.200 lavoratori e delle loro famiglie. Marchionne continua a dileggiare gli operai per nascondere la responsabilità sua e della Fiat per aver decretato la morte della fabbrica".
Spostandoci in Campania, si attende ancora la pronuncia ufficiale della Fiat sul futuro dello stabilimento di Pomigliano d'Arco, teatro della consulta referendaria tra gli operai (LEGGI). Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si dice convinto che la Fiat passerà la produzione della Panda a Pomigliano, come prevede il piano d'investimento del Lingotto, fondamentalmente perché non riesce a ravvisare nessuna ragione per cui la produzione non debba essere portata nello stabilimento campano. Insomma, Sacconi vede un futuro certo per gli impianti di Pomigliano. E, a chi gli domanda un parere sull'ipotesi di un mancato trasferimento della produzione della Panda a Pomigliano, risponde: "No, assolutamente no, non ne vedo la ragione. C'è la conferma del percorso ipotizzato. Saranno le parti firmatarie del contratto a verificare i vari passaggi per l'attuazione del piano". "Il risultato (del referendum, ndr), che apre una prospettiva per l'intero Mezzogiorno, supera le mie aspettative" ha aggiunto Sacconi annunciando che il governo valuterà una possibile detassazione e decontribuzione di parte del salario aggiuntivo. "Con l'accordo che prevede turni di notte e straordinari, un operaio di terzo livello finirà per prendere circa 3.200 euro lordi in più ogni anno. Il governo valuterà quale parte di questo salario aggiuntivo potrà essere oggetto di detassazione e decontribuzione".
Duro il giudizio sulla Cgil: "E' come quell'automobilista che imbocca l'autostrada contromano e si chiede perché tutti gli altri vanno nella direzione opposta senza chiedersi se per caso non sia lui che sta sbagliando".
[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it, TGCOM]