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La Fiat di Termini Imerese sul piede di guerra

Il sindacato promette battaglia: ''Nessuna possibilità di mediazione rispetto al piano del Lingotto''

20 giugno 2009

Il confronto fra la Fiat e i sindacati sulla ristrutturazione degli stabilimenti italiani parte martedì, a Torino. Primo capitolo gli esuberi alla Cnh, la società del gruppo che produce macchine per le costruzioni e per l'agricoltura. Non ci sono ancora date per entrare nel merito dei problemi degli altri settori, mentre sono già sul piede di guerra i lavoratori di Termini Imerese.
L'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, nell'incontro a Palazzo Chigi si è limitato a dare una prima risposta agli interrogativi dei sindacati e del governo, ha parlato della situazione del gruppo senza nascondere le difficoltà e ha chiesto "di unire gli sforzi di tutti" (LEGGI).
Per le prospettive, però, si è fermato al 2010. Fino al prossimo anno per le fabbriche automobilistiche italiane non cambierà nulla, ognuna manterrà la sua missione produttiva. Solo per lo stabilimento siciliano è andato oltre e ha detto che dal 2011 non produrrà più auto, anche se sarà comunque mantenuto un insediamento industriale.
A Piazza Affari sul piano di Marchionne si sono registrate reazioni non positive: ieri (venerdì 19 giugno) il titolo ha perso l'1,77% e ha chiuso sotto la soglia psicologica dei sette euro a un prezzo finale di 6,93.

Il sindacato siciliano promette battaglia - "Non c'è alcuna possibilità di mediazione rispetto al piano dell'azienda: lo stabilimento Fiat di Termini Imerese non può essere convertito alla produzione di altri prodotti che non sia l'auto". Così Roberto Mastrosimone, della Fiom di Termini, all'indomani dell'annuncio di Marchionne sul destino della fabbrica siciliana.
Forse già lunedì prossimo, i sindacati organizzeranno un'assemblea nello stabilimento per decidere le iniziative da prendere: "Posso anticipare - ha detto Mastrosimone - che la posizione dell'intero sindacato è chiara: nessun cedimento, il piano del Lingotto non è neanche una base di partenza per eventuali trattative. Qui l'auto rappresenta una risorsa, per noi e per l'indotto. L'intera economia della zona si basa su questo settore".
Intanto ieri, al Comune di Termini Imerese si è svolto un incontro dei delegati sindacali e di alcuni operai con il neo assessore regionale all'Industria, Marco Venturi. A Termini Imerese è vicesindaco della nuova giunta il sottosegretario al Cipe Gianfranco Miccichè: "Chiediamo anche a lui - ha concluso Mastrosimone - se sta con gli operai o con l'azienda, i tempi richiedono scelte nette".

Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro immediato al presidente della Regione, Raffaele Lombardo: "C'è la necessità di una assunzione collettiva di responsabilità da parte delle istituzioni della politica e dell'intera opinione pubblica siciliana per evitare che si consumi l'ennesimo declino della presenza industriale in Sicilia e la conseguente crisi occupazionale ed economica dell'intero territorio - hanno affermato i segretari di Cgil, Cisl e Uil Palermo Maurizio Calà, Mimmo Milazzo e Antonio Ferro -. E' necessario promuovere un'azione nei confronti della Fiat e del governo nazionale tesa chiarire l'indisponibilità della Sicilia a fare a meno di un sito industriale così importante"

[Informazioni tratte da Il Sole24ORE.com, La Siciliaweb.it]

- L'ultima Fiat siciliana (Guidasicilia.it, 19/06/09)

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20 giugno 2009
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