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La Fiat non risponde alla domanda di fondo...

La "testa" del Gruppo Fiat rimarrà a Torino oppure migrerà a Detroit? Secondo Marchionne l'importante è il "cuore" che rimane italiano

14 febbraio 2011

"Fiat è una grande multinazionale che si sta espandendo nel mondo, ma che rimane con un cuore italiano", così ha sintetizzato il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, dopo l'incontro a Palazzo Chigi con i vertici del Lingotto che si è tenuto sabato. Per il ministro, l'ad Sergio Marchionne ed il presidente John Elkann hanno "confermato di voler investire in Italia", considerando il nostro Paese "un punto di partenza per un'azienda che vuole investire nel mondo intero, anche aprendo nuovi mercati".
"Il Governo ha preso atto positivamente delle intenzioni manifestate dall'azienda e del suo ruolo sul mercato globale" ed ha inoltre "confermato che concorrerà a realizzare le migliori condizioni di competitività perché gli investimenti previsti in Italia siano il volano per raggiungere il più alto posizionamento rispetto ai concorrenti del settore", era scritto un comunicato diffuso da palazzo Chigi al termine dell'incontro con i vertici della Fiat. Sempre a quanto riportato dal comunicato, "il presidente e l'amministratore delegato della Fiat, John Elkann e Sergio Marchionne, hanno confermato al Governo l'intenzione di perseguire gli obiettivi di sviluppo della multinazionale italiana, che prevede la crescita della produzione nel nostro Paese da 650 mila a 1 milione e 400 mila auto, un obiettivo sostenuto da un investimento di Fiat e Fiat Industrial per circa 20 miliardi di euro".

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in conferenza stampa dopo l'incontro con Fiat, ha detto: "Il futuro di Fiat, il suo radicamento in Italia, l'effettiva realizzazione degli altri investimenti ipotizzati sono condizionati alla governabilità degli stabilimenti". Su questo "abbiamo riconosciuto concordemente - ha aggiunto Sacconi - governo, regione, comune e provincia, l'importanza di relazioni industriali costruttive". È "questo il cuore del problema, lo abbiamo condiviso tutti", ha sottolineato.
La futura governance della Fiat dipenderà dalla "realizzazione entro il 2014 del progetto Fabbrica Italia che potrà condizionare eventuale decisioni future sulla governance e non solo sulla sede", ha detto il sindaco di Torino Sergio Chiamparino. Marchionne "ha ribadito il mantenimento dell'italianità" ma, ha spiegato Chiamparino, questo "dipende dalla dinamica mondiale e dagli obiettivi che si prefigge giorno per giorno. La questione della sede coincide con il progetto Fabbrica Italia".
Interpellato a margine dell'incontro a Milano per dare il via alla campagna elettorale del candidato sindaco Giuliano Pisapia, il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha commentato: "Il vertice? Alla buon'ora, dopo un paio d'anni!". E ha spiegato di temere che "molte cose siano già successe". "Vedremo che cosa si farà di quelle che devono ancora succedere - ha detto -. Per esempio se io fossi lì avrei tante domande. Una, in particolare, se mi segnalano una multinazionale monoprodotto che ha quattro quartieri generali. Io non ne conosco una".

"La governabilità delle fabbriche, gli intoppi al progetto Fabbrica Italia, sono scuse per non dire che Marchionne non ha un vero piano industriale. Che sta investendo in Polonia e in Serbia e che c'e un depotenziamento delle attività in Italia". Queste le parole del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, commentando l'incontro fra governo e vertici Fiat.
I metalmeccanici della Cgil non hanno comunque intenzione di gettare la spugna. "Si faranno scioperi, ne discuteremo. E poi c'è il diritto del lavoro: agiremo anche sul piano legale", ha detto Landini annunciando le battaglie che l'organizzazione intende portare avanti contro Fiat per "chiedere che si riapra una trattativa vera". "Si apre una fase di lotta - ha aggiunto - Chiediamo una vera trattativa, perchè finora c'è stato solo un ricatto. Marchionne deve capire che deve applicare i contratti e accettare la contrattazione. Mirafiori e Pomigliano cancellano il contratto nazionale e la contrattazione in azienda. Deve accettare una trattativa vera: in Italia lo sciopero è un diritto, così come essere pagati in caso di malattia. Con i suoi 'regolamenti' Marchionne ha cancellato la libertà dei lavoratori di organizzarsi in sindacato. Cancella 50 anni di storia sindacale e introduce un sindacato corporativo e aziendale". "Forse - ha proseguito il sindacalista - è il momento di non aver paura di far venire in Italia costruttori stranieri. E poi servirebbe un intervento pubblico, come hanno fatto in Germania con Volkswagen e Opel o come hanno fatto in Francia. Senza per altro cancellare contratti o diritti dei lavoratori". "Un Governo degno di questo nome - ha concluso Landini - avrebbe aperto questa discussione. Mentre invece Marchionne fa quello che vuole e si fa finta di non capire".

E poi c'è Termini Imerese... - "Il Governo ha detto a Fiat che ha fatto fino in fondo il suo dovere, togliendo dal campo le tensioni che ci sarebbero state con una chiusura di Termini Imerese". Il ministro Paolo Romani, ha spiegato così di aver sottolineato l'impegno del governo al tavolo di confronto con Fiat sulle prospettive del gruppo in Italia.
Lo ha detto ricordando che nell'area industriale di Termini Imerese si insedieranno "sette nuove iniziative produttive" con un forte aumento dell'occupazione complessiva rispetto al numero attuale dei dipendenti Fiat e dell'indotto, da circa 1.500 occupati a circa 3.300.
Questa sera è previsto il tavolo al ministero con i sindacati. Ci saranno, ha indicato Romani, i segretari generali di Cisl e Uil ed il segretario confederale della Cgil Vincenzo Scudiere (e non il segretario generale Susanna Camusso).

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it, Ansa, GdS.it]

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14 febbraio 2011
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