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La Finanziaria siciliana impugnata

La scure del Commissario di Stato su 21 articoli. Bocciata anche la famigerata "Tabella H"

10 maggio 2013

Il Commissario dello Stato per la Regione siciliana ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale alcune norme della finanziaria, approvata il primo maggio dall'Assemblea regionale. La scure è calata su 12 articoli e su 16 commi di altri 9 articoli, oltre che sull'allegato 1, relativo all'art. 72, limitatamente ai capitoli 320013, 320014, 320015.
Tra le norme impugnate dal commissario di Stato anche la famigerata "Tabella H", l'elenco di 135 enti e associazioni beneficiari di 24 milioni di euro, approvato a notte fonda tra mille polemiche.

Per il commissario Carmelo Aronica "la norma dà adito a rilievi di carattere costituzionale" perché "l'Assemblea regionale interviene nuovamente con un provvedimento ad hoc destinato esclusivamente a determinate istituzioni, da anni fruitrici di provvidenze pubbliche senza ancorare la scelta operata a precisi e confacenti parametri di comparazione e valutazione". "Il principio di eguaglianza esige che le leggi singolari, come la norma in esame, corrispondano ad obiettive diversità delle condizioni considerate rispetto a quelle di enti similari, che giustifichino razionalmente ed obiettivamente la disciplina di privilegio adottata", ha scritto ancora il commissario.
Per il prefetto Aronica "se non sono contestabili la valenza ed il rilievo, anche a livello ultra regionale, di talune associazioni e fondazioni destinatarie dei contributi, ciò che costituisce motivo di censura è l'omessa valutazione e comparazione delle loro situazioni con quelle delle altre istituzioni operanti in medesimi settori in Sicilia". E sostiene che "detto esame comparativo avrebbe potuto (e dovuto) essere effettuato mediante una esaustiva istruttoria amministrativa operata dalla competente commissione legislativa prima dell'adozione della legge dalla cui conclusione potesse emergere una obiettiva diversità di condizioni che giustificasse la scelta operata dal legislatore in favore dei 135 enti in questione".

Nell'impugnativa, il commissario dello Stato contesta inoltre al legislatore di non avere "tenuto nella debita considerazione la circostanza che le istituzioni in argomento potrebbero essere già destinatarie di provvidenze erogate da altri soggetti pubblici e ciò al fine di garantire non solo la 'par condicio' tra i vari enti ed associazioni ma anche l'ottimale utilizzazione delle risorse, peraltro esigue, destinate a garantire il soddisfacimento dei bisogni della collettività in ambito socio culturale". E ancora: "la disposizione impugnata, che si connota come legge-provvedimento, in quanto incide su un numero determinato benché elevato di destinatari", "deve essere soggetta ad uno scrutinio stretto di costituzionalità (sentenze n. 2 e 153 del 1997, n. 227 del 2007) sotto il profilo della non arbitrarietà e non irragionevolezza della scelta del legislatore". "Dalla giurisprudenza costituzionale si ricava che lo stesso legislatore, quando emette leggi a contenuto provvedimentale - ha scritto ancora il commissario Aronica - deve applicare con particolare rigore il canone della ragionevolezza (sentenza n. 137/2009) affinché il ricorso a detto tipo di provvedimento non si risolva in una modalità per aggirare i principi di eguaglianza ed imparzialità". Perché "la possibilità, non esclusa dalla Costituzione, per il legislatore di svolgere un'attività a contenuto amministrativo non può spingersi sino a violare l'uguaglianza fra i cittadini come nel caso in esame". Infatti "il legislatore siciliano nell'adottare un'attività a contenuto particolare e concreto non ha dato modo di individuare i criteri ai quali sono state ispirate le scelte e le relative modalità di attuazione".

"Proprio in questa prospettiva si ritiene che la norma-provvedimento in questione sia in contrasto con l'art. 3 della Costituzione - ha aggiunto Aronica - non avendo rispettato il principio di eguaglianza nel suo significato di parità di trattamento". E ha sottolineato che "la norma, secondo quanto affermato da codesta Corte su un caso similare deciso con sentenza n. 137 del 2009, si risolve in un percorso privilegiato per la distribuzione di contributi in denaro, con prevalenza degli interessi di taluni soggetti collettivi rispetto a quelli, parimenti meritevoli di tutela, di altri enti esclusi, ed a scapito quindi dell'interesse generale".

Tra le norme impugnate ce ne sono alcune che mettono ora a serio rischio l'impianto dell'intera manovra: tra queste ci sono la misura che prevede il mantenimento delle attuali aliquote Irpef e Irap fino al 2016, con una parte degli introiti destinata a coprire le spese per il sistema sanitario regionale e quella che dispone il 20% di royalties sulla produzione di idrocarburi (emendamento M5S) e molto contestata da Confindustria Sicilia.

No al ticket da 5 euro per le isole minori - Stop al ticket, fino a un massimo di 5 euro, per chi sbarca nelle isole minori e per chi visita le sommità dei vulcani in Sicilia. Anche questa norma, contenuta nella finanziaria approvata dall'Ars, è stata impugnata per incostituzionalità dal commissario Aronica. "Nonostante l'utilizzo della tipologia ticket di sbarco", ha scritto il commissario nella sua relazione, la norma "costituisce un'entrata di evidente natura tributaria, che si caratterizza come prelievo coattivo di ricchezza destinato al soddisfacimento di bisogni pubblici". "Pur riconoscendo alla Regione la facoltà di istituire tributi propri regionali (art. 36 dello Statuto speciale)", il commissario sottolinea che la carta statutaria "non prevede che essa possa istituire o autorizzare gli enti locali situati nel proprio territorio ad istituire 'tributi locali'" e in ogni caso il ticket "appare illegittimo, in quanto contrasta con i principi del sistema tributario dello Stato". La formulazione della norma, ha rilevato Aronica, "lascia spazio all'ipotesi che il tributo regionale possa anche considerarsi aggiuntivo all'imposta di sbarco, con il conseguente aggravio dell'imposizione di oltre il 400%, dal momento che la norma proposta prevede che la misura massima del ticket sia di 5 euro". "Ove poi l'intenzione del legislatore regionale sia quella di elevare l'importo dell'imposta di sbarco vigente fissato nella misura massima di 1,5 euro anche sotto tale prospettazione - ha aggiunto - è palese l'illegittimità della norma in quanto al legislatore regionale non è consentito intervenire sulla disciplina dei tributi erariali". Inoltre il ticket "finirebbe con l'applicarsi anche ai soggetti residenti nel comune, ai lavoratori, agli studenti pendolari, nonché ai componenti dei nuclei familiari dei soggetti che risultino aver pagato l'imposta municipale propria e che sono parificati ai residenti".

"Ma la manovra nel complesso ha retto" - "Anche se non fanno certo piacere, accolgo le censure del Commissario con estrema serenità, perché è fatta salva la tenuta complessiva della manovra finanziaria". Lo dice l'assessore regionale all'Economia, Luca Bianchi. "In soli cinque mesi, abbiamo predisposto un bilancio regionale vero e trasparente, che ha retto bene, coprendo 2,3 miliardi di risorse mancanti, facendoci carico del 'buco' 2012, con un'operazione limpida sul lato delle entrate e una profonda riqualificazione della spesa - aggiunge - Di fronte a un'operazione del genere, nulla poteva darsi per scontato, e invece è tutta in piedi".
Bianchi sottolinea che "il ricorso del Commissario dello Stato colpisce per la verità soprattutto le norme di iniziativa parlamentare". "Al di là di quelle (come la Tabella H) su cui sono già note le mie critiche - afferma - mi pare che in qualche caso si spinga a limitare eccessivamente le prerogative dell'Assemblea regionale, che ha in larga misura condiviso il percorso di risanamento del bilancio regionale portato avanti dal governo". "Anche l'impugnativa dell'art. 8 relativo al finanziamento della spesa sanitaria, che ha destato qualche preoccupazione, non muta sostanzialmente per il 2013, in termini previsionali, i saldi del bilancio della sanità regionale - prosegue Bianchi - L'interlocuzione anche di queste ore con il ministero dell'Economia e delle Finanze, conferma peraltro che, entro giugno, a consuntivo, è possibile trovare già in sede di tavolo tecnico una soluzione che superi le perplessità del Commissario e definisca i riparti da destinare alla copertura dei disavanzi".
"Se sarà necessario, ritorneremo tempestivamente su alcune materie con interventi normativi - conclude - Altre misure perse per via, rientreranno nel piano per lo sviluppo che definiremo già nelle prossime settimane con le parti economiche e sociali".

Il plauso del M5S per la bocciatura della "vegognosa Tabella H" - "Il Commissario dello Stato ha fatto giustizia di tanti soprusi contentuti nella tabella H". Il gruppo parlamentare del Movimeto 5 Stelle all'Ars ha accolto con soddisfazione la bocciatura dell'"elenco della vergogna, partorito dagli interessi di tanti padrini, più che dalle reali esigenze e dei meriti delle associazioni sovvenzionate".
I deputati del Movimento, però, ammoniscono a "non gettare via il bambino assieme all'acqua sporca": "Si salvino gli enti meritori che erano presenti dentro quella tebella, che svolgono vere e valide opere sociali e culturali e che potrebbero essere danneggiati dallo stop dei contributi". Per questo i parlamentari del Movimento chiedono di varare immediatamente una legge che stabilisca criteri rigidi ed oggettivi, per consentire a chi lo merita di continuare ad operare senza pesanti contraccolpi.
Con soddisfazione è stata accolta la notizia della "promozione" delle norme del Movimento presenti in Finaziaria, microcredito in testa, che "deve partire il più presto possibile". "Siamo fiduciosi - affermano i deputati - anche di salvare la norma sugli idrocarburi, bocciata solo per una questione tecnica, cui può essere facilmente posto rimedio".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Sicilia5stelle.it]

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10 maggio 2013
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