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La forca irachena di nuovo in funzione. I due coimputati dell'ex rais Saddam Hussein sono stati impiccati

15 gennaio 2007

Lo sdegno e la ''rivolta'' causata dall'impiccagione dell'ex dittatore Saddam Hussein e promossa in primis dall'Italia, sono state risposte che il governo iracheno non ha capito e che non sono per niente piaciute. La condanna a morte dell'ex rais, ha detto il governo del premier Nouri al-Malikidi, era qualcosa di legittimo e riguardante principalmente l'indipendenza del nuovo Iraq, anche per questo, era assolutamente inimmaginabile che l'esecuzione capitale per gli altri due coimputati di Saddam fosse, per esempio, tramutata in ergastolo.
Per il fratellastro di Saddam, Barzan al-Tikriti, e per l'ex presidente del Tribunale Rivoluzionario, Awad al Bandar, condannati all'impiccagione in quanto ritenuti colpevoli della strage di 148 sciiti nel 1982, non si poteva cambiare registro. E, infatti, la loro esecuzione ha avuto luogo alle 3:00 di questa notte (le 6:00 a Bagdad). Il portavoce del governo, Ali Debbagh, ha reso note le modalità in cui è avvenuta: erano presenti ''un numero limitato di rappresentanti di un comitato responsabile di eseguire la condanna''.

Oltre a loro anche due magistrati e un medico, ha precisato Ali Debbagh, sottolineando che alle persone che hanno assistito all'esecuzione era stato formalmente chiesto di non lasciarsi andare a dichiarazioni o a manifestazioni di alcun tipo. ''I responsabili del governo ci hanno chiamati prima dell'alba e ci hanno detto di inviare qualcuno. Ho mandato un giudice per assistere all'esecuzione, che è avvenuta'' ha dichiarato Munqith al-Faroon, procuratore di Bagdad. Anche queste due esecuzioni si sono tenute nel palazzo dei servizi di informazione militare a nord di Bagdad, lo stesso nel quale Saddam Hussein è stato messo a morte. L'edificio è situato nel quartiere sciita di Kazimiyah.
Questa volta tutto si è svolto in maniera perfettamente ordinata, ha detto il portavoce governativo, che ha aggiunto però un particolare raccapricciante: la testa del fratellastro di Saddam Hussein, si è staccata dal corpo durante l'impiccagione. Pare si tratti di un caso rarissimo.
Le salme dei due condannati saranno consegnate alle loro famiglie entro due giorni.

La settimana scorsa, il presidente iracheno Jalal Talabani aveva chiesto al governo del primo ministro Nouri al-Malikidi di ritardare l'esecuzione di Al Tikriti e di Awad Hamed al Bander. ''A mio avviso dovremmo aspettare'' aveva dichiarato mercoledì durante una conferenza stampa con l'ambasciatore americano in Iraq Zalmay Khalilzad. Martedì scorso, al-Maliki aveva detto che Khalilzad gli aveva chiesto di ritardare le esecuzioni di almeno dieci giorni, ma che le autorità irachene avevano respinto la sua richiesta.

La strage di Dujail - Quello che nel 1982 avvenne a Dujail, località a una quarantina di chilometri a nord di Bagdad, è stato per oltre due decenni il simbolo della repressione del regime di Saddam Hussein. L'8 luglio dell'82 Saddam fu accolto nella cittadina dal sindaco di allora, Abdullah Ruwaid, e dai dirigenti locali del Baath. Al termine di una cerimonia ufficiale, il presidente e la sua delegazione salirono in auto per lasciare il villaggio e, poco dopo, diverse raffiche di mitra furono sparate contro le auto del convoglio presidenziale. Saddam Hussein rimase illeso, ma alcune delle sue guardie del corpo vennero ferite, mentre gli attentatori, cinque in tutto, furono individuati e uccisi immediatamente. Il giorno seguente la Guardia Repubblicana arrivò al villaggio e arrestò 450 persone, tra cui numerosi anziani e donne, e anche dei ragazzi che erano poco più che bambini. Per loro, venne allestito anche un centro di detenzione speciale in mezzo al deserto. Per 148 persone il tribunale rivoluzionario pronunciò la condanna a morte, puntualmente sottoscritta da Saddam Hussein e quindi eseguita.

Awad al Bandar era l'ex capo del tribunale che pronunciò la condanna a morte per i 148 abitanti di Dujail, mentre Barzan al Tikriti, secondo l'accusa, aveva personalmente torturato diverse persone. Tikriti, fratellastro di Saddam da parte di madre, è stato per anni il capo dei servizi segreti iracheni, il famigerato Mukhabarat. Prima di diventare il 5 di fiori nel mazzo di carte degli uomini più ricercati dell'Iraq e di essere catturato il 17 aprile 2003, otto giorni dopo la caduta di Bagdad, Tikriti è stato uno degli uomini più potenti e temuti dell'Iraq come esecutore materiale della repressione ordinata dal capo dello Stato.

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15 gennaio 2007
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