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La formazione professionale sul... tetto

Dopo la protesta dei lavoratori degli enti di formazione professionale siciliani: "Necessita un cambio di rotta della Regione"

03 marzo 2011

Ieri mattina una ventina di lavoratori di enti di formazione professionale sono saliti sul tetto dell'assessorato regionale al Lavoro di via Ausonia. Alcune decine di persone hanno continuato la protesta davanti all'ingresso fino a tarda sera. Preso di mira l'assessore Mario Centorrino che è stato contestato al suo arrivo in ufficio.
I lavoratori chiedono alla Regione di accreditare i fondi agli enti per il pagamento degli stipendi del 2010 e certezze per il 2011. Alcuni enti, come il Cefop, devono pagare ancora gli stipendi di novembre e dicembre del 2009.
"L'aggressione verbale della quale sono rimasto vittima stamattina in assessorato è testimonianza, da un lato, di uno stato di insofferenza dei lavoratori del settore della formazione, condivisibile e rispettabile, ma altresì di un terribile equivoco che ha 'drogato' questo comparto", ha commentato Centorrino. "L'aspettativa, cioè, di ricevere uno stipendio da parte della Regione senza soluzione di continuità, e non da parte degli enti di formazione secondo la tempistica della presentazione dei progetti, della loro approvazione, e del loro finanziamento - ha proseguito - E' per dissipare l'equivoco e stabilire regole di certezza che stiamo lavorando attraverso un ridisegno delle regole sulle quali finora si reggeva il settore della formazione, regole che in molti casi si prestavano ad interpretazioni discrezionali, ad elusione di controlli, a mancata garanzia dei diritti dei lavoratori. Se attraverso queste proteste qualcuno pensa di ritardare o bloccare questo processo, sappia che questo non avverrà".
Una delegazione di lavoratori ha incontrato il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che si è detto disponibile a trovare una soluzione. "Comprendo lo stato di esasperazione dei lavoratori della formazione. Il sistema è perverso perché il governo ha pagato gli enti, gli enti in molti casi hanno pagato altre spese, ma non hanno pagato gli stipendi. Nell'ambito della formazione si era organizzato un meccanismo per lucrare e per non fare la formazione che il mercato del lavoro richiedeva. E si assumeva, anche in maniera illegittima. La legge del Lombardo 2008 per il blocco delle assunzioni pare sia stata violata e centinaia di persone sono state assunte. Tutto ciò non può continuare". Così Lombardo sul suo blog. "I lavoratori che protestano, legittimamente, sono stati assunti dagli enti e a loro non si potrà negare lo stipendio - ha scritto ancora il governatore siciliano -. Si è detto molto contro di loro, ma la loro è un'aspettativa sacrosanta e noi siamo dalla loro parte. Credo che il nuovo dirigente generale della formazione si stia facendo apprezzare per la sua libertà e autonomia di giudizio e azione di governo". "E' la persona giusta, un uomo non legato a lobby, interessi o partiti, per poter affrontare questo nodo difficilissimo da risolvere. Il governo - ha assicurato infine Lombardo - è impegnato a scrivere la parola fine su questi sprechi e sullo sfruttamento ai danni della Regione. Al di la' degli stipendi che non vengono pagati ci sono oneri di gestione notevolissimi che finiscono nelle tasche di pochi".

Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, sulla questione ha detto: "La Regione siciliana si era impegnata a recuperare la disponibilità economica necessaria ma si è clamorosamente smentita. I lavoratori della formazione professionale, senza stipendio da mesi, sono all’esasperazione". "Non condividiamo, in nessun modo, i gesti di violenza che sono avvenuti ma occorre – ha aggiunto – che ognuno si assuma la propria responsabilità. Il sindacato è stato delegittimato dalle incoerenze del governo e ha difficoltà di fronte alla comprensibile esasperazione della gente". "Abbiamo chiesto al presidente Lombardo di essere convocati subito per avere rassicurazioni e superare l’emergenza. Sapere quando saranno effettivamente disponibili i fondi per gli stipendi di ottomila famiglie - ha concluso il sindacalista - è il primo punto all’ordine del giorno. Discuteremo poi anche di come cambiare questo settore".

"Ormai siamo alla follia. Adesso sembra proprio che 'Il bue dica cornuto agli asini'. Per questo la Cisl Sicilia insiste nel ribadire la propria richiesta di un cambiamento radicale nel settore. Non bisogna più parlare di una generica Riforma". Maurizio Bernava, segretario generale Cisl Sicilia, ha risposto così alle dichiarazioni del governatore siciliano sulla formazione. "Bisogna pretendere - ha aggiunto - atti concreti ed immediati dal governo per coniugare l'interesse di ridurre la spesa ed il deficit di bilancio, con quello di riqualificare il settore riducendolo e di trovare strumenti concreti di garanzia del reddito e di tutela occupazionale dei lavoratori. Selezione, qualificazione con nuove regole ed il rigore, il controllo, la pretesa di trasparenza e buona amministrazione nella gestione degli Enti e delle risorse messe a loro disposizione". "Il governo e la politica - ha proseguito Bernava - non possono scappare dalla loro responsabilità scaricando problemi e guai ai più deboli ed agli onesti del settore. Agisca Lombardo. Ci vuole responsabilità e coraggio. Cosa che il Governo non ha finora dimostrato nella Formazione professionale". "Ora è tempo di azioni concrete e radicali - ha infine concluso il segretario generale della Cisl siciliana - senza offrire coperture a nessuno dei faccendieri e degli speculatori cresciuti ed arricchitisi dentro il settore nel corso degli ultimi 15 anni. La Cisl è pronta a sostenere e realizzare azioni e scelte radicali mai viste finora. Intanto la Cisl li propone con coraggio, e su questo obiettivo ha orientato le proteste di questi giorni. Ma finora, ci sentiamo e vediamo soli. Il Presidente Lombardo, la sua Giunta e la parte sana e libera dell’Ars accolgano il nostro appello e ci facciano sentire meno soli in questa ulteriore battaglia di legalità e qualificazione nell’utilizzo delle risorse pubbliche".

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03 marzo 2011
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