La Formazione siciliana torna in piazza
Intanto l'assessore Scilabra rivendica la portato riformatrice del suo operato
Sono tornati in piazza gli operatori della Formazione professionale. A rischio sono oltre 8 mila posti di lavoro, dopo che già in 2.500 si sono ritrovati senza occupazione e non hanno alcun sostegno al reddito. Due le giornate di sciopero proclamate dai sindacati di categoria. La prima oggi, con un sit-in regionale dei lavoratori di tutte le filiere in servizio e sospesi, davanti alla presidenza della Regione a piazza Indipendenza, a Palermo. Mentre il 12 maggio i lavoratori sfileranno in corteo per le vie del centro del capoluogo siciliano. Non finisce qui, perché Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola hanno annunciato, nel periodo compreso fra l’1 e l’11 maggio, manifestazioni di protesta e sensibilizzazione davanti alle Prefetture delle nove città dell’Isola.
"Oggi - ha sottolineato Giovanni Migliore, segretario Cisl Scuola con delega alla Formazione - riparte una mobilitazione che si svilupperà con azioni di lotta ogni giorno diverse e che non si fermerà se non quando governo e Ars non ci avranno dato risposte. Non è più tempo di parole e annunci".
I sindacati chiedono: la messa in liquidazione del sistema utilizzando le somme dei rendiconti ancora non chiusi per pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori; l'utilizzo del Ciapi e delle annualità in corso per sostenere il presente e la continuità dei corsi; il traghettamento del sistema verso il futuro con un accreditamento più rigido che consenta la continuità delle attività delle tre filiere e il serio controllo in corso d'opera e non più a consuntivo, delle spese sostenute dagli enti in attività.
Intanto ieri all’Ars, l'assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra, ha letto una lunga relazione con la quale ha fatto il punto sull'attività svolta finora per mettere ordine nel settore e con la quale ha rivendicato la portata "rivoluzionaria" del suo operato.
"Nonostante il non lungo lasso di tempo trascorso dal mio insediamento posso affermare, senza timore di smentita, di avere avviato e in parte già realizzato un percorso politico amministrativo di riforme rilevanti che stanno incidendo in modo significativo in un settore particolarmente sensibile, quale è quello della Formazione professionale, e che hanno determinato una netta inversione di tendenza rispetto alle politiche praticate nel passato che hanno spesso prodotto inefficienze, sprechi, inadempienze nonché uno sviamento dell'azione dell'Assessorato dalla sua funzione tipica".
"Ho attivato sin da subito un processo di riforma radicale e complessivo, sia per moralizzare il settore sia per collocarla tra l'istruzione e il mercato - ha detto Scilabra rivolgendosi al Parlamento - Si è abbandonata e lasciata alle spalle la vecchia via della formazione assistenza assolutamente non utile alla nostra terra che ha prodotto esclusivamente in questi anni corsi ripetitivi e disarticolati non programmati dall'amministrazione, gestiti spesso senza le necessarie competenze e con un uso talvolta, purtroppo, distorto del denaro pubblico".
"Si è puntato ad una formazione di qualità, innovativa e transnazionale, che coniughi sviluppo e legalità, una formazione che dia ai giovani siciliani effettive competenze spendibili nei mercati internazionali, che imponga standard professionali adeguati, una formazione legata con il territorio e che ne costituisca strumento per il suo sviluppo. Una formazione quindi sostenibile che sia volano di crescita economica ed occupazionale che sia in grado di dare risposte efficaci all'emergenza occupazionale che stiamo vivendo in questo periodo di grave recessione, rinnovata e collegata saldamente al mondo del lavoro".
Soffermandosi sulla revisione dei criteri di accreditamento degli enti professionali, l'assessore Scilabra ha fornito alcuni numeri. Gli enti accreditati, in via provvisoria o definitiva, erano 1.928 per un totale di sedi operative accreditate pari a 2.504. Con il nuovo sistema sono pervenute 701 istanze, 670 per adeguamento vecchio accreditamento e 31 nuove pratiche; di queste 701, 385 sono state già valutate: 26 (6,7%) con esito positivo ed in attesa di decreto, 359 con esito negativo e richiesta di integrazione, le rimanenti 316 pratiche sono in fase di valutazione.
"Non posso tuttavia non rilevare che proprio in questi giorni è stato indetta una manifestazione dei sindacati - ha sottolineato - che vogliono una formazione che prescinda dalla presenza degli enti di formazione".
Poi ha parlato dei controlli. "Sono state disposte ispezioni a salvaguardia dell'utilizzo corretto del denaro pubblico e della sua destinazione per le finalità previste nei decreti di finanziamento, ivi compreso il pagamento delle retribuzioni dei lavoratori, o per garantire il rispetto del blocco delle assunzioni disposto dall'amministrazione nei confronti degli enti formativi".
E "al fine di moralizzare il sistema della formazione professionale e garantirne l'affidabilità, si è proceduto alla revoca dell'accreditamento a oltre 200 enti o perché di fatto non più operanti o perché non davano garanzie in ordine alla affidabilità, anche morale, taluni dei quali coinvolti in inchieste giudiziarie". "In tutti quei casi in cui dagli atti processuali sono emersi a carico degli enti e dei loro rappresentanti o soci comportamenti che avrebbero potuto esporre l'amministrazione ad un significativo danno sia patrimoniale sia non patrimoniale ci si è costituiti parte civile - ha aggiunto l'assessore - Si sono rafforzate le cautele antimafia nei procedimenti finalizzati all'attivazione di processi formativi e si è definita una strategia di contrasto ad un uso distorto delle risorse pubbliche e alle infiltrazioni malavitose attraverso l'adozione di ulteriori misure di legalità oltre a quelle già imposte dalla legge, aventi una funzione spiccatamente cautelare e preventiva di contrasto quale l'obbligo della sottoscrizione di patti di integrità che è stato imposto agli enti di formazione sia per accreditarsi sia per svolgere attività formativa per conto dell'amministrazione regionale".
Nelli Scilabra ha ricordato poi il protocollo con la Guardia di Finanza "che prevede l'impegno dei Comandi provinciali nelle attività di verifica sulle attività finanziate ai privati con risorse pubbliche, anche a valere sui fondi strutturali FSE relativi al periodo di programmazione 2007-2013".
"Ritengo gli operatori della formazione professionale i principali attori del settore e quindi qualsiasi processo di riforma non può prescindere da una reale tutela dei loro diritti. La mia gestione ha determinato il reingresso nel mondo del lavoro di operatori che ne erano fuoriusciti. Ho voluto reintrodurre tutte le garanzie previste dalle leggi regionali vigenti a favore dei lavoratori eliminate di fatto dai precedenti governi - ha sottolineato - In particolare, per la prima volta dopo anni, tutti gli enti gestori di attività formative, per la partecipazione all'annualità formativa 2013-2014, sono stati obbligati, pena il mancato finanziamento dei percorsi a creare un conto corrente dedicato per le spese del personale accompagnato dall'adozione di sistemi volti ad imporre agli stessi enti il pagamento mensile delle retribuzioni ai lavoratori, a reclutare il personale da impiegare nelle attività formative dall'Albo degli operatori della formazione professionale in corso di aggiornamento".
Inoltre "è stato imposto agli enti di destinare almeno l'80% del finanziamento alle spese del personale raggiungendo così il duplice scopo di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e di ridurre al contempo le spese di gestione degli enti. Al fine di assicurare pagamenti ai lavoratori e la possibilità di attivare percorsi di riqualificazione - ha proseguito - è stato anche per l'annualità corrente finanziato il Fondo di garanzia impinguando il competente capitolo di bilancio con la somma di 2 milioni e 790 mila euro".