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La fretta del Governo su intercettazioni e immunità

La riforma della giustizia, secondo Berlusconi basata su principi di civiltà, deve passare prima possibile...

19 febbraio 2011

Ieri il Consiglio dei ministri, secondo quanto si è appreso da fonti ministeriali, ha approvato all'unanimità la relazione del ministro della Giustizia Angelino Alfano sul ddl che contiene la riforma costituzionale della giustizia. A breve sarà convocato un Consiglio dei ministri straordinario per l'approvazione definitiva del disegno di legge costituzionale sulla riforma della giustizia. Nei prossimi giorni si riunirà un comitato formato da ministri ed esperti, secondo quanto si è appreso sempre da fonti ministeriali, per approfondire i contenuti del testo del ddl.
Questa è una riforma basata su principi di civiltà, avrebbe detto Silvio Berlusconi, stando alle stesse fonti, durante il Consiglio dei ministri. Questo tema, avrebbe sottolineato il Cavaliere, deve essere oggetto di confronto, ma l'importante è che si faccia il più presto possibile per approvare definitivamente la riforma, perché non si può aspettare ancora.  Il premier avrebbe poi sottolineato che in questo frangente va affrontato anche il nodo delle intercettazioni senza indicare lo strumento per limitarne l'abuso. Il presidente del Consiglio avrebbe chiesto di stringere i tempi anche sulla riforma dell'immunità parlamentare ex articolo 68 della Costituzione.

"E' un copione già visto: ogni volta che emergono vicende giudiziarie che coinvolgono il premier, prima arrivano insulti, poi seguono iniziative legislative punitive per i magistrati. Noi non ci faremo intimidire e continueremo ad applicare la legge con serenità, imparzialità e in maniera eguale per tutti e a spiegare quali sono le riforme di cui la giustizia ha bisogno davvero". Così il presidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), Luca Palamara (nella foto sotto), sul ddl contente la riforma costituzionale della Giustizia. "Ciò che più preoccupa in questa fase - prosegue Palamara - sono le posizioni di ministri in carica, Istruzione, addirittura Esteri e persino Giustizia, che partecipano senza alcuna remora, che pure sarebbe doverosa per la carica istituzionale ricoperta, alla sistematica aggressione nei confronti dei magistrati".

"Da dieci anni Berlusconi tutte le mattine parla di giustizia, ma non è cambiato niente", ha rimarcato Pier Luigi Bersani. "Sono un paio d'anni che vediamo relazioni", ha commentato il segretario del Pd. "La giustizia funzionava male e funziona male per i cittadini. Non c'è stata una riforma della giustizia per i cittadini, ma il polo di attenzione è stato per i suoi problemi", ha aggiunto Bersani ribadendo il fatto che in questa situazione "è irresponsabile non dire tutti quanti a Berlusconi: 'Per favore, fai un passo indietro'".
"Al governo, si sa, non interessa un sistema della giustizia che funzioni davvero. Per questa ragione le riforme che il governo ha annunciato di voler fare non sono in favore della giustizia e dei cittadini onesti ma dei delinquenti", ha infine osservato il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro. [Adnkronos/Ing]

- "Stavolta nessuno mi può fermare" di Liana Milella (Repubblica.it)

 

 

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19 febbraio 2011
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