La gara per il Ponte prosegue. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Astaldi sullo ''sconto'' operato da Impregilo
La gara di appalto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina va avanti. I giudici della prima sezione del Tar del Lazio, presieduta da Pasquale De Lise, hanno infatti respinto la richiesta di sospensiva fatta dalla Astaldi Spa contro la delibera con la quale la commissione aggiudicatrice ha assegnato la licitazione privata per la realizzazione del ponte.
Con una ulteriore decisione, i giudici hanno anche disposto alcuni incombenti istruttori, fissando al prossimo 21 giugno una nuova udienza nella quale entreranno nel merito del ricorso.
Astaldi SpA contesta l'aggiudicazione della gara avvenuta il 12 ottobre scorso, quando la commissione indicò nel gruppo Impregilo il general contractor del Ponte sullo Stretto. L'appalto, del valore di 4,43 miliardi di euro, è stato ritenuto il più ricco di quelli finora banditi in Italia. L'offerta vincente fu di 3,88 miliardi di euro con un ribasso del 12,33% ovvero di 550 milioni.
Uno ''sconto'' che ha interessato anche i tempi di realizzazione, per i quali sono stati previsti otto mesi in meno rispetto a quelli stabiliti, con un'indicazione massima per la realizzazione del progetto di 70 mesi, rispetto ai 78 previsti dalla società concedente. Ribasso, questo, che per la Astaldi è meritevole di verifiche.
Per Gilberto Benetton la fusione di Impregilo con Astaldi ''sarebbe una buona operazione, anche se non so dire se è sul tavolo''. L'imprenditore veneto, presente in Impregilo attraverso Autostrade SpA, uno degli azionisti Igli ha osservato che ''quello di fare una azienda di costruzioni con un fatturato importante sarebbe molto utile. Lo vediamo noi in Autostrade quanto c'è bisogno di una società del genere, che ci potrebbe dare una mano. È auspicabile che si crei una società più importante, anche per andare all'estero''.
Intanto il leader dell'Unione, Romano Prodi, ieri da Catania, ha ribadito la propria idea sulla costruzione del ponte: ''Non ho nulla contro il Ponte ma non lo considero una priorità, né mia né del mio governo''. E ha sottolineato: ''Occorre prima ragionare su strade, viadotti e altre infrastrutture, il tunnel sotto la Manica ha fatto già fallire tre società. Bisogna prima valutare il rapporto costo e benefici''.
Fonte: La Nuova Ecologia