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La Gdf sequestra beni per 20 mln a due fiancheggiatori di boss

Imprenditori in "odor di mafia" e la "messa a posto" con Cosa Nostra

06 dicembre 2010

Beni per un valore complessivo di 14 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Palermo a Giuseppe Libreri, di Caccamo (PA) arrestato nel settembre del 2002 con l'accusa di far parte della famiglia mafiosa di Termini Imerese e di avere favorito la latitanza del capo mandamento di Caccamo, Antonino Giuffrè, oggi pentito di mafia.
Libreri avrebbe curato, secondo gli inquirenti, anche la "messa a posto" delle imprese che operano nella zona. E' stato condannato a cinque anni di reclusione. Il provvedimento di sequestro, disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale, riguarda 15 beni immobili, tra terreni e ville, due società, cinque autovetture e conti correnti bancari.
Beni per complessivi sei milioni di euro sono stati sequestrati a un imprenditore ritenuto in odor di mafia. Si tratta di R. M., 46 anni, residente a Torretta (PA), arrestato con altre tredici persone il 30 luglio del 2007 nell'operazione antimafia 'Passo di Rigano'. Secondo gli investigatori, "in qualità di privato imprenditore, avrebbe agevolato il controllo e la gestione degli appalti pubblici da Cosa nostra e in particolare, dell'articolazione territoriale di Torretta e del suo reggente Vincenzo Brusca".
A R.M, "ritenuto concorrente esterno all'associazione criminale", dicono le Fiamme Gialle, è stata contestata l'effettuazione di una rilevante operazione imprenditoriale, consistente nell'acquisto, lottizzazione e successiva edificazione, di un terreno in contrada Falconieri - nel comune di Torretta - "in piena intesa con la famiglia mafiosa e, in particolare, con Vincenzo Brusca", al quale il R.M. si sarebbe rivolto per la soluzione di questioni burocratico-amministrative derivanti dalla irregolarità e incompletezza delle concessioni edilizie necessarie e a cui avrebbe anche rimesso ogni decisione circa le ditte che dovevano effettuare i lavori e le necessarie forniture al cantiere (cemento, ferro, ecc.). Nel 2008 R.M. è stato condannato a cinque anni di carcere dal gup di Palermo. [Adnkronos/Ing]

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06 dicembre 2010
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