La ghigliottina per gli "innovatori" politici
Secondo il Governatore siciliano l'inchiesta che lo coinvolge è una risposta politica alla sua voglia di cambiamento
Ha usato parole forti il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, per descrivere la sua attuale condizione di "innovatore" politico e per questo osteggiato anche con i mezzi della giustizia. Lombardo, lo ricordiamo, è infatti indagato dalla Procura di Catania per concorso esterno in associazione mafiosa (LEGGI).
"Un partito del Sud è sempre più indispensabile, ma chi osa farlo rischia di essere impiccato o addirittura ghigliottinato". Queste le parole del governatore siciliano intervistato da il Sole 24Ore, intervista nella quale ha posto l'accento sull'importanza delle riforme per la Sicilia, da varare prima che il fisco federale prenda il via. "Se non si raggiungono obiettivi di razionalizzazione, riduzione delle spese, innovazione e migliore efficienza, la Sicilia e il Sud, all'appuntamento col federalismo fiscale, rischiano di affondare. La nostra apertura al Pd attorno al processo riformista - ha aggiunto - era e resta alla luce del sole".
"Circa i rapporti con la mafia che mi si addebitano, renderò conto di ogni cosa, fatto o persona incontrata. Questa organizzazione è stata da me avversata e dal 2000 ad oggi, da quando ho responsabilità amministrative, ho una scheda per ogni persona incontrata - ha detto il presidente della Regione intervenendo poi a Castelvetrano (Tp) all'inaugurazione del primo dei tre lotti dell'impianto di compostaggio del Polo tecnologico di Belice ambiente Spa - Aver fatto saltare il sistema nel settore dei rifiuti significa aver fatto saltare uno dei più lucrosi affari che la mafia potesse fare nei prossimi 30 anni, guadagnando almeno 7 miliardi di euro. Relativamente alle indagini che mi riguardano, anche se non sono iscritto nel registro degli indagati, mi auguro d'essere sentito prima del 13 aprile in modo da potere relazionare all'Ars, nella seduta prevista per quella data". "Tutto il sistema degli impianti era organizzato sul terminale dei termovalorizzatori, c'erano imprenditori, i cui nomi verranno fuori e faranno clamore nei prossimi giorni, che dicevano che dovevano essere raccolti 2 milioni e 700 mila quintali di spazzatura all'anno in Sicilia; ma con la nuova legge abbiamo sovvertito questo stato di cose" ha aggiunto.
Per l'ex presidente della Regione, oggi senatore dell'Udc, Totò Cuffaro, Lombardo dovrebbe dimettersi ma per ragioni politiche. "Le dichiarazioni che ho reso in merito alla opportunità di dimissioni da parte di Lombardo sono state riportate sulla stampa in modo vistosamente incompleto. Ho infatti detto che, dal momento che sono convintamente garantista, non ritengo che Lombardo debba dimettersi per motivi giudiziari ma sicuramente – come tutta l’Udc sostiene da diversi mesi – ci sono tutti i presupposti politici perché Lombardo si dimetta". Secondo Cuffaro, Lombardo "ha tradito la volontà degli elettori e la giunta che ne era diretta espressione, ha bloccato la macchina amministrativa regionale, causato immobilismo e non ha affrontato alcuna delle emergenze economiche e sociali che affliggono la Sicilia. I numeri purtroppo rivelano tutta la sua incapacità di presidente della Regione".
A difendere ancora una volta l'operato e l'integrità di Lombardo è ancora il sottosegretario alla Presidenza Gianfranco Miccichè. "E' troppo presto per esprimere qualsiasi tipo di giudizio. Certo è che gli ultimi cinque presidenti della Regione sono finiti tutti sotto processo. Dico solo che c'é qualcosa che non funziona. C'é qualcosa che non va. Perché allora è forse delinquenziale proprio fare il presidente della Regione". Insomma, Miccichè invita alla cautela parlando dell'indagine che coinvolge Raffaele Lombardo e ricorda che "Lombardo ha comunque dato sino a oggi dei segnali di legalità, come la scelta di mettere Massimo Russo alla guida della sanità siciliana".
Però, se Lombardo dovesse risultare colpevole il sottosegretario si dice pronto ad andare alle elezioni anche "il giorno dopo". Elezioni nelle quali, comunque, non vorrebbe essere tra i candiati, nemmeno con il futuro Partito del Sud, progetto politico che, secondo Micciché, potrebbe essere pronto per le prossime politiche. "L'affermazione del Carroccio - ha affermato Miccichè - è l'analisi elettorale che la gente ha sempre più voglia di una maggiore rappresentazione territoriale. Questo partito è assolutamente necessario"
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, invece, proprio non riesce a vedere questa "necessità" né avverte nei siciliani l'esigenza di un Partito del Sud. "Il Pdl ha vinto al Sud, quindi a noi non serve un partito del Sud, abbiamo invece l’esigenza di far valere un grande partito nazionale che nel Mezzogiorno ha il 41% e che deve oggi formare dirigenti che operino con questa consapevolezza". Queste le parole chiare di Alfano, a conclusione del suo intervento alla presentazione del corso di formazione politica dei giovani azzurri siciliani a Palermo. "Oggi la Sicilia – ha aggiunto il ministro - non può, come una volta, andare a Roma vantando il suo statuto, perché nel frattempo sono avanzate riforme costituzionali e federalismo e il tempo perso in un cattivo uso dell’autonomia in Sicilia non può più essere recuperato". Alfano ha sottolineato il bisogno di mettare da parte "un rivendicazionismo piagnone". "Dobbiamo lanciare con i nostri mezzi proposte concrete partendo dal presupposto – ha aggiunto Alfano - che nessuno, solo noi possiamo liberare noi stessi dalla mafia dall’arretratezza e dalla povertà”.
[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, ANSA, GdS.it, LiveSicilia.it]