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La grande festa dei diritti di tutt*

Centotrentamila persone (secondo la Questura) per le strade di Palermo

24 giugno 2013

Una ventina circa i carri, un tripudio di colori e musica, centotrentamila i partecipanti (secondo la Questura) che sabato scorso, sotto il sole cocente, non hanno perso l'entusiasmo e hanno ballato senza sosta per il Pride di Palermo. Il maestoso corteo è partito dal Foro Italico intorno alle 17.30, ha proseguito per Corso Vittorio e svoltato in via Roma dove ad aspettarli c'erano un gruppo di lavoratori in protesta perché non percepiscono stipendio da mesi del teatro Biondo. Incatenati alla cancellata del teatro con uno striscione con su scritto "la cultura è morta? No, è soltanto emarginata!". Il corteo si è fermato e ha applaudito in segno di sostegno nei confronti dei lavoratori.
A sfilare anche il gruppo 'ali d'aquila' cristiani LGBT di Palermo e l'Associazione genitori omosessuali.
"Different people same right" c'era scritto su una maglietta, poi il corteo ha proseguito per via Dante fino a piazza Principe di Camporeale dove i carri si sono fermati intorno le 21. I partecipanti hanno dato inizio alla festa al Pride Village ai Cantieri della Zisa. Dal palco a salutare tutti Vladimir Luxuria, Rosario Crocetta, Leoluca Orlando, Barbara Tabita, Vittoria Cabello, Eva Riccobono e Maria Grazia Cucinotta.

Al corteo anche alcuni deputati e parlamentari nazionali del M5s e il leader di Sel Nichi Vendola. "Ho 55 anni e sto invecchiando in un Paese di cui mi vergogno", ha scritto Vendola su Facebook postando una foto che lo ritrae mentre sfila alla testa di un corteo. "Noi siamo qui per dire la verità, senza ipocrisie, e chiedere alla legge di riconoscere quello che è già nella vita, nella società. L'amore ha i colori dell'arcobaleno, non è possibile che viva codificato solo in bianco e nero".
Entusiasta il governatore Rosario Crocetta: "Con una splendida chiarezza è emersa una Sicilia che dimostra di essere moderna contemporanea, la Sicilia dei diritti. C'erano gli omosessuali a questo Pride, ma anche tanti eterosessuali, questo significa che non si considera la questione dei diritti qualcosa che riguarda solo le minoranze, ma è una questione di tutti".

"Il Pride 2013 - hanno fatto sapere dal Comune di Palermo - passerà alla storia della città e del movimento Lgbt come il pride dei record: il village più grande d'Europa; la prima volta che partecipa il presidente della Camera dei Deputati; il primo pride che non finisce il giorno della parata, ma che si conclude il giorno dopo; la prima parata in cui sfilerà anche un'auto storica; il primo pride che riceve un messaggio da un ministro di un governo straniero (la ministra della Giustizia francese, Christiane Taubira); il pride più a Sud d'Europa. E soprattutto, un pride delle donne, in cui le donne hanno avuto un peso rilevante sia nell'organizzazione, che negli interventi, che nella partecipazione".

Dal palco, a parlare a proposito di una eventuale legge sulle unioni degli omosessuali è stato Nichi Vendola. "Ho avuto molte controprove - ha detto - che mi hanno reso diffidente nei confronti del Parlamento e della politica. Il centrosinistra, nel passato, troppe volte ha peccato di viltà. Ha pensato di non turbare gli umori di Oltretevere. Il centrodestra manco a parlarne, con la loquela di Giovanardi". "Sono contento che anche nel centrodestra adesso si levano voci importanti per squarciare questa coltre di insopportabile ipocrisia", ha concluso Vendola.

"Da Palermo, nuova capitale dei diritti, inizia il nostro conto alla rovescia per la parità - ha spiegato Paola Brandolini, presidente nazionale di ArciLesbica -. Nei giorni scorsi è iniziata la discussione parlamentare nelle Commissioni giustizia di Camera e Senato sulla legge contro la violenza omofobica e sui disegni di legge in materia di coppie omosessuali ed estensione del matrimonio civile. Il Parlamento italiano, ormai messo alle strette dai continui richiami dell'Unione Europea, sembra voler finalmente colmare l'inaccettabile ritardo legislativo''. ''I partiti devono sapere - ha sottolineato Brandolini - che non potremo accettare temporeggiamenti, ulteriori ritardi o rinvii, concessioni di diritti parziali. Nessuna scusa, nessuna codardia potrà essere più tollerata. Rammentiamo soprattutto a Pd, Sel e M5S, cui esponenti sono oggi presenti al corteo, che in campagna elettorale hanno promesso che entro sei mesi sarebbero stati approvati provvedimenti sui diritti civili''.

"Dalla grande manifestazione dell'orgoglio e per i diritti Lgbt che si tiene oggi a Palermo - ha concluso infine la Presidente Nazionale di ArciLesbica - parte il nostro conto alla rovescia: entro l'anno vogliamo i provvedimenti che chiediamo da decenni. Questo dovrà essere l'ultimo anno in cui il nostro Pride chiede la parità di diritti. Si impegnino, quindi, le forze politiche e il Parlamento italiano perché nel 2014 anche l'Italia celebri un Pride di diritti conquistati''.

- Parte il Family Day. Ma per pochi intimi... di Gaspare Ingargiola (LiveSicilia.it)

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24 giugno 2013
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