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La Grande Vergogna!

Genny 'a carogna ha salvato la Coppa Italia... Le autorità italiane vogliono ringraziare?

05 maggio 2014

Sabato scorso allo stadio Olimpico di Roma si è giocata la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Purtroppo, anche questa volta, il calcio e la partita sono passate in secondo piano e la giornata verrà ricordata per gli episodi di violenza, fuori e dentro lo stadio, e per una vicenda diventata subito vergogna nazionale. Infatti, la partita si è potuta giocare solo grazie alla trattativa che sembra sia stata intrattenuta tra la polizia, i dirigenti e il capo ultrà della tifoseria napoletana, Genny detto "'a carogna".
Sugli spalti dell’Olimpico, il presidente del Consiglio Matteo Renzi (con moglie e figli) e quello del Senato, Pietro Grasso.

Sabato per la capitale è stata una giornata segnata da incidenti e caos. Tre i feriti per colpi di pistola prima della partita. Gli spari nei pressi di Viale Tor di Quinto, vicino allo stadio. Vittime tre tifosi napoletani: un trentenne, il più grave, colpito alla colonna vertebrale. E' stato ricoverato in codice rosso all'ospedale Villa San Pietro, per essere sottoposto ad un intervento. Ancora incerta la ricostruzione della dinamica ma indiscrezioni riferiscono di ultras della Roma che si sarebbero scontrati con quelli napoletani.

La tensione è salita nel tardo pomeriggio, quando sono cominciati gli scontri tra i supporters delle due squadre, cui avrebbero partecipato anche ultras della Roma, e tra questi e le forze dell'ordine. Contro gli agenti che scortavano le tifoserie perché non venissero a contatto, nei pressi di Ponte Milvio, sono stati lanciati bottiglie ed oggetti vari. Tafferugli tra i gruppi di sostenitori si sono verificati in altre zone vicino all'Olimpico. Anche nello stadio, poi, ci sono stati lanci di petardi e bombe carta.

La partita si è poi giocata in un clima di palpabile tensione sugli spalti. Un capo tifoso del Napoli, seduto su una grata della curva Nord, ha partecipato alla convulsa trattativa che ha preceduto l'inizio dell'incontro. E' stato lui, riconoscibile per un vistoso tatuaggio su tutto il braccio destro e una maglietta con la scritta "Speziale libero" (Antonio Speziale è il giovane condannato per la morte dell'agente Filippo Raciti nel 2007 per gli incidenti al di fuori dello stadio di Catania), che ha parlato col capitano del Napoli Hamsik, scendendo sul campo di gioco; ed è stato ancora lui, con ampi gesti, prima a chiedere il ritorno della calma in curva da cui erano state lanciate alcune bombe carta, e poi a dare l'assenso all'inizio della partita quando i funzionari delle forze dell'ordine sono andati sotto gli spalti per comunicare la decisione di giocare.

Insomma, una vergogna che in breve tempo ha fatto il giro di tutti gli organi di informazione internazionali. La finale di Coppa Italia è cominciata con 45’ di ritardo, ma è cominciata. Grazie a "Genny 'a carogna".

"Lo Stato c'è, è forte e non fa trattative con le curve" ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervistato da Rtl. "Lo Stato - ha sottolineato Alfano - si è battuto contro la mafia, figuriamoci se può avere paura di qualche facinoroso, di qualche belva travestita da tifoso, che va in giro per le città con catene e spranghe. Lo Stato è più forte di chi vuole batterlo". "All'Olimpico la tensione è scoppiata per fatti verificatisi a tre-quattro chilometri dallo stadio. Perciò il capitano del Napoli Hamsik è andato a dire alla Curva non 'datemi il permesso di giocare', ma che il tifoso napoletano non era stato ferito in un contesto collegato a faide tra tifoserie". ha detto il ministro. La finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina "è stata avviata perché l'ordine pubblico era garantito dentro e fuori lo stadio".

La vedova Raciti: "Lo Stato ha perso ancora una volta" - "E' una vergogna": lo stadio "in mano a dei violenti e lo Stato che non reagisce, impotente, e quindi ha perso". E' stanca per "non avere potuto dormire" Marisa Grasso, la vedova dell'ispettore capo Filippo Raciti, morto il 2 febbraio del 2007 nello stadio di Catania durante gli scontri nel derby col Palermo, che si è detta sconvolta dopo aver visto sabato la maglietta del capo ultras del Napoli con la scritta 'Speziale libero'. Antonino Speziale sta scontando una condanna definitiva a 8 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.

"Mi sono sentita umiliata perché è stata offesa la memoria di mio marito: è stata indossata una maglietta che inneggia all'assassino di un poliziotto. Tutti hanno visto la prepotenza di questa persona, ma poi che è successo? Io ho pieno diritto, adesso, di avere risposte dalle istituzioni". Lo Stato, ha sottolineato la vedova dell'ispettore capo Raciti, "ieri era presente allo stadio nelle massime espressioni, e che ha fatto? Lo Stato deve essere forte e non debole e ieri c'è stata l'espressione evidente della sua impotenza. Non c'è stato un altro caso Raciti ma c'erano i presupposti affinché questo accadesse, perché la violenza c'è stata e io, dopo avere seppellito mio marito, che ha lasciato una moglie e due figli, non voglio vedere altri servitori dello Stato cadere vittima della violenza. E' ora che qualcuno ponga fine a tutto questo, ma non a parole...".

Ieri pomeriggio le istituzioni hanno espresso la loro vicinanza alla vedova, dopo che Marisa Grasso, in una intervista registrata e mandata in onda dalla Rai aveva sottolineato come nessuno, fino al quel momento, l'aveva cercata. "Mi ha chiamato prima il ministro dell'Interno Alfano, poi ho ricevuto la telefonata del premier Renzi. Mi ha chiamato con il suo numero privato e mi ha detto: Sono Matteo Renzi. Non me l'aspettavo. Ha espresso soidarietà per quanto accaduto, vicinanza a me e ai miei figli". "Mi hanno chiamato anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, e Maurizio Gasparri. Ho apprezzato tutti, mi fanno sentire meno sola. Ho ricevuto anche la telefonata del capo della Polizia, Alessandro Pansa, ci incontreremo presto a Roma".

Umiliato e offeso dalla maglietta di Genny a carogna, anche il sindacato della polizia  Consap. "La maglietta del capo ultras Genny detto 'a carogna', con la scritta 'Speziale libero' è un affronto personale alla categoria dei poliziotti e alla vedova Raciti. Abbiamo parlamentato con un uomo la cui maglietta chiedeva la libertà per un assassino di un poliziotto". Così Igor Gelarda, segretario della Consap.
Riferendosi poi al caso esploso a Rimini dove alcuni sindacalisti del Sap hanno applaudito i poliziotti condannati per l'omicidio di Federico Aldrovrandi, Gelarda ha aggiunto: "Qualcuno forse scatenerà il putiferio mediatico avvenuto qualche giorno fa a causa di un discutibilissimo, sicuramente indegno e assolutamente fuori luogo applauso fatto da alcuni poliziotti? Tuttavia di applauso si trattava, non di trattativa con una specie di antistato, in questo caso rappresentato dal 'Masaniello ultras' affinché l'ordine venisse mantenuto". "A Filippo Raciti, ancora, la Regione Sicilia non è stata in grado di tributare una medaglia d'oro al valore civile - ha accusato il segretario sindacale -. Né il comune di Catania è stato capace di intitolare una piazza a un poliziotto che ha perso la sua vita per salvarne altre. E se nessuno prova vergogna o si scusa, lo faccio io. Chiedo io scusa alla famiglia Raciti - ha concluso Gelarda - e a tutti i familiari dei miei colleghi morti durante il loro dovere. E chiedo soprattutto scusa a quei poliziotti che ancora credono nel loro dovere e nelle istituzioni e che continueranno a lavorare in silenzio, in attesa che qualcosa cambi".

Ieri, il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, è intervenuto sulla vicenda annunciando: "Il 15 maggio, in occasione dell'anniversario della Regione siciliana, voglio consegnare una medaglia alla signora Grasso in memoria del marito. Alla cerimonia voglio siano presenti delegazioni di tifosi e di calciatori di tutte le squadre siciliane". "Raciti va ricordato anche per solidarizzare con i poliziotti che rischiano la vita nonostante lo sport sia occasione di pace - ha aggiunto Crocetta - Dagli stadi vanno banditi tutti coloro che inneggiano alla violenza e disprezzano chi si batte per la sicurezza dei cittadini".

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05 maggio 2014
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