La guerra degli Usa in Iraq è finita
Dopo 9 anni finisce la guerra di George W. Bush. All'alba di ieri le truppe americane si sono spostate in Kuwait
La guerra degli Stati Uniti in Iraq è finita. Ieri, all'alba, gli ultimi soldati americani hanno lasciato il paese alla volta del Kuwait, completando il ritiro a nove anni dall'invasione.
L'ultimo convoglio composto da 110 auto, con a bordo 500 militari della Terza brigata della prima divisione di cavalleria, ha attraversato la frontiera con il Kuwait, dopo aver lasciato la base di Imam Ali, vicino a Nassiriya, alle 7.30, ora locale: otto minuti dopo è passato l'ultimo veicolo. A salutarli e ad applaudirli, lungo la strada, altri soldati mentre le auto sfrecciavano suonando ripetutamente il clacson e l'emozione di tornare a casa era visibile sui volti dei militari, alcuni dei quali non hanno chiuso occhio, pensando che fra poco riabbracceranno le famiglie.
"Mi sento veramente bene", ha detto il sergente Duane Austin, 27 anni, alla sua terza missione in Iraq. "E' tempo di tornare a casa dove mi aspettano una moglie e due bambini", dice. E ancora: "E' sempre bello sapere che è finita davvero". "Abbiamo preso in mano questa base", ha detto da parte sua con orgoglio il generale iracheno Sattar Jabbar al-Ghizi, responsabile della protezione del campo di Imam Ali. Al culmine della guerra erano 170mila i soldati americani stanziati nel Paese con più di 500 basi militari.
Giovedì il segretario della Difesa, Leon Panetta, aveva ufficialmente dichiarato la fine della guerra durante la 'cerimonia dell'ammainabandiera' all'aeroporto di Bagdad. Le truppe statunitensi avevano abbassato la bandiera a stelle e strisce, avvolta poi in un tessuto mimetico come prevede la tradizione dell'esercito. "Potete essere sicuri che il vostro sacrificio ha davvero aiutato il popolo iracheno a lasciarsi alle spalle la tirannia", aveva dichiarato Panetta rivolgendosi direttamente ai veterani del conflitto.
Il giorno prima il presidente Barack Obama si era recato a Forte Bragg, in North Carolina, per celebrare la fine della guerra e onorare le truppe che hanno combattuto e perso la vita. "È un risultato straordinario - aveva detto il capo della Casa Bianca -. Si chiude uno dei più straordinari capitoli della storia dell'esercito americano". "L'Iraq non è un posto perfetto - aveva aggiunto - ma ci stiamo lasciando alle spalle uno Stato sovrano, stabile e autosufficiente, con un governo rappresentativo che è stato eletto dal suo popolo".
Il 20 marzo 2003 le forze americane erano entrate in Iraq per deporre Saddam Hussein. Secondo l'allora presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, il dittatore iracheno era in possesso di armi di distruzione di massa che avrebbe potuto usare per atti di terrorismo contro l'occidente. Circa 4500 soldati americani e decine di migliaia di iracheni sono morti nel corso del conflitto, Saddam è stato deposto e giustiziato, ma i suoi armamenti non sono mai stati trovati.
Oggi restano nel paese 157 militari Usa per addestrare le truppe irachene e un contingente di marines per difendere l'ambasciata a Bagdad. L'Iraq del dopo Saddam è una fragile democrazia continuamente alle prese con lotte intestine e attentati.
[Informazioni tratte da Repubblica.it, Corriere.it]