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La guerra di Chiaiano

Tre ordigni artigianali lanciati contro l'area destinata a diventare la futura disarica di Chiaiano

01 luglio 2008

Tre ordigni di tipo artigianale, innescati, sono stati lanciati stamane nei pressi dell'area presidiata dalle forze dell'ordine destinata ad ospitare la futura discarica di Chiaiano a Napoli. Secondo quanto si apprende dalle forze dell'ordine, ignoti a bordo di un motorino hanno lanciato tre ordigni composti da bombolette di gas del tipo da campeggio in via Marano Pianura, all'incrocio con via Cinque Cercole, territorio già pertinente al comune di Marano. Uno degli ordigni sarebbe esploso in prossimità del presidio delle forze dell'ordine, senza fare danni a persone o cose. Chi ha effettuato il lancio è poi scappato.

Intanto a Napoli ritorna oggi il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per fare nuovamente il punto sull'emergenza rifiuti. Arriva quando oltre 6mila famiglie, in città, hanno dato il via alla raccolta differenziata e quando un ricercatore del Cnr lancia un allarme sulla validità del termovalorizzatore. Il Cnr prende le distanze dalle sue posizioni, ma lui intanto dice: "l'inceneritore, anche quello di Brescia, inquina". E dire che il premier farà il punto sulla situazione proprio ad Acerra, nel cantiere del termovalorizzatore che dovrebbe rappresentare una svolta in questa lunga emergenza.
Una logica, quella dell'incenerimento, che viene bocciata senza riserve da Ennio Italico Noviello, primo ricercatore dell'area ricerca del Cnr di Roma dal quale Sesto Viticoli, direttore del Dipartimento progettazione molecolare Cnr, prende le distanze precisando che "non rappresenta la posizione dell'Ente". "L'incenerimento trasforma i rifiuti da solidi in aeroformi, ma restano tossici e nocivi - ha detto Noviello - E, infatti, in Giappone, uno dei primi paesi a utilizzare questa tecnologia, stanno rapidamente facendo marcia indietro". Poi, lancia ancora un altro allarme. Secondo Noviello "Brescia avrebbe proposto di vendere l'intero impianto alla Campania". "L'ho saputo proprio stamattina - ha spiegato Noviello in un incontro a Napoli - La proposta era di cederlo per 25 milioni di euro, cioé meno di quanto serve per completare quello di Acerra". Una proposta "giustificata dal fatto che quell'impianto sta inquinando l'intera Lombardia. A Brescia non c'é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina".

E in attesa che arrivi il premier i cittadini di Bagnoli come di Acerra e di Giugliano, per ragioni diverse, ribadiscono il loro no: ad Acerra, contro il termovalorizzatore, a Giugliano per il non rispetto di alcune norme previste dall'intesa sull'utilizzo del sito di ecoballe di Taverna del Re. E poi a Bagnoli dove alcune centinaia di cittadini oggi hanno protestato contro l'ipotesi di un termovalorizzatore ad Agnano: momenti di tensione quando i rappresentanti dei comitati hanno interrotto la seduta del consiglio della Municipalità.
Un comitato del no che secondo il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, è comunque in ritirata. "Rispetto al passato, quando tutto sembrava bloccato da veti, paure e proteste, finalmente si intravede una via di uscita - dice Bassolino sul suo blog - Attenzione però. I segnali positivi non implicano che la soluzione sia a portata di mano. La partita è tutta da giocare e coinvolge tutti, istituzioni, cittadini, imprese, chiesa, associazioni. Dobbiamo giocarla con lungimiranza e buon senso". 

Da quanto si è però appreso nei giorni scorsi, la via d'uscita ventilata da Bassolino non è poi una via effetivamente sgombra da problemi. Dalle comunità locali, infatti, è arrivato un chiaro "doppio No", sia alla discarica di Chiaiano, sia al termovalorizzatore di Agnano.
Nel caso di Chiaiano c'è anche un esponente politico che si è schierato apertamente contro l'allestimento della discarica che dovrebe contenere le 700mila tonnellate nel quartiere nord di Napoli. Il deputato dell'Italia dei valori, Franco Barbato, sarà il primo firmatario di un esposto cui stanno lavorando il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Napoli, Carlo Migliaccio, i comitati civici, i tecnici di parte che hanno partecipato alle analisi ed ai rilievi nella cava di Chiaiano, il sindaco di Marano Salvatore Perrotta. Per Migliaccio, uno dei nodi che l'esposto affronterà è quello delle ragioni della scelta della cava 'Poligono' individuata per la discarica che sarebbe stata fatta "scavalcando le indicazioni del Consiglio comunale ed inserendo il sito tra quelli indicati in un precedente decreto con un atto firmato dall'ex premier Prodi il 30 aprile scorso". Dal canto loro i tecnici di parte (i geologi Franco Ortolani e Giovanni de' Medici, il docente ai Trasporti Ennio Forte e l'urbanista Aldo Loris Rossi) ribadiscono alcune criticità del sito: pericolo di colate di fango e di distacco di prismi di tufo; pericolo d'inquinamento per una falda acquifera sottostante di un miliardo di metri cubi e di inondazione per via Cupa del cane (strada attraverso la quale si accede alla cava) mancanza di analisi logistiche e dei flussi di traffico.

E la rabbia dilaga anche fra la gente di Agnano (quartiere orientale fra Fuorigrotta e Bagnoli), primo fra tutti il presidente della decima municipalità, Giuseppe Balzamo (Pd) che ha definito la scelta di Iervolino "non razionale, improvvisata" e, per giunta, tale da sconfessare "venti anni di indirizzo strategico del quartiere" visto che l'area dove dovrebbe sorgere l'impianto "è vicina alle Terme e a viale Giochi del Mediterraneo, dove sarà ospitato il Forum delle Culture del 2013". In più è sottoposta a quattro vincoli: urbanistico, perché è considerata zona paesaggistica, della Soprintendenza ai Beni culturali, dei parchi, perché fa parte del Parco dei Campi Flegrei, in più si trova a poca distanza dall'Oasi degli Astroni.

[Informazioni tratte da ANSA e ASCA]

- "Chiaiano, guerra sui costi" di Giuseppe Salvaggiulo (La Stampa)

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01 luglio 2008
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