La guerra in Iraq, l'Uranio impoverito, il Sunday Times e i Servizi segreti italiani
L'accusa del Sunday Times all'Italia: Il Sismi doveva diffondere falsi documenti sull'uranio comprato da Saddam
All'inizio d'agosto il quotidiano inglese Sunday Times pubblicava delle notizie riguardanti l'Italia e il traffico di uranio internazionale. Esattamente il giornale britannico ricostruiva una vicenda, dai contorni molto poco chiari, che ha preso il nome di Niger-Gate.
Al centro di tutto un dossier che nell'ottobre del 2002 finì sulla scrivania dell'ambasciata americana di Roma dopo essere stato sottoposto a verifiche da parte del settimanale Panorama che lo bollò come falso. Nel dossier, ritenuto falso poi anche da esperti internazionali indipendenti, si parlava di un presunto traffico di Uranio dal Niger all'Iraq di Saddam Hussein per scopi militari. Secondo il giornale britannico, tutto il materiale falso fu prodotto dai servizi segreti del nostro Paese.
Il Sunday Times ha sostenuto in quell'articolo, che sarebbe stato un tale "Giacomo", informatore legato ai servizi segreti italiani, a diffondere i documenti che dovevano provare che Saddam Hussein stava per comperare 500 tonnellate di uranio grezzo in Niger. Il settimanale diceva anche di essere riuscito a rintracciare il misterioso informatore e di avergli parlato a Bruxelles. L'uomo avrebbe detto di essere stato del tutto all'oscuro del fatto che i documenti - come, dopo la loro diffusione, ha affermato l'Agenzia internazionale per l'energia atomica - fossero falsi.
Secondo il racconto del quotidiano, Giacomo ha accusato il Sismi di averlo utilizzato per divulgare falsi documenti sull'uranio del Niger. "Ho ricevuto una telefonata da un vecchio collega del Sismi - scrive il Sunday Times riportando le parole dell'italiano - che mi ha detto che una donna all'ambasciata del Niger a Roma aveva un regalo per me. L'ho incontrata e mi ha dato dei documenti. Il Sismi ha voluto farli circolare ma non ha voluto che si sapesse che era coinvolto nella vicenda". I documenti ricevuti consistevano in telex, lettere e contratti dai quali emergeva che l'ex rais di Baghdad aveva raggiunto un accordo l'acquisto dell'uranio che, se raffinato, poteva fornire la base per parecchie bombe. Il presunto informatore - del quale il quotidiano pubblica anche delle foto - avrebbe inoltre detto di essere dispiaciuto dell'imbroglio ma di aver creduto genuini i documenti quando li ha passati a persone che operano nell'intelligence e a un giornalista.
Le notizie sul presunto piano di Saddam per acquistare materiale nucleare erano poi servite ai governi americano e britannico per sostenere la pericolosità del regime iracheno e l'esigenza di attaccare l'Iraq. Successivamente l'Aiea, agenzia dell'Onu per l'energia nucleare, aveva detto che il materiale era falso. L'allora direttore della Cia, George Tenet, si scusò mentre dirigenti del servizio segreto estero britannico, MI6, sostengono di avere autonome informazione sulla Niger connection.
La vicenda, che ha sollevato interrogativi inquietanti sul comportamento dell'Italia nell'intervento angloamericano in Iraq, ha visto subito un intervento del governo italiano per smentire le notizie pubblicate dal Sunday Times.
"In relazione a notizie riportate da alcuni organi di stampa e informazione circa la vicenda Iraq-Niger, il governo ribadisce con fermezza quanto già più volte dichiarato in termini assai precisi e chiari: nessun documento, né direttamente né in forma mediata, è stato mai consegnato ad alcuno, né tanto meno, di conseguenza, sono state svolte attività o intese con chicchessia".
"Peraltro – si leggeva nella nota di smentita - ogni acquisizione informativa di organi nazionali riflette attività ed atti svolti ed acquisiti negli anni 1999-2000 e, al più, nella primissima parte del 2001. Le comunicazioni, i rapporti e le collaborazioni intervenute con organi collaterali esteri sono quelle formalmente rappresentate al Parlamento".