La guida turistica muta... Forse una svista
Il Comune di Catania ha messo una persona muta per fare il custode-guida del Palazzo della Cultura
Il Palazzo Platamone è uno degli edifici storici del tardo medioevo di Catania, che ospita l'assessorato alla Cultura del Comune etneo, e diverse mostre di pittura. Nel suo cortile, denominato della Cultura, spesso sono organizzati frequenti incontri culturali, spettacoli ed esposizioni d'arte.
Il palazzo apparteneva alla illustre e ricca famiglia dei Platamuni che si distinse nel campo commerciale ma che ebbe anche importanti esponenti che primeggiarono nell'ambiente politico ed ecclesiastico. Al casato la ricchezza proveniva comunque dal commercio dei prodotti agricoli, del bestiame e dei tessuti esportati da Catania via mare e dall'attività svolta da alcuni esponenti della famiglia che esercitavano la professione di affermati banchieri.
Il Palazzo Platamone fu realizzato nell'area sulla quale successivamente fu eretto il monastero di San Placido, che spesso ospitò la Regina Bianca, moglie di re Martino il Giovane. Le case dei Platamone si trovano inserite nel monastero perchè già nel XV secolo la famiglia le aveva donate ai religiosi. Secondo la tradizione la dimora era stata edificata sui ruderi del tempio dedicato a Bacco.
Bello no? Il Palazzo della Cultura viene chiamato. Uno dei tanti vanti della splendida Catania, città tracotante d'arte.
Ebbene, ora immaginate questa scena... Il neo assessore comunale di Catania alla Cultura e al Turismo, la stilista Marella Ferrera, entra nel cortile di... casa sua (metaforicamente parlando) e orgogliosa presenta ai suoi ospiti uno degli scorci più belli di Catania ristrutturati recentemente dal Comune. All'ingresso un uomo. E' seduto placidamente su una sedia, forse perché non ha nulla da fare o forse troppo stanco per continuare il lavoro per cui è pagato: fare la guida nel Palazzo della Cultura, dare spiegazioni e indicazioni a tutti quei visitatori che hanno voglia di imparare qualcosa di più sulla bella Catania.
L'assessore, donna gentile e solare, si rivolge a lui, ma l'uomo prima la guarda un po' sorpreso poi comincia a gesticolare... tenta di dire qualcosa come se fosse uno straniero... o meglio (o meglio?) come se fosse muto... Ed ecco la sorpresa: al Cortile Platamone c'è una guida muta per dare informazioni ai turisti che vogliono visitare il sito.
La storiella raccontata è, purtroppo, tutta vera. Assurda, certo, ma vera, come solo in Sicilia se ne possono trovare. Che la scoperta, poi, sia stata fatta giusto giusto dalla più alta responsabile dell'Ente che ha sede nel Palazzo, fa si che la vicenda diventi ancora più... stralunata. Comunque sia, l'assessore Ferrera ha subito chiesto spiegazioni ai dirigenti e questi le hanno candidamente spiegato: "E' un muto, lo abbiamo assunto perché era nell'elenco dei disabili e l'abbiamo destinato a fare da custode-guida al Cortile Platamone".
Marella Ferrera, intervistata da diversi giornalisti, ha raccontato subito del suo "stupore" nell'avere scoperto la vicenda e, dopo "l'incredulità per l'accaduto", la "voglia di volere risolvere subito il problema, tutelando la persona". "E' una persona giusta, speciale, da proteggere e valorizzare, ma è nel posto sbagliato. E' una persona sensibile, molto intelligente e capace, direi sprecata - ha aggiunto l'assessore - ma lì non può stare. Nella scelta dell'incarico che le è stato affidato qualcuno ha commesso un errore, e dobbiamo capire come ciò sia potuto accadere per evitare di ripetere altri sbagli simili. Io conto di poterlo portare con me, nel mio ufficio, per sfruttare le sue qualità". "Questa vicenda - ha aggiunto ancora la stilista-assessore - mi ha fatto male davvero, perché sono sensibile a queste tematiche, ma anche perché ho tanta voglia di lavorare per la mia città e le cose che non vanno bene mi colpiscono. Ho scommesso molto del mio futuro in questo impegno che ho preso con Catania e ho voglia di fare e con serenità". "Fino a questo momento - ha sottolineato ancora Ferrera - ho visto molti 'malati': Catania è una città che ha bisogno di un ottimo medico e di una cura continua. Io sono ottimista e mi sembra che ci siano tutte le condizioni per una guarigione, ma ci vorrà tempo...".