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La LAV condanna l'eccessiva permissività della Regione Siciliana nei confronti della caccia

Primo giorno di caccia, prima vittima. La LAV: ''E' ora di dire basta!''

02 settembre 2005

Ieri è stato il primo giorno della nuova stagione di caccia, e già al primo giorno si è consumata la prima tragedia. Durante una battuta nelle campagne di contrada ''Priolo'', a sette km a est di Gela (CL), alla quale partecipava un nutrito gruppo di amici, un colpo, partito accidentalmente dal fucile di uno dei cacciatori, ha raggiunto alla testa l'uomo che gli stava vicino, un 33enne, operaio metalmeccanico dell'indotto del petrolchimico gelese, che è morto durante il tragitto verso l'ospedale ''Vittorio Emanuele'', e che lascia la moglie e due figli.

''Ora basta: il primo giorno dell'irresponsabile pre-apertura della caccia in Sicilia diventa per la terza volta una tragedia, con una nuova vittima della scellerata frenesia venatoria di chi imbraccia una doppietta''. E' questo il commento a caldo della LAV alla notizia dell'operaio di Gela (Caltanissetta) morto durante una battuta nel primo giorno di caccia.
'''E' terribile affermarlo, ma si tratta di una tragedia annunciata - dichiara Ennio Bonfanti, responsabile LAV del settore 'fauna' - che assegna alla Sicilia questo triste primato che, con grande amarezza e rispetto per le vittime, denunciamo da anni tra l'indifferenza della Regione. E' stato irresponsabile il provvedimento dell'Assessore regionale all'agricoltura, on. Innocenzo Leontini, che contro il buon senso e le esigenze di tutela faunistica ha anticipato la data di apertura della caccia rispetto al calendario nazionale che la prevede alla terza domenica di settembre. Ora ne vediamo le conseguenze! In Sicilia i cacciatori sono troppi (53mila) e troppo indisciplinati ed i primi giorni di apertura sono i peggiori: la spasmodica ricerca di animali da mettere comunque nel carniere come 'compensazione' delle tasse pagate per la licenza, spinge i cacciatori a sparare senza freno''.

''Per questo chiediamo al Presidente della Regione, on. Totò Cuffaro, di porre subito rimedio al gravissimo e tragico errore dell'apertura anticipata - incalza Bonfanti - attraverso l'immediata revoca, nelle prossime 24 ore, del decreto assessoriale sulla pre-apertura della caccia per sospenderla almeno fino alla fine del mese. Occorre immediatamente una moratoria per rispetto di questa morte e per scongiurare altre morti o feriti; solo dopo un'attenta riflessione ed anche una valutazione dei rischi ecologici ed ambientali dell'impatto dei 53mila cacciatori sulle popolazioni faunistiche dell'Isola, la Regione potrebbe valutare se riaprile la caccia ad ottobre''.

Secondo la LAV  i tanti morti e feriti che la caccia causa in Sicilia sono la micidiale conseguenza della legge venatoria regionale n. 33 del 1997 e del decreto dell'Assessore all'agricoltura che ogni anno emana il 'calendario venatorio': norme troppo permissive che consentono di sparare sempre e ovunque. Per legge almeno il 60% del territorio agro-silvo-pastorale di ogni provincia deve essere obbligatoriamente destinato alla libera caccia ed ogni cacciatore può entrare nei fondi privati anche contro il volere del proprietario (art. 842 del codice civile). In Sicilia si può sparare 5 giorni a settimana da un'ora prima del sorgere del sole fino al tramonto, quindi in condizioni di visibilità precarie. Insomma, la caccia è un problema di pubblica e privata incolumità che le norme regionali - fatte apposta per incoraggiare una caccia sfrenata, distruttiva e pericolosa - ignorano colpevolmente pur di non far mancare il consenso elettorale delle doppiette verso i politici siciliani.

La LAV inoltre ricorda che anche nelle precedenti stagioni venatorie 2004/2005 e 2003/2004 la Sicilia è stata la regione che ha registrato i più gravi incidenti di caccia, con morti e feriti: lo scorso anno, il giorno dell'apertura ad Assoro (EN) un cacciatore è stato ricoverato in prognosi riservata perché colpito all'occhio da un pallino partito dal fucile di un suo amico, mentre a Siracusa una giovane coppia, a bordo della loro auto, è stata travolta da una pioggia di pallini di piombo uno dei quali è andato a colpire il giovane alla guida; l'apertura della caccia del 2003 vide la morte di un cacciatore 64enne, ucciso durante una battuta nelle colline di Carini (PA). Del 2004, poi, la strage di Zafferana Etnea (CT), dove in un incidente di caccia il padre prima sparò per errore uccidendo il figlio e poi si suicidò.

INFO
www.lavpalermo.it
www.infolav.org

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02 settembre 2005
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