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La Legge 40 torna alla Corte Costituzionale

Dubbi di costituzionalità su una norma della legge sulla fecondazione artificiale

08 ottobre 2010

La prima sezione del Tribunale civile di Firenze ha sollevato il dubbio di costituzionalità sulla norma della legge sulla fecondazione artificiale (legge 40) con la quale si vieta alle coppie sterili di accedere alla fecondazione eterologa, con ovuli o seme donati da persone esterne alla coppia.
Lo hanno reso noto nei giorni scorsi gli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini, che assistono i coniugi che hanno presentato la richiesta. L'uomo soffre di mancanza di spermatozoi causata da terapie fatte in adolescenza.
Torna quindi alla Corte Costituzionale la legge 40 sulla fecondazione assistita.
È il secondo rinvio alla Consulta sulla legge 40, sempre del Tribunale di Firenze, che già due anni fa si rivolse ai giudici costituzionali i quali accolsero il rilievo eliminando l'obbligo di produzione di soli tre embrioni in ogni ciclo di fecondazione, l'obbligo del loro contemporaneo impianto, e annullando anche il divieto di congelamento degli embrioni in sovrannumero. In questo caso invece, per la prima volta, un giudice ordinario ritiene quindi costituzionalmente illegittimo il divieto di procreazione assistita di tipo eterologo, sospende il processo, e rimette gli atti alla Corte. La coppia, dopo essere stata in cura in Svizzera e in altri centri stranieri, senza alcun risultato, si è rivolta all'Associazione Luca Coscioni. Il loro obiettivo è quello di poter effettuare le cure in Italia.
"Il giudice ha riconosciuto le istanze mosse dalla coppia dopo aver rilevato profili di manifesta irragionevolezza del divieto assoluto di eterologa per l'evidente sproporzione mezzi-fini" ha spiegato l'avvocato Baldini. La coppia aveva chiesto aiuto dopo aver appreso del caso dell'Austria che era stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo proprio relativamente al divieto di eterologa. "Abbiamo deciso di raccogliere questa sfida - ha spiegato l'avvocato Gallo - nonostante fosse la più difficile tra tutte quelle necessarie a far riscrivere la legge 40 perché ci sembrava che i tempi ormai fossero maturi e che si stesse creando una sensibilità finalmente europea a questo problema, come dimostra anche il Nobel dato a Stoccolma a Robert Edwards che riconosce come questa medicina raccolga in realta' istanze e aspirazioni profondamente umane".

Le reazioni dal mondo politico non si sono fatte attendere. Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha dichiarato che "la nostra posizione è in difesa della legge 40. Noi abbiamo una norma e riteniamo che sia una legge dello Stato italiano che è passata a suo tempo con l'approvazione delle Camere e quindi il governo in questa fase mantiene la sua posizione". Quanto al ricorso in Consulta, ha concluso il ministro, "è un fatto giuridico-legislativo che seguirà l'iter che dovrà seguire, ma la posizione del governo è quella di difesa della legge 40".
Per Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute, è un "ritorno al far west" e parla di un attacco alla volontà popolare da parte dei giudici dato che "l'eterologa era uno dei punti sottoposti al voto referendario". "Sono oscure - ha aggiunto il sottosegretario - le motivazioni che hanno riportato la legge 40 alla Consulta". Il rischio di una deregulation secondo Roccella è molto alto: "L'eterologa ha prodotto un mercato internazionale degli ovociti anche con connotazioni razziste e sfruttamento di giovani donne che hanno portato anche alla morte. Anche la questione dell'anominato nella fecondazione eterologa - dove appunto il seme o l'ovulo arriva da un donatore esterno - è particolarmente grave perché conoscere i propri genitori biologici oltre ad essere un diritto umano è un diritto alla salute perché si ottengono informazioni preziose".
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, invece, sostiene il rinvio alla Consulta come l'azione di "alcuni settori ideologizzati della magistratura che stanno cercando una sorta di rivalsa rispetto alla volontà parlamentare e popolare".

Diverso il parere di Benedetto Della Vedova, vice capogruppo vicario alla Camera di Fli: "Quella sulla fecondazione assistita è una legge sbagliata che la Consulta, con il nuovo ricorso, smonterà ancora, ma in Futuro e libertà «non ci sono ortodossie". Sul tema, ha aggiunge, "non ci poniamo in quanto gruppo, ci sono posizioni dei singoli deputati. Personalmente - ha proseguito - ritengo da tempo che questa legge sia sbagliata, da radicale ho lavorato per il referendum" al quale "Fini votò sì in tre quesiti su quattro. Ritengo che quella legge dimostra che quando si vuole andare contro la ragionevolezza spesso ci si mette contro il diritto. È già successo con la Corte costituzionale che ha smontato la legge nei suoi aspetti più astrusi e credo sarà smontato anche il divieto di eterologa".
Opinione simile quella di Ignazio Marino, senatore del Pd, che afferma: "Che cosa si aspetta per riconoscere che l'impostazione generale della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita è sbagliata?" Una norma "oscurantista, ingiusta, crudele e incostituzionale", è il commento lapidario dell'Italia dei Valori.

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, Rainews24.it, Corriere.it]

 

 

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08 ottobre 2010
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