Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

La Libia minaccia i "crociati" italiani, francesi e britannici

Secondo l'antiterrorismo italiano Gheddafi potrebbe spingere migliaia di profughi verso le nostre coste

22 aprile 2011

Ieri la televisione di Stato libica ha messo in guardia Italia, Gran Bretagna e Francia e gli "altri Stati neocrociati" per aver deciso l'invio di addestratori e consiglieri militari in Libia (LEGGI). "Questi Paesi devono stare attenti alle conseguenze di una simile decisione", ha affermato una nota del ministero degli Esteri di Tripoli, Abdul Ati al-Obeidi, letta in tv.
Proseguono però le defezioni nell'esercito libico. Tredici ufficiali - tra cui un colonnello - hanno sconfinato vicino al posto di frontiera di Dhiba e sono stati fermati dalle forze armate tunisine. Ma si registrano altre vittime civili: un chirurgo ucraino è stato ucciso mercoledì a Misurata, ha confermato il ministero degli Esteri di Kiev.

Il regime di Gheddafi sta armando civili per contrastare un eventuale attacco da parte di forze di terra della Nato. "In molte città si sono formate milizie per contrastare una possibile invasione della Nato", ha detto ai giornalisti il portavoce Mussa Ibrahim, assicurando che fucili e armi leggere sono stati distribuiti "a tutta la popolazione". "Se la Nato viene a Misurata o in qualsiasi altra città libica scateneremo l'inferno contro la Nato. Saremo una palla di fuoco, faremo cose dieci volte peggiori di quanto accaduto in Iraq".
Ma il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha invitato le autorità libiche "a fermare i combattimenti e l'uccisione della gente" per garantire un cessate il fuoco che consenta l'assistenza umanitaria.
Intanto proseguono gli attacchi aerei Nato. Ieri c'è stato un nuovo raid nella regione di Gharyan, a 90 chilometri a sud-est di Tripoli. Secondo l'agenzia di Stato libica Jana, i raid dell'"aggressore coloniale crociato" avrebbero causato un numero imprecisato di morti e feriti, distruggendo alcune abitazioni. Gli apparecchi francesi hanno effettuato 255 missioni nel corso degli ultimi sette giorni, contro le 200 della settimana precedente: lo hanno reso noto fonti delle forze armate francesi.

La Nato, inoltre, ha scoperto che la maggior parte dei miliziani stranieri arruolati dal regime di Gheddafi sarebbero del Fronte Polisario. L'informazione sarebbe stata passata all'Alleanza da un ex gerarca del regime libico. "Sono delle tribù saharawi e provengono dai campi del sud dell'Algeri. Sono più di 450 solo quelli del Polisario e li pagano 10 mila dollari per due mesi di lavoro". Il reclutamento sarebbe cominciato subito dopo l'avvio della rivolta di Bengasi. "Accanto ai miliziani saharawi - ha spiegato la fonte - ci sono anche tuareg del Niger e del Mali, sostenuti in passato da Gheddafi". La Nato è convinta che il regime libico sia ancora impegnato nel reclutare altri mercenari.
Secondo l'intelligence italiana, invece, la Libia potrebbe reagire alla decisione dell'Italia di mandare addestratori militari per i ribelli "spingendo" migliaia di migranti verso le nostre coste. Gli uomini dell'intelligence e dell'antiterrorismo non escludono che potrebbe essere questa la "conseguenza" minacciata dalla Libia. Allo stato infatti, fanno notare fonti qualificate, non risultano progetti di azioni terroristiche da realizzare nel nostro paese o nei confronti di interessi italiani all'estero e dei contingenti militari impegnati nelle missioni internazionali.

Ciò non significa, in ogni caso, che la minaccia non venga tenuta in considerazione: le misure di sicurezza sono già al massimo livello da quando è scattato l'intervento della Nato e sono quasi quotidiani i 'report' degli uomini impegnati sul campo, sia in nord Africa sia in Italia.
L'ipotesi più probabile, dunque, è che Tripoli possa attuare una ritorsione, 'spingendo' le migliaia di profughi presenti in Libia a partire sui barconi diretti in Italia. Molti dei 760 profughi arrivati a Lampedusa due giorni fa (LEGGI), tra l'altro, hanno raccontato di esser stati obbligati dagli uomini di Gheddafi a lasciare il paese in fretta e furia. Bisognerà però attendere almeno 48 ore, sottolineano gli uomini dell'intelligence, per capire se è effettivamente questa la strada scelta dal Colonnello.

[Informazioni tratte da Corriere.it, Ansa, Lasiciliaweb.it]

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

22 aprile 2011
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia