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La lista dei 100 latitanti più pericolosi va accorciandosi. Dopo il ''re del pizzo'' a Palermo è la volta dei clan trapanesi

15 ottobre 2007

La lista dei cento latitanti più pericolosi d'Italia va accorciandosi. Dopo l'arresto di Enrico Scalavino, soprannominato il ''Re del pizzo'' di Palermo (leggi), è stata la volta di Antonino Rallo, 54 anni, indicato dagli investigatori come elemento di spicco delle cosche trapanesi.
Rallo, arrestato venerdì scorso dai carabinieri di Marsala in una villetta di contrada Fossa Runza di Petrosino, era ricercato da cinque anni, ed è stato condannato all'ergastolo per associazione mafiosa, omicidio, detenzione e porto illegale di armi.
L'uomo al momento della cattura con se non aveva armi, né telefoni cellulari. Nella villetta, i militari hanno trovato soltanto derrate alimentari: tre chili di spaghetti, pomodori e melenzane. Il latitante quando i carabinieri hanno bussato alla porta, ha tentato di darsi alla fuga attraverso una finestra del bagno, sul retro dell'immobile. Ma la casa era circondata e non ha avuto scampo.

Gli inquirenti hanno sottolineato che l'operazione è stata il frutto di dieci mesi di indagine. ''Con l'arresto di Francesco Vottari a S. Luca e di Antonino Rallo a Marsala si dimostra che la caccia ai latitanti continua con metodo e senza soste''. Questa l'affermazione del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, che si è complimentato con i carabinieri per i due arresti eseguiti. ''E' uno dei modi più importanti - ha sottolineato Forgione - per far sentire a chi in quei territori si batte contro le mafie che lo Stato è presente ed è impegnato ai massimi livelli. Non bisogna mai dimenticare che la caccia ai latitanti è forse fra le attività sul territorio più delicate e faticose, perché richiede un impegno continuo di ricerca e di analisi degli elementi. Per questo motivo dobbiamo essere sempre riconoscenti agli uomini ed alle donne delle forze di polizia che fanno parte di questi nuclei anti-latitanti''.

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15 ottobre 2007
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