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La Mafia americana, per rialzarsi dal declino, chiama in aiuto i ''picciotti'' siciliani

Scoperto, dagli investigatori americani, un vero e proprio reclutamento dall'America alla Sicilia

09 marzo 2004
L’esercito irregolare di Cosa Nostra ha lanciato dall'America un'intensa campagna di reclutamento di nuove forze in Sicilia e i 'soldati' che arrivano negli Usa dall'Italia sono già stati scoperti, nelle intercettazioni, a parlare di possibili attentati contro magistrati e investigatori: una realtà del tutto nuova negli Stati Uniti.
Queste sono alcune delle indicazioni raccolte a Washington e New York dalla Commissione parlamentare antimafia, nel corso di una serie di incontri istituzionali avuti la scorsa settimana negli Usa.
"E' un fenomeno, quello del reclutamento dalla Sicilia - ha detto il presidente della Commissione, senatore Roberto Centaro (Fi) - che riguarda le famiglie di New York, Chicago e Filadelfia, in particolare i DeCavalcante e i Bonanno, che trovano nuove reclute soprattutto nella provincia di Palermo".

Cosa Nostra americana e quella siciliana hanno sempre avuto, storicamente, legami strettissimi anche di parentela. Ma in un momento in cui tutte le inchieste giudiziarie parlano di un sostanziale declino delle famiglie storiche di New York, la cui leadership è stata decimata da arresti e defezioni, sembra essere in atto un'attività di reclutamento più intensa e dalle caratteristiche diverse dal passato. "Le organizzazioni mafiose americane - ha detto Centaro - sono interessate ad avere 'soldati’ siciliani, che vengono ritenuti più sicuri e meno inclini a collaborare con gli investigatori".

La delegazione di nove membri dell'Antimafia ha trascorso l'intera settimana negli Usa ed ha raccolto indicazioni che saranno utilizzate anche nell'imminente visita che si appresta a fare in Sicilia. A Washington, i commissari hanno avuto una serie di incontri di alto livello all'Fbi, alla Dea (l'antidroga americana), allo Us Marshal Service (che gestisce i programmi di protezione) e ai ministeri della Giustizia e della Sicurezza Interna. Il ministro della Giustizia John Ashcroft e il direttore dell'Fbi Robert Mueller hanno ricevuto l' Antimafia italiana, sottolineando l'importanza e la solidità degli scambi d'informazione e delle collaborazioni giudiziarie tra i due paesi. A New York, i commissari hanno incontrato funzionari della Sec, della procura distrettuale e il capo della polizia, Raymond Kelly.
Con la Dea, l'Antimafia ha ricostruito gli itinerari dei traffici internazionali di droga e le minacce che persistono in questo campo in America del sud e in Afghanistan. Con l'Fbi è stato discusso il fenomeno della mafia russa ed è emerso l'arrivo anche negli Usa di una consistente criminalità di origine albanese. Ma sono le nuove leve della mafia siciliana che sembrano destare particolare attenzione tra gli investigatori americani.

"Sono stati ascoltati nelle intercettazioni - ha detto Centaro - mentre discutevano di possibili attentati a magistrati. Per ora non ci sono indicazioni specifiche, non parlavano di nomi particolari, ma è un fenomeno nuovo per l'America". Informazioni importanti sono emerse inoltre, nelle inchieste americane, su investimenti di Cosa Nostra statunitense in Italia e su traffici finanziari per il riciclaggio dall'Italia agli Usa.

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09 marzo 2004
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