La mafia è allo sbando e la Giustizia lancia un appello ai boss: ''Dissociatevi perché la mafia ha perso!''
''L'arresto di Bernardo Provenzano apre una nuova fase che ci darà molto da lavorare nei prossimi anni''. Il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, intervenuto alla cerimonia di intitolazione di strade e piazze dell'isola di Pianosa (Toscana) alle vittime della mafia, è ritornato a parlare di quello che ci si potrebbe aspettare dalla mafia dopo la cattura del capomafia siciliano.
''Per quello che riguarda l'organizzazione è un grosso colpo, perché toglie il capo della struttura che garantiva l'equilibrio di tutta l'organizzazione. Non sarà facile sostituirlo''.
Il procuratore nazionale antimafia ha detto inoltre di non credere che in questo momento possa essere pensata da Cosa nostra una strategia stragista. ''Questo significa attacco allo Stato - ha detto Grasso -. La gestione di Provenzano ha fatto comprendere che la pax mafiosa paga perché tutti hanno potuto fare meglio i loro affari''. In questa fase, invece, è possibile pensare ''a una lotta interna per la successione. Bisogna vedere se trovano all'interno dell'organizzazione qualcuno che possa sostituire l'organismo di vertice della Commissione provinciale. Questo può avvenire con una fase indolore oppure, se qualcuno vuole prendere il potere con la violenza, può avvenire con una guerra interna''.
''Bisogna stare molto attenti in questo periodo di instabilità e di incertezza politica. La mafia cerca di andare dove è il potere e cerca di fare da intermediaria nella gestione del potere'', ha aggiunto Grasso. ''Le antenne devono essere ben vigili'', ha proseguito, invitando a non abbassare la guardia in un momento assai delicato per il Paese.
La manifestazione di sabato scorso ha preso il via con l'inaugurazione di una piazza di Campo nell'Elba ad Antonino Caponnetto, ex capo dell'ufficio istruzione della Procura di Palermo che alla lotta alla mafia dedicò gran parte della sua vita, per la tappa elbana di "Gerbera gialla", l'iniziativa antimafia voluta dal Coordinamento nazionale 'Riferimenti' dell'associazione fondata dallo stesso Caponnetto.
Subito dopo l'iniziativa si è spostata sull'isola di Pianosa, che ospitò il supercarcere dove sono stati detenuti i vertici di Cosa nostra e della 'ndrangheta e dove adesso tutte le vie e le piazze porteranno i nomi di tutte le vittime di Cosa nostra.
Da Palermo invece il sostituto procuratore generale, Dino Cerami, ha lanciato un appello ai boss mafiosi imputati in un processo in quanto favoreggiatori di Bernardo Provenzano.
Il sostituto procuratore generale ha chiesto ai boss di scegliere la strada della dissociazione, perché ''la mafia ha perso''. Così si è infatti espresso Cerami durante la replica alle arringhe difensive nel processo denominato ''Ghiaccio'', in cui sono imputati anche i favoreggiatori del capomafia Bernardo Provenzano.
''Lo Stato ha vinto, la mafia ha perso - ha detto Cerami in aula -. Bernardo Provenzano era solo ed è stato preso a Corleone, privo di protezioni''.
Tra gli imputati figurano il boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro, a casa del quale erano state installate le microspie che hanno dato il via ai processi su mafia e politica e sulle ''talpe alla Dda''.
Il Pg si è rivolto proprio a Guttadauro, collegato in videoconferenza. ''Lei - gli ha detto il magistrato - ha coinvolto sua moglie e suo figlio, che sono stati arrestati e condannati. Era questo, che voleva?''. Cerami ha infine concluso sostenendo che l'unica soluzione, per i mafiosi, è la dissociazione, non riconosciuta dallo Stato: ''Ma non c'è altra scelta, perché la mafia ha perso''.